venerdì 20 settembre 2013

L'idea della moneta comune fa proseliti/4: Ancora Sapir

Abbiamo già visto come Jacques Sapir, in un articolo del 2010, sposava l'idea della moneta comune. Si poteva pensare che con gli anni avesse cambiato idea. Invece rilancia:
Questa idea attira un certo numero di uomini (e donne) della politica . Ed è tutt'altro che assurda , anzi. In effetti, una moneta comune avrebbe dovuto essere adottata sin dal principio.
Attendiamo che le parole di Sapir vengano definite vigliacce, codarde, probabilmente prive di significato, volte alla conservazione dell'euro, strumentali al dominio della Francia...

Sciocchezze a parte, notiamo che la trattazione di Sapir difetta di un elemento: i meccanismi di compensazione tra le partite correnti che rendono la moneta comune un vero sistema monetario cooperativo e non competitivo. Tale difetto è ampiamente "risarcito" dall'inserimento del discorso in una prospettiva internazionale:
Questo darebbe all'Europa sia la flessibilità interna di cui ha bisogno e sia la stabilità nei confronti del resto del mondo. Un "paniere di valute" essendo intrinsecamente più stabile di una moneta unica, la moneta comune potrebbe diventare un potente strumento di riserva, corrispondentemente ai desideri dei paesi emergenti BRICS .

Lo scioglimento dell'Euro, in queste condizioni , non segnerebbe la fine dell'Europa, come si pretende, ma al contrario la sua rimonta nell'economia globale, e per di più una rimonta da cui potrebbero trarre beneficio in maniera massiccia, sia per la crescita che la nascita nel tempo di uno strumento di riserva, i paesi in via di sviluppo dell'Asia e dell'Africa .

Oggi l'eurozona dominata dal mercantilismo tedesco mostra un profilo aggressivo rispetto al resto del mondo, che mette in crisi le economie extraeuropee, come illustra questo eccellente articolo. Un Europa che supera l'euro, e che magari abbraccia la moneta comune, diventerebbe un amico e alleato delle economie emergenti.

Infine, c'è da considerare che, come nota Sapir, un po' di stabilità della valuta non fa male, e la moneta comune consentirebbe di coniugare quella stabilità con la sovranità economica degli Stati europei e il benessere delle loro classi lavoratrici. Su come si intrecciano i temi del mercantilismo europeo e i problemi derivanti dalla mancanza di stabilità valutaria consiglio quest'ottima lettura. (C.M.)

5 commenti:

  1. Probabilmente c'è anche chi attende una polemica speculare, del tipo: "In realtà Sapir vuole due euro ecc..." perché ha firmato il manifesto di solidarietà europea.
    Ma in effetti lasciamo stare queste cose.

    Invece nel merito. L'articolo di Sapir prende in considerazione sia la dissoluzione dell'euro, sia l'ipotesi del suo mantenimento come moneta comune.

    A proposito del primo scenario scrive: "Uno scioglimento della zona euro non sarebbe una "catastrofe", come spesso si sostiene, ma piuttosto una soluzione salva-vita per il Sud Europa e per la Francia. Questo è ciò che mostra lo studio "Scenari di dissoluzione dell'euro", pubblicato all'inizio di settembre" (studio che ha Sapir tra gli autori).

    Non so quale dei due scenari egli ritenga più desiderabile o realistico, potrei azzardare la dissoluzione e il ritorno alle valute nazionali ma è solo una mia interpretazione.

    In ogni caso direi che non si tratta di un rilancio dell'idea di moneta comnune CONTRO l'idea del ritorno alle monete nazionali, quanto la discussione di due scenari entrambi efficaci nell'ottica della soluzione della crisi.

    Sui meccanismi di compensazione: non sono quelli descritti al punto II?

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    1. Sì, ma sono solo una parte dei meccanismi necessari. Comunque, è di solare evidenza che Sapir preferisca l'esito della moneta comune.

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  2. quel che è sicuro è che se si aspettano 4-5 anni a mettere in pratica (quindi non organizzare, ma aver già concluso) una di queste soluzioni non ci sarà più niente da salvare in italia.

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  3. @Claudio
    L'attuale posizione di Sapir mi sembra ben sintetizzata qui: http://www.fondation-res-publica.org/etude-euro/#.UkAmmT8ygg8

    "Pour éviter une dissolution sauvage, il y aurait potentiellement une perspective : la transformation de l’Euro de monnaie unique en monnaie commune. Ce scénario serait à priori préférable à un éclatement sauvage de la zone Euro et à un retour chaotique aux monnaies nationales. Mais est-il possible ?"
    [...]
    Il saggio presentato (Sapir è tra gli autori) "examine la possibilité d’une construction d’une monnaie commune après une phase préalable de retour aux monnaies nationales".

    Quindi hai ragione quando dici che Sapir preferisce lo scenario della moneta comune ma come progetto di "lungo periodo", essendo l'esito previsto quello di una dissoluzione dell'euro con il ritorno alle monete nazionali.


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