sabato 24 novembre 2012

Letture per il fine settimana

Segnaliamo in primo luogo due articoli dal "Manifesto" di giovedì scorso. Il primo di essi spiega con chiarezza le ragioni dei contrasti fra FMI e Commissione europea. Il problema di fondo, come dice il titolo dell'articolo, è lo scontro su chi paga, su "chi dovrà sostenere le perdite per l'ineludibile cancellazione di parte del debito" (della Grecia). Il secondo articolo è invece un bilancio del primo anno del governo Monti. Esso mostra, dati alla mano, come l'azione del governo Monti non sia solo nefasta sul piano della democrazia e dei diritti, ma sia anche un fallimento sul piano strettamente economico ("tecnico", se vogliamo). Sono interessanti le conclusioni dell'autore. Di fronte alle prospettive che ci sono di fronte, catastrofiche per il nostro paese, le uniche alternative possibili sembrano essere da una parte il tentativo di contrattare un ammorbidimento del Fiscal Compact, dall'altra la richiesta ufficiale di "aiuti". Ma la prima possibilità appare poco realistica e comunque poco capace di cambiare la situazione (si tratterebbe di una morte un po' più lenta invece di una morte un po' più veloce), mentre la richiesta di "aiuti" è la perdita definitiva di sovranità e democrazia (non a caso la Spagna continua a rimandare tale richiesta). L'articolista del "Manifesto" non prende minimamente in considerazione l'alternativa dell'uscita dall'euro. Si vede qui, nell'analisi di una persona seria come è evidentemente l'autore, che, al netto di tutte le chiacchiere "alternative", "trasgressive" e "attiviste" di cui abbonda la sinistra chic, la situazione è chiara e netta: se non si prende in considerazione l'ipotesi di uscita dall'euro la macellaria sociale è assicurata.
Segnaliamo infine questo articolo di J.Sapir. Oggi si fa un gran parlare del "più Europa" come soluzione all'attuale crisi. L'articolo di Sapir prova a fare un po' di conti per capire se una soluzione di tipo federale potrebbe davvero essere di aiuto. Il risultato è che uno Stato federale, con trasferimenti dalle zone forti alle zone deboli per permettere a queste ultime di recuperare, si tradurrebbe in pratica in un salasso di Germania (soprattutto), Austria, Olanda, Finlandia a vantaggio dei paesi più deboli. E non c'è ovviamente la minima possibilità di far accettare un simile trasferimento di ricchezza ai popoli del Nord. In sostanza, come dice la curatrice del sito "Voci dall'estero" in un commento, nell'articolo di Sapir si comincia "a metter in evidenza con dati concreti come questa idea dell'unione fiscale con trasferimenti compensativi sia quanto meno campata per aria, infattibile, e l'unica realtà che può venir fuori (e si vuole ottenere) da un "più europa" è un commissariamento politico e una svendita".
(M.B.)

1 commento:

  1. L'articolista del Manifesto fa parte del numeroso gruppo di coloro che conoscono perfettamente la situazione e la soluzione, ma siccome anch'essi sono abituati a vivere in condizioni molto agiate e piacevoli, preferiscono essere ben pagati raccontando menzogne piuttosto che contribuire all'interesse generale raccontando verità. Anche perchè se raccontassero verità verrebbero immediatamente licenziati o censurati (per esmpio Odifreddi su Repubblica, tanto per capire le conseguenze di un gesto non permesso dalla direzione del giornale per cui si scrive).
    I soldi comprano la dignità, e chi di fronte a questo disastro offre soluzioni fasulle ed omette soluzioni vere è solo un collaborazionista.

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