lunedì 9 settembre 2013

Ma cos'è la destra? Cos'è la sinistra?

"Tutti noi ce la prendiamo con la storia, ma io dico che la colpa è nostra. 
E' evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra e destra"
Giorgio Gaber

Un sentito grazie a Claudio Borghi, che ci regala questo scambio illuminante. Emergono in toto le ragioni dei difensori dell'euro, ma soprattutto si chiarisce la reale natura della sinistra politica esistente (PD ed alleati).
Altro che il "ma anche" di veltroniana memoria. Questi non solo non difendono i lavoratori (sai che novità...), ma neanche buona parte degli imprenditori. Non difendono i ceti sociali deboli, ma neanche quelli medi o medio-alti.
Chiudono occhi e mente di fronte ad ogni ragione logica. Non si scompongono anche quando si contraddicono in maniera imbarazzante. Contano sul fatto che tanto in pochi capiranno.
E intanto il famigerato spread italiano sta per diventare peggiore di quello spagnolo....

22 commenti:

  1. Su svariati blog è tutto un fiorire di accuse verso la presunta sinistra. Della destra e del centro con le loro spaventose responsabilità riguardo all'attuale porcaio in cui ci stiamo muovendo se ne parla poco, assai poco, ma a cosa serve questo comportamento? Quale vantaggio politico può dare?
    La stragrande maggioranza delle forza politiche in Italia e di centro-destra o di destra.
    La sinistra non è questione legata al posizionamento in Parlamento o un mera questione di NOMINALISMO, io mi sento di sinistra e vedo molte poche persone e organizzazioni che possano essere collocate in quella posizione. Piantatela con il nominare in continuazione il PD, quello è un partito di centro-destra che sta per avere finalmente un segretario di centro-destra (quelli precedenti erano vigili urbani che dirigevano il traffico delle correnti interne del PD). Perché non provate a domandavi "ma è sinistra questa, o sono quaglie che saltano?" invece di affermare: "la sinistra è un problema".
    Saluti.

    Massimo.

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    1. Il punto è che questi soggetti, che effettivamente implementano politiche di destra, si dichiarano orgogliasamente di sinistra. E tutte o quasi le persone di sinistra in questi anni hanno finito per gravitare a quello che, appunto, si chiama centro-sinistra. C'è però un elemento curioso, che forse è sintonia con quanto dice lei. Noi denunciamo la fine della dicotomia destra-sinistra, ma lo facciamo da quando la sinistra ha cominciato ad assomigliare alla destra. In altre parole: non è che i due poli hanno abbandonato le proprie radici per approdare a un qualcosa che non è né di destra nè di sinistra. La destra è rimasta più o meno sé stessa, mentre la sinistra ha subito una mutazione genetica. Mi pare che questo aspetto sia spesso sottovalutato nelle analisi su destra-sinistra, e che ciò non sia privo di conseguenze.

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    2. Ma in realtà sappiamo tutti che sono quaglie che saltano, però è naturale considerare il PD un problema, penso che in questo blog lo sappiano tutti che non si possa considerare un interlocutore credibile nè tantomento di sinistra.
      Rimane il fatto che a livello nazionale è il primo partito e gode ancora del sostegno di una parte di popolazione molto attiva e anche giovane che addirittura si autodefinisce "di sinistra", la speranza è che col tempo, magari anche leggendo questi articoli, possano aprire gli occhi.

      Pigghi
      Purtroppo mi viene da pensare che sia davvero troppo tardi, in quanto ormai gran parte di questa popolazione ha un bagaglio culturale troppo compromesso da anni di berlusconiani a antiberlusconiani.
      Paradossalmente molti tra coloro che si sono impegnati di più nell'attività politica, si sono ritrovati ingabbiati, e inevitabilmente più reticenti a discutere di quegli argomenti fondamentali a causa del framing operato dai dispensatori di cultura del centro-sinistra.

      Pigghi

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    3. Guardi Claudio che quelli che hanno modificato la propria visione, sono usciti dalla sinistra, non l'hanno modificata. Hanno fatto il salto della quaglia, sono passati tra gli opportunisti, hanno svenduto l'interesse/il bene collettivo con il loro stupido interesse privato. Questa, e sono sicuro che lei ha capito cosa voglio dire, non è sinistra. E' destra a tutti gli effetti.

      Cordialità.

      Massimo

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  2. Ho sentito Gianpaolo Galli a radio radicale forse un paio di mesi fa, o meno, in una sua dichiarazione di voto. Diceva che era il caso di smettere di occuparsi della domanda, per preoccuparsi dell'offerta. E' una parafrasi, la mia, ma fedele. Sono andato a vedere chi fosse e per quale accidente di motivo il PD l'avesse candidato. Non avrei mai creduto si fosse trattato di un economista. Forse è un raccomandato del Tea Party.
    Chissà cosa ne pensa Fassina.

