mercoledì 19 settembre 2012

Intellighentzia/2

Per proseguire il discorso sulla cultura  contemporanea, segnaliamo questo articolo di Luigi Cavallaro. Si tratta di un testo che mescola in modo caratteristico intuizioni interessanti e chiusure preconcette.

Fra le prime c'è la coscienza che uno sguardo critico verso la cultura contemporanea deve porre in questione una serie di mutamenti e rotture che colleghiamo agli anni Sessanta, e che di solito si riassumono citando l'anno-simbolo, il Sessantotto. Fra le seconde, figura l'evidente fastidio verso le tematiche dell'ecologia e della decrescita, considerate, senza distinzioni, espressioni di “progressismo da salotto”. Cavallaro manifesta qui quella chiusura irrazionale che spesso hanno le persone di formazione marxista verso chi solleva temi che non rientrano facilmente nei loro schemi precostituiti. La cosa è particolarmente grave nei confronti della decrescita, che può invece benissimo accordarsi con l'analisi marxiana, fornendo a quest'ultima nuove prospettive anticapitalistiche, come ho cercato di mostrare, assieme al compianto Massimo Bontempelli, in un testo di qualche tempo fa.
A parte queste chiusure mentali di Cavallaro, il suo articolo è un segnale interessante: qualche settore della cultura critica di sinistra si sta rendendo conto che occorre pensare seriamente a quello che è successo nel Sessantotto. Qui ovviamente, come s'è detto, il “Sessantotto” è un anno-simbolo che compendia un profondo mutamento culturale, iniziato negli anni Sessanta e portato a compimento negli anni Ottanta. Dovremo riparlarne. Per il momento mi limito a ricordare il testo che Massimo Bontempelli aveva dedicato a questo tema, e un mio intervento su tale testo.
(M.B.)

1 commento:

  1. Salve,

    scusate se vado leggermente off topic..ma visto che si parla di intellighenzia mi preme segnalarvi la prossima "manifestazione" della stessa detta No Monti day dove come sempre, quando si vuole solo fare un pò di campagna elettorale (non hanno infatti nemmeno una piattaforma) si usa slogan generici. Nessuna rivendicazione né tantomeno la rescissione dai trattati UE che sono alla base dell'austerità che loro signori della "società civile" vorrebbero contestare (senza manco uno sciopero generale) Han dormito per mesi ed ora....che si avvicinano le elezioni si "mobilitano" appropriandosi di lotte che con loro non hanno niente a che fare, avendo collaborato a pieno a questo stato di cose

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