giovedì 9 maggio 2013

Media

Si è molto discusso qualche giorno fa di alcune dichiarazioni di Paolo Becchi. Il professore ritorna su questo episodio con alcune considerazioni che ci sentiamo di condividere, e che probabilmente non riceveranno la stessa attenzione mediatica delle precedenti.

(M.B.)

7 commenti:

  1. Si sa che sul foglio fondato dall'entusiasta sponsor di michele sindona non si ricordano neanche quel che hanno scritto loro stessi.
    In questo articolo raccontano dell'apocalisse annunciata da M.Feldstein.
    Al confronto Becchi fa la figura di un frate cappuccino (pace e bene a tutti). Quel che non capisco (anzi l'ho capito abbastanza alla svelta dopo aver visto le azioni politiche del nostro caro Paolo : naturalmente tutte legittime. Se a lui piace così.)è perché dice di avere scherzato.
    Perché mai non dovrebbe andare proprio come prevede Feldstein?

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  2. Spiacenti, ma Becchi fa il profeta e colui che vuol poi dire "ve l'avevo detto". Draghi mette in guardia che le evoluzioni di talune scelte politiche e di allocazione delle risorse possono avere conseguenze incontrollabili e non felici sul piano dell'ordine pubblico.
    Becchi non istiga, è vero, ma investe il futuro su una conseguenza che gli appare inevitabile. La classica profezia che poi si auto avvera.

    Questa Europa è male organizzata perchè le forze politiche che la governano sono delle peggiori, non solo sul piano ideale (questa lettura può risultate parziale) ma soprattutto sul piano della competenza ed abilità politico-organizzativa. In soldoni, sono scarsi. Se non anche ridicoli. Ma in particolar modo, senza metodo.
    Un po' come il nostro attuale ceto politico, fatto di esponenti di terza quarta mano rispetto a quei filibustieri che erano i politici degli anni '80.
    Comunque, le cose sono più complesse di quelle sopra scritte. Resta il dato di fatto che Becchi è, nel suo stile, l'espressione della salubrità delle nostre università.

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    1. "Spiacenti, ma Becchi fa il profeta e colui che vuol poi dire "ve l'avevo detto" (..)
      Becchi non istiga, è vero, ma investe il futuro su una conseguenza che gli appare inevitabile".

      Spiacente, ma queste frasi sono poco chiare, e in ogni caso c'entrano poco col contenuto dell'articolo. Becchi nell'articolo pone una questione chiarissima. Ripetiamola. Si tratta di mettere a confronto due passi e di chiedersi se dicono la stessa cosa oppure no. I due passi sono:

      1. Se qualcuno tra qualche mese - sto scherzando - prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all'economia» (P. Becchi)

      2. La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli che rischiano di innescare forme di protesta estreme e distruttive» (M. Draghi).

      Dicono le stessa cosa oppure no? Becchi risponde di sì e spiega perché in modo chiaro e piano. Non siete d'accordo? Provate ad argomentare in maniera altrettanto chiara e piana.

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    2. Ambrosoli durante il minuto di silenzio al consiglio regionale lombardo in memoria di Andreotti si alza e se ne va. Suo padre, ebbe a dire Andreotti, un po' se l'andò a cercare. Un po' come se la vanno a cercare coloro che si ostinano a mettere ministri dell'economia uomini che hanno trascorsi, passati e presenti, come "dominanti" della finanza. Almeno di quella che non ci "piace".
      Andreotti lesse l'evento e lo giustifico. Becchi profetizza un evento giustificandolo. Scherzando come una maschera qualsiasi. Solo che maschera non è: appartiene al ceto dirigente, come professore universitario.

      Draghi, invece, suona un allarme, così come ogni sistema autoregolato fa attraverso le modalità sensoriali che è in grado di attivare, di un esito perturbatorio. Non si "auspica", scherzando, che avvenga. O, in buona fede, avverte che "potrebbe" accadere. E soprattutto non stabilisce preventivamente ed aprioristicamente le responsabilità. I processi alle intenzioni non sono metodo che deve assolutamente sostenere, perchè prima o poi sarà qualcuno più forte e meno improvvisato di Becchi ad utilizzare questi metodi.

      Spero che questo chiarisca molto meglio questo che stiamo sostenendo. Se non lo è, evidentemente non è cosa di parola, ma di paradigma.

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    3. Infine, sinteticamente e nella speranza che aiuti a riflettere, Becchi preconizza delle conclusioni, Draghi le ipotizza. In mezzo ci passa un metodo, quello scientifico.

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  3. Ci credo che Draghi "non stabilisce preventivamente ed aprioristicamente le responsabilità" , sono le sue (almeno in parte).

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  4. Infatti quello di Draghi è un metodo scientifico per distruggere intere generazioni di giovani.

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