mercoledì 28 agosto 2013

Bombe sulla Siria?


Tutto lascia pensare che nei prossimi giorni assisteremo ad una campagna aerea delle potenze occidentali contro le postazioni dell'esercito di Bashar Assad. Tutto questo, se davvero avrà luogo, avverrà a 29 mesi dall'inizio della rivolta. L'Iran, la Cina, la Russia, la Germaniail ministro Mario Mauro e il ministro Emma Bonino sono contrari.


Anche noi siamo contrari. Lo siamo per ragioni di principio. Gli interventi armati delle potenze occidentali servono sempre a difendere gli interessi imperialistici di tali potenze, e mai alla difesa delle popolazioni. Ma lo siamo anche perché questo specifico intervento potrebbe rappresentare non una vera svolta nella situazione, ma una sorta di grande manovra propagandistica. Gli USA hanno chiarito che non intendono rovesciare Assad. E anche Israele non vuole un cambio di regime. 

E allora perché bombardano? Secondo quest'ottima analisi di Limes, per salvare la faccia ad Obama. Un intervento mirato, limitato nei tempi e nella portata, che non cambierebbe la situazione sul campo, ma permetterebbe ai leader occidentali di fregiarsi del titolo di poliziotti del mondo. Un intervento, infine, che potrebbe persino essere controproducente per la stessa rivoluzione siriana, ricompattando il regime, galvanizzando la sua immagine "antimperialista" e delegittimando le opposizioni.

Ecco perché siamo contrari ai bombardamenti. Una soluzione ragionevole per il conflitto siriano sarebbe invece l'embargo totale delle armi nei confronti di entrambe le parti. Esso limiterebbe la violenza degli scontri, visto che i vari arsenali andrebbero verso un progressivo esaurimento, ri-nazionalizzerebbe il conflitto (oggi la Siria è terreno di scontro di varie potenze regionali) e permetterebbe alla parte che può davvero vantare un forte sostegno popolare di avere maggiori chance per riuscire a prevalere. La redazione di Mainstream

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5 commenti:

  1. Che cosa brutta che 300 milioni di nord americani permettano un attacco in Siria senza indignarsi e per "salvare la faccia" ad Obama. Bel nobel per la pace ... un esempio per tutti ... O_o'

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  2. Il problema è che l'embargo delle armi non dipende solo dagli USA e alleati, ed è poco probabile possa essere concordato con la Russia.
    Più che fondarsi sulle "motivazioni nascoste" (o palesi) dell'intervento, bisogna analizzarne le conseguenze. Se le conseguenze fossero positive, chi se ne frega dei "motivi".
    Quanto a Limes, mi spiace ma del buon Caracciolo non mi fido. Ricordiamoci cosa diceva dei Balcani, e cosa di recente ha detto della Libia (assieme al Generale Mini): che la Libia era una cosa diversa dal resto del nordafrica e che la rivolta era frutto di un "complotto" delle sette sorelle per sistemare gli equilibri petroliferi.
    Peccato che la Libia conti come il due di coppe quando briscola è bastoni nella produzione e commercializzazione del petrolio: meno ancora dell'Iraq, che già conta circa un 1% (anche prima della guerra).

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    1. Chiariamo: noi siamo contrari all'intervento, oltre per le ragioni di principio già illustrate, anche perché in questo caso specifico le CONSEGUENZE sarebbero negative. E cioè avrebbe un paradossale rafforzamento di Assad.
      Più dai, Caracciolo assunse un atteggiamento equilibrato sulla Libia, era contrario all'intervento...

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  3. Scusatemi per due ragioni:

    - anzitutto perché nel mio primo commento sul blog ho polemizzato;
    - in secondo luogo, perché devo denunciare il vostro vergognoso antiamericanismo. Come fate a non condannare senza riserve l'uso delle armi chimiche in Siria da parte del criminale regime di Assad???
    - in terzo luogo, scusatemi se non sono stato preciso con i link, devo studiarmi bene l'html.


    Herr Lampe

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