martedì 29 maggio 2012

Qualcosa si muove/4

In un post di qualche tempo fa abbiamo criticato un articolo di Marco D'Eramo, che ci sembrava indicativo dell'incapacità della sinistra di affrontare la questione della riconquista della sovranità nazionale. La gravità della crisi che stiamo attraversando la si vede dal fatto che il suo incalzare costringe perfino “Il Manifesto” a confrontarsi con la realtà. Così, Marco D'Eramo ha pubblicato due articoli (questo e questo), appunto sul “Manifesto”, nei quali la fine dell'euro è prospettata come il male minore rispetto alle politiche di austerità portate avanti dai ceti dirigenti europei in difesa dell'euro. Certo, i due articoli contengono molte affermazioni discutibili (una per tutte: “In questi dieci anni di euro le sinistre si sono imbevute, senza accorgersene, dei nazionalismi e dell'antieuropiesmo che la dittatura dello spread ha alimentato”), ma si tratta ancora una volta di un segnale chiaro: l'insostenibilità dell'euro e delle politiche necessarie per la sua difesa si sta facendo strada un po' dappertutto. Incrociamo le dita.
(M.B.)

3 commenti:

  1. Mi spiace per Marco D'Eramo, che nel panorama del Manifesto una certa eccezione la fa, ma sull'Europa segue da un pezzo il luogo comune. Buon per lui se ricomincia a pensarci sopra.
    Ho rivisto la puntata de l'Infedele di settembre (quella di Monti che qualifica la Grecia come un successo dell'euro: http://leprechaun.altervista.org/europa.shtml) dove D'Eramo di nuovo ripete la storia che la Francia, bocciando il TCE, avrebbe compromesso il "processo di integrazione politica dell'Europa".
    A parte che non era la Francia, ma "i francesi", dato che era un referendum, ci si dimentica sempre che lo stesso fecero gli Olandesi, con lo stesso dibattito e le stesse motivazioni.
    Forse D'Eramo (e anche Guido Rossi, che si esprime come lui) il TCE non lo ha mai letto. Avrebbe scoperto che era una superdirettiva Bolkenstein.
    Pare sia un'abitudine quella di firmare i trattati senza leggerli (così fecero i nostri augusti Parlamenti riuniti col TCE).
    Se fanno così anche on i contratti, si facciano vivi. Ne avrei un paio da sottoporgli ...

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  2. A proposito di referendum: dopodomani 31 maggio 2012 in Irlanda si vota al referendum per il fiscal compact. Grandi discussioni, e una certa incertezza sul risultato (i sì hanno rimontato dalla polvere dove si trovavano qualche mese fa grazie al ricatto europeista: o fiscal compact, o niente accesso al fondo di salvataggio, ma gli indecisi sono una marea).
    Sulla nostra stampa manco lo straccio di un trafiletto. Meglio non parlare dell'Irlanda, perché ancora nessuno è riuscito, nonostante gli sforzi, a spostarla nel mediterraneo, e non la si può quindi attribuire al club Med.
    http://leprechaun.altervista.org/irlanda.shtml

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  3. cosa possono fare i cittadini, un cittadino, io, per accellerare questo crepuscolo? di questi idoli ne ho le palle piene! rivoglio l'italia, rivoglio la svalutazione della lira, rivoglio il mio lavoro o anche un'altro, uno qualsiasi, rivoglio la speranza per pensare ad un futuro possibile. usciamo dall'euro, fate qualcosa!!

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