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    1. Galli è un economista coi contro-fiocchi

      http://www.giampaologalli.it/2013/02/cv/

      Il che, a parer mio, non rappresenta esattamente un'attenuante.

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  3. Ha ragione Claudio, questi continuano a definirsi di sinistra.
    Questo è il loro programma "di sinistra", come loro stessi lo definiscono.

    http://noidemsa.files.wordpress.com/2013/06/il-rilancio-parte-a-sinistra.pdf

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    1. La prima che mi passa sotto mano.
      Anche questi si definiscono di sinistra:
      http://sollevazione.blogspot.it/
      e non scrivono certamente e cose che scrivono quelli del tuo link. Questi perlomeno sono marxisti (per alcuni dell'illinois, ma su questo stendiamo un velo pietoso) e si fa meno fatica a definirli "di sinistra". E' ovvio che c'è una corsa ad accaparrarsi quelli che non si sono accorti di avere a che fare con "le quaglie". Una risposta invece potrebbe essere che quelli di sinistra sono gli elettori che non votano e quelli che stanno votando PD per la maggior parte sono ex DC o poveri sprovveduti incapaci di comprendere quello che li circonda. Per questo vanno considerati elettori di sinistra, sinistra rappresentata dal PD (Mi viene da vomitare)? Ci interessano questi elettori? Per me le risposte sono due no.

      Massimo

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    2. facile silurare cosi' qualcuno senza parlarne. Su chi lo cali il velo pietoso e perche', caro Massimo?

      Ad ogni modo, conosco abbastanza elettori PD che accumulano delusioni su delusioni, chiedono a d'Alema di dire qualcosa di sinistra ... ma poi si arriva al voto e ti senti dire che non si puo' consegnare il paese al Banana, che il modello sociale del PD e' meglio di quello del PdL, etc etc etc, cioe' si autorintronano di sciocchezze pur di non abbandonare il partito preso e prendere atto del proprio fallimento come elettore nel scegliere una parte che li rappresenti, con il risultato di tornare sempre all'antico e sostenere/incentivare la reiterata truffa del PD ...

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    3. @Olandese volante
      il velo pietoso è da stendere sul passaggio artificioso dai Nazisti dell'Illinois (originale) a Marxisti dell'Illinois (adattato all'uso :-D). Il ricorso a questo tipo di ironia, solo per convincere alcuni della correttezza delle proprie "visioni" in contrapposizione a quelle di altri definisce con precisione lo spessore delle argomentazioni di chi lo propone.
      A gli elettori del PD a cui fai riferimento, è mai passato per la testa che stanno votando a destra e non a sinistra? prova a fargli questa domanda ed ascolta le loro risposte se sono le stesse che danno qui da me ci troverai solamente atti di fede e teste sotto la sabbia.

      Ciao.

      Massimo.

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  4. Carino lo storify.
    In buona sostanza ribadisce la tecnica (sic) piddinica. Quando risulta ovvio che stanno sparando sciocchezze ci sono due possibilità :
    - l'ultima domanda è avvelenata (ma non era una domanda: sei un triedro in cui il quarto lato è presidiato e resta libero solo il lato fogna), oppure
    - se ne escono a campanelli mentre è in uso un mazzo di carte bergamasche.

    Ma che gliel'hanno insegnato alla scuola di partito?

    La situazione è drammatica, ma non seria.

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  5. Io invece voglio spezzare una lancia a favore di Galli: è l'unico che nel PD racconta le cose come stanno. E ve lo dimostro con un articolo uscito in luglio sull'Unità (penso che Gramsci stia facendo il carpiato nella tomba): http://www.giampaologalli.it/2013/07/crisi-facciamo-come-ciampi-torniamo-alla-concertazione-giampaolo-galli-su-lunita-12072013/ Leggiamo bene: le riforme sul lato dell'offerta non è che possano più di tanto; "dall'avvio dell'euro" abbiamo perso "venti-trenta punti di competitività". E dunque? Scusate se cito per esteso, ma mi pare un documento molto importante: "Qui occorre una discussione molto seria, di cui vedo poche tracce. Molti economisti ritengono che l’aggiustamento di prezzi e salari avverrà spontaneamente ma molto lentamente, a seguito di un altro decennio segnato da stagnazione dell’economia, alta disoccupazione, disarticolazione dei sindacati, smantellamento dei diritti. Questa mi sembra una prospettiva verosimile, che peraltro è ampiamente già in corso, ma da incubo. Mi chiedo quindi se non si possa mettere in campo un atto di volontà forte, un po’ come fece Ciampi nel 1993. Dopotutto, le parti sociali esistono ancora! Forse con esse possiamo negoziare, come propone Marcello Messori, obiettivi di produttività cui legare la dinamica contrattuale, oppure una nuova politica dei redditi, di tutti i redditi, che dovrebbe proporsi un obiettivo di “inflazione zero”, con la finalità di recuperare uno o due punti di competitività ogni anno ed evitare una stagnazione economica infinita e insostenibile." E finalmente giochiamo a carte scoperte!

