mercoledì 5 giugno 2013

La passion predominante

A volte una semplice osservazione laterale è indicativa di quale sia la “passion predominante” di una persona. In una intervista a cura di Fausta Chiesa, nel supplemento di economia del Corriere della Sera di lunedì 27 maggio, Tito Boeri parla della crisi dell'euro sostenendo in sostanza la tesi del “più Europa”. Boeri, che è persona intelligente, si rende conto delle difficoltà di questo passaggio, e osserva fra l'altro

Il governo economico europeo ipotizzato dal presidente francese François Hollande dovrebbe gestire vari interventi di politica economica e mi chiedo come reagirebbe per esempio Parigi se imponessero alla Francia di allungare l'età pensionabile o di rendere più flessibile l'orario di lavoro

Casualmente, l'esempio che fa Boeri delle difficoltà di una politica economica coordinata a livello europeo si riferisce ad eventuali misure di austerità da imporre alla Francia. Boeri non si pone il problema che un governo economico europeo, invece di chiedere misure di austerità alla Francia, potrebbe chiedere misure espansive alla Germania, in maniera da far aumentare la domanda interna tedesca, così da incrementare le importazioni tedesche e contribuire a risolvere il problema degli squilibri commernciali dell'eurozona.

Vi sono due osservazioni possibili, a questo proposito: in primo luogo, è probabile che Boeri non pensi nemmeno alla possibilità di imporre misure espansive alla Germania perchè sa benissimo che la Germania non le accetterebbe e nessun governo europeo può imporle nulla. Il che significa che il famoso governo economico europeo sarebbe solo uno strumento della Germania per ulteriori pressioni sui paesi della periferia sud, e forse, appunto, anche sulla Francia. In secondo luogo, le parole di Boeri (per quello che indicano al di là delle intenzioni e delle opinioni dello stesso Boeri) ci dicono con chiarezza cosa dobbiamo aspettarci dal “più Europa”, se questo dovesse realizzarsi: più austerità, più povertà, più distruzione dell'economia, più asservimento del paese a interessi stranieri. E' questa oggi la “passion predominante” delle oligarchie europee.

(M.B.)






2 commenti:

  1. Il problema non è quello che dovrebbe fare un governo europeo: sulla correzione degli squilibri mediante coordinamento di politiche economiche, sociali e del lavoro, nonchè tributarie, in realtà i trattati (non Boeri) sono abbastanza chiari.
    E, come ha più volte evidenziato Laszlo Andor (commisssario UE agli affari sociali), eventuali misure "federali" di allineamento inciderebbero essenzialmente sulla Germania, dato il suo regime di dumping salariale e di avanzo oltre limite della bdp.
    Ma sarebbe una previsione "logica", non "affidabile".
    Governo federale? Sarebbe un'organizzazione di diritto internazionale, cioè soggetta al "fatto compiuto", al rebus sic stantibus e, in definitiva, alla legge del più forte.
    Cioè si schiererebbe senza dubbio su un'ideologia a senso unico: come...Boeri

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  2. La seconda che hai detto "è probabile che Boeri non pensi nemmeno alla possibilità di imporre misure espansive alla Germania perchè sa benissimo che la Germania non le accetterebbe e nessun governo europeo può imporle nulla".
    Il problema è che la Germania è stata costruita male e non è mai stata "imperiale" come Inghilterra e USA. Il suo dominio lo vuole esprimere imponendo i suoi prodotti al mondo, con una capacità produttiva gigantesca e anomala per un paese sviluppato.
    L'industria tedesca fu ricostruita dal nazismo. Hitler chiamò il signor Porsche e gli chiese di realizzare "la più grande azienda automobilistica del mondo". Nacque la Volkswagen.

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