giovedì 3 ottobre 2013

Sic Transit Gloria Silvii

Ieri Berlusconi ha rinunciato, probabilmente per sempre, a giocare un ruolo rilevante nell'ambito della scena politica italiana ed europea. A B. era rimasta una sola maschera in grado di mantenerlo sul palco: quella del vendicatore dei piccoli capitalisti italiani, quella del nemico e possibile affossatore dell'euro. L'ha lasciata cadere, ed