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    1. Vero, dice le cose veramente per bene...ma l'inflazione zero per un paio di anni come la fai se non randellando la domanda interna a botte di austerity e disoccupazione? C'è un altro modo?

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    2. Ma Galli si rende conto che la seconda delle due alternative equivale esattamente alla prima ?

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    4. Analisi corretta e soluzione sbagliata..o meglio la soluzione proposta è la peggiore fra cui scegliere, ma lui la propone 2 volte con parole diverse, tanto per stare più tranquillo; dell' € breakup non se ne parla invece...ottimo esempio di come riuscire ad essere intellettualmente disonesti pur dicendo le cose come stanno...basta solo non dirle tutte.

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    5. Emiliano, un paio d'anni? Se di punti da recuperare ne hai 20 o 30, immaginando per amor di ipotesi che la Germania non scenda più sotto il 2% come implica Galli, significa che l'inflazione la devi tenere a zero per almeno *un decennio*.
      Marco, forse una differenza c'è: se la vittima è consenziente è più facile ucciderla.
      Mi spiace deludere Emilio, ma io con questo delirio (visto che perfino all'epoca del gold standard i paesi periferici aggiustavano il tasso di cambio nominale e quindi, è stato dimostrato, quello reale) non sono per niente d'accordo e pensavo si intuisse. Almeno però adesso qual è l'alternativa all'uscita dall'euro lo si ammette chiaramente: chissà che finalmente qualcuno in più non apra gli occhi.

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    6. Hai ragione, non so perché ho scritto un paio d'anni...il senso rimane: Galli dice 2 volte la stessa cosa, 2 volte propone la soluzione peggiore al problema e non accenna nemmeno a quella migliore, quindi resta un paraculo a mio avviso.

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  6. Io non riesco a rispondermi alla domanda fatta da Borghi: chi sono gli importatori? E quelli che lavorano sul mercato interno senza concorrenza estera? Ci sono settori senza concorrenza estera?

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    1. Forse quelli che hanno delocalizzato gli impianti produttivi tipo i Della Valle che spacciano il made in italy farlocco?

      Cosa si vince??

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  7. Concordo con Arturo.

    Se la Germania non cambia in modo deciso la sua politica ... e noi non si esce dall'Euro come auspicherebbero i Nostri (per "colpa" della BCE che tiene a bada la speculazione, di qualche piccola concessione tedesca, della paura dell'ignoto, dell'assuefazione alla prospettiva di lento scivolamento, etc.) ... noi nel frattempo che si fà per questo Paese ??

    Attenzione. Non si tratta di negare la possibilità dello scenario di uscita dall'Euro. Ma proprio perché non si tratta affatto di una certezza a portata di mano, non ci si può permettere di investire tutte le proprie energie su questa sola opzione, auspicando ogni giorno che accada il "tanto peggio, tanto meglio".

    Credo invece che al Paese debba ricompattarsi su un grande accordo di politica dei redditi in nome dell'equità distributiva, del controllo dell'inflazione e degli investimenti. E questo, si badi, sia che si resti nell'euro, ma anche per il caso in cui se ne esca!

    Un cordiale saluto.
    http://marionetteallariscossa.blogspot.com/

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    1. Dal dovere al potere:
      cosa ci fa pensare che una classe sociale di pochi privilegiati arricchitasi enormente a spese di tutto il resto della popolazione, possa improvvisamente rinunciare alla sua cornucopia?

      Allo stesso modo, tutto il resto della popolazione potrebbe mai pervenire a un accordo con chi la ha spolpata tanto a fondo che non preveda la restituzione del maltolto e si accontenti invece di tirare a campare nelle condizioni in cui è stata ridotta vedendone i colpevoli fare la vita dei Re Mida?

      Ho i miei dubbi, ma d'altronde 10-15 anni fa chi si sarebbe azzardato a prevedere condizioni come quelle attuali?

      E' anche vero che proprio in quel periodo passò a ora tarda una trasmissione TV che parlava del New American Century, degli obiettivi che si proponeva e delle prospettive conseguenti al loro materializzarsi.

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