martedì 5 giugno 2012

Medicina alternativa: curare il morbillo con la polmonite


Claudio Martini

In molti ormai si sono rassegnati ad una fine rapida fine del disastroso Euro. Ogni giorno si moltiplicano le voci che suggeriscono vari modi per uscire da questa situazione. Alcune di esse, tuttavia, sembrano davvero frutto di un abbaglio. Oggi vi segnaliamo questa:

dall'Euro si esce. Col Dollaro.

Bisogna riconoscere a Pelanda di non essersi fatto ammaliare dall'incanto dell'Euro, ma questo articolo ripresenta tutti gli stilemi immancabili dell'ammaliamento valutario, solo col Dollaro al posto della valuta di Francoforte (Kaiserstraße, 29). In particolare non è fondato il timore che il ritorno alla lira porterebbe con sé una super-inflazione (se non ci credete, leggete qui) o che la perdita di valore della nuova valuta sarebbe nell'ordine del 50%: per prevedere quell'ordine di grandezza, infatti, basta calcolare l'inflazione accumulata dal nostro paese nei confronti della Germania negli ultimi anni. Dato che l'accumulo è pari a circa 20 punti percentuali, è ragionevole aspettarsi una svalutazione nella stessa misura (se non ci credete, leggete qui).

Carlo Pelanda è economista  e io non sono nessuno, ma mi permetto di insinuare che l'esimio abbia capito ben poco della dinamica della crisi. Sostanzialmente ci propone di farci prestare dollari per poi rivenderli, tenendo così artificalmente elevato il cambio della nuova lira. Negli anni '90 la Russia, la Thailandia e l'Argentina seguirono questa strategia, e sappiamo com' è finita.

Più in generale è ora che nelle nostre teste si installi in maniera definitiva un concetto apparentemente banale, ma che molti sembra facciano fatica a comprendere: una valuta dovrebbe rispecchiare i fondamentali economici (esempio: produttività media) del paese che la adotta. Quando un paese adotta una valuta che chiaramente non rispecchia quei fondamentali (spesso perché rispecchia i fondamentali di un altro paese) avvengono le crisi finanziarie. Punto. Ecco perchè la dollarizzazione della nostra economia non rappresenta una soluzione alla crisi, ma un ingegnoso espediente per perpetuarla.

E tutto questo senza contare gli effetti politici di una simile mossa: adottare la valuta del paese che già ci domina dal punto di vista strategico, culturale e militare sancirebbe definitivamente la nostra condizione di colonia USA.

 La proposta di Pelanda è davvero pessima. Probabilmente la approveranno.

2 commenti:

  1. Ma come gli è venuta in mente a Pelanda (che non conosco) un'idea simile?

    RispondiElimina
  2. Ho dato un'occhiata in giro, e ho scoperto di non essermi perso niente. E' uno dei tanti svitati venditori di fumo (come sua eccellenza il prof. Sapelli) che girano per il mondo accaparrandosi ricche prebende fingendo di essere originali ed essendo invece solo degli stravaganti e abili venditori di sé stessi.
    E' autore di una teoria utilitarista dell'etica:
    http://www.assoetica.it/2012/01/teoria-utilitaristica-delletica-carlo-pelanda/
    Suggerisco di non perdere tempo col suo latinorum. E' fuffa.

    RispondiElimina