lunedì 25 giugno 2012

Ancora su Siria e NATO

di Fabrizio Tringali
L'abbattimento di un aereo turco da parte della Siria è un evento da non sottovalutare. Per un verso esso testimonia il crescere della tensione nella zona, dove certamente esistono Paesi che vorrebbero usare le maniere forti contro il regime di Assad. Per un altro verso questo evento può essere usato come cartina al tornasole per decifrare meglio le reali intenzioni della NATO.
In molti ritengono che gli USA stiano cercando di preparare un attacco militare contro la Siria, mentre noi, da tempo, riteniamo non fondata questa ipotesi. Si vedano, per esempio, le argomentazioni riassunte in questo post.
Vedremo come gli USA e la NATO risponderanno agli appelli della Turchia, che fa parte della NATO stessa, e che si presenterà alla prossima riunione dell'Alleanza invocando l'articolo 4 del Trattato atlantico, cioè dichiarando che la Siria rappresenta una minaccia alla sua sicurezza e alla sua integrità territoriale.
Se davvero gli USA vogliono arrivare all'attacco NATO, non mancheranno di sfruttare, in qualche modo, il casus belli che gli è stato servito su un piatto d'argento dallo stesso Assad. 
Se invece, come sosteniamo noi, sotto sotto essi non vogliono affatto smantellare il sistema di potere siriano, allora cercheranno un modo per gettare acqua sul fuoco della crisi che si è aperta fra Ankara e Damasco a causa all'abbattimento del velivolo turco. Vedremo, intanto l'Italia si appresta a dichiarare che lo scenario libico non può essere riprodotto in Siria....

Martedi 26 Giugno 2012
Aggiornamento 1: da Bruxelles si escludono azioni militari contro la Siria...
Aggiornamento 2: pare che la Turchia sia stata indotta a mettere in campo una risposta "razionale" (cioè non militare) all'abbattimento del proprio aereo....


2 commenti:

  1. Tale FrancescoA ha postato un commento, che per qualche ragione tecnica non compare sotto l'articolo. Lo riportiamo:


    E cosa mi dite di questa notizia?

    http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=10491 

    Con relativa risposta:

    Che conferma quanto andiamo dicendo. Nell'articolo si afferma che, secondo fonti anonime, la CIA suggerisce a chi debbano andare i rifornimenti di armi pagate dai sauditi e dal Qatar, e transitanti per la Turchia. Inoltre si dice che gli USA hanno fornito 15 M di dollari di "strumenti non letali" ai ribelli. Non si dice invece che la CIA sta fornendo armi ai ribelli. Il titolo scelto da CDC non corrisponde né al contenuto dell'articolo, né al titolo originale del NYT.
    Queste notizie andrebbero poi confrontate anche con le testimonianze raccolte da chi si è recato sul posto, come queste:

    http://www.sirialibano.com/siria-2/a-tripoli-col-rappresentante-dei-ribelli-di-qseir.html

    Infine, stupisce che gli "antimperialisti" denuncino i presunti aiuti turchi ai ribelli, qualificandoli come ingerenze, mentre non definiscono alla stessa maniera i comprovati aiuti militari (con truppe sul terreno!), finanziari e spionistici offerti al regime di Damasco dall'Iraq, dall'Iran, dalla Russia e dal Libano.

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    1. Appunto,,tutti sono impegnati in questa guerra per interessi particolari..altro che rivolizione ...per forza non ci sarà nessun intervento armato usa come in Libia....La Russia ha posto il veto all'Onu,cosa non successa per la Libia.....
      L'abbattimento dell'aereo turco non ha avuto in pratica nessun effetto sulla guerra....
      E quale sarebbero le differenze con la Libia? Anche lì si parlava di rivoluzione,anche l' il casus belli fu una sparatoria sulla folla,anche lì c'era un dittatore.....
      il generale Siriano capo dei golpisti,non fa che chiedere armi agli Usa....addirittura quel fesso di McCain spinge per l'intervento....sono gli Usa che hanno interesse a balcanizzare l'area....

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