mercoledì 29 maggio 2013

Lucida analisi

Ancora a proposito del M5S, segnaliamo la lucida analisi di Leonardo Mazzei.

(M.B.)

4 commenti:

  1. Andiamo per ordine.
    1) Il PD è un partito spaccato
    2) Bersani ha cercato in tutti i modi di tenerlo assieme riuscendo a non dire niente in campagna elettorale (il minimo comun denominatore è un insieme vuoto)
    3) Approfittando della situazione creatasi dopo le elezioni ha provato a fare una forzatura. Per causa di forza maggiore, attraverso il M5S ha cercato di spostare l'asse del suo partito.
    4) Il M5S aveva un'occasione storica. Poteva:
    4.1)Formulare una lista di punti di governo inderogabili (es. finanziamento dei partiti, riforma elettorale, reddito di cittadinanza, riduzione delle spese militari,...)
    4.2)Chiedere chiarimenti sugli otto punti di Bersani, estremamente vaghi.
    In poche parole, avrebbe potuto "stanare" il PD o costringerlo (come ha fatto poi Berlusconi) ad accettare i punti qualisificanti. Poteva subordinare la fiducia a queste condizioni, poteva rifiutarla a fronte di rifiuto da parte del PD.
    5) Non ha fatto niente di tutto questo. Ha fatto il ridicolo e umiliante incontro in "streaming" dimostrando di avere paura di non saper individuare le trappole.
    6) Perché l'ha fatto? Perché preferiva lo schema che a governare fossero il PDL e il PD meno L in modo da far vedere quanto brutta fosse la politica di questo sistema politico? Perché non ha capito niente di quello che accadeva all'interno del PD e ha fatto perdere Bersani a favore della corrente "democristiana"? Per altri motivi inconfessabili? Difficile da dirsi
    7) La gente che ha votato il M5S, in buona parte, era gente che sperava di uscire dalla disperazione, che ci avviasse una soluzione. Il M5S si è invece emarginato da solo, dimostrando che il suo 25% è inutile e di non essere capace di invertire una rotta che porta al disastro.
    Perché votare il M5S allora? Cosa serve? Mi sembra chiarissimo quello che è successo. Non si possono alimentare speranze grandiose e poi non riuscire a fare un bel niente.

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  2. Bel commento, questo di Francesco.

    Rimane effettivamente il dubbio se lo spettacolo offerto dai rappresentanti del M5S sia più frutto di una sincera inadeguatezza personale o di un grossolano calcolo di bottega.

    Un cordiale saluto.
    http://marionetteallariscossa.blogspot.it/

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  3. Condivido ottima analisi di Leonardo Mazzei ora, a parer mio, la proposta x uscire dall'angolo e' la costruzione di un Fronte Unico per la Nuova Lira x uscire dall'Euro, unire tutti i ceti italiani, escluso il capitale che si riconosce nel capitalismo totalizzante, in un unico Fronte

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  4. Già dalle elezioni in Friuli la traiettoria era chiara. Ne approfittiamo per ribadirla, stralciando da quanto fu scritto:

    (...)
    Il secondo errore commesso è quello di pensare che i voti che gli italiani hanno accordato al M5S a Febbraio nelle elezioni politiche, M5S che è risultato essere alla Camera dei Deputati il primo partito fra l'elettorato residente in Italia, volesse dire congelare, in attesa di acquisire una presunta maggioranza elettorale, le istanze di cambiamento che si fanno sempre più urgentemente avanti. Si è commesso il peccato proprio della sinistra italiana, ovvero quello di non avere una vocazione maggioritaria nel Paese (vedasi come è stata gestita la questione della formazione di un nuovo governo e della Presidenza del Paese). Dietro la retorica della incontaminazione con la gestione del potere e della conservazione della "diversità" etica e politica, buona parte degli elettori hanno percepito che il voto attribuito al M5S fosse inutile almeno ad innescare un cambiamento fin dentro la stanza dei bottoni.

    Certo, il M5S pensa di poter costruire la sua egemonia attraverso il ruolo puntuale della funzione oppositiva all'attuale sistema dei partiti, ma prendere il 25% dei consensi è più che un'indicazione a fare solo l'opposizione. Semmai è una chiara indicazione ad assumersi, nella fatica del fare politica, responsabilità decisionali. Come l'esperienza di Parma sta insegnando. E come l'elettorato stesso, ad alcuni mesi dalle elezioni comunali a Parma così come a Mira, alle politiche ha indicato con i suffragi attribuiti, facendo crescere i voti al M5S rispetto alle precedenti elezioni comunali, non ostante le difficoltà gestionali cui i sindaci del M5S sono andati incontro, un po' per inesperienza ed un po' per le gravi situazioni finanziarie cui hanno trovato i bilanci comunali, ed un po' perchè c'era ben poco da fare nell'immediato. Ma gli italiani han capito, ed han dato tempo al cambiamento. Ma tradirlo con la retorica non premia.

    Ci tocca ribadire che lavorare sul territorio è cosa ben diversa dalla liquidità della proposta politica del M5S. Il territorio è il luogo della crisi. Finchè non si comprenderà questo, ogni esercizio non potrà che essere retorico ed ideologico.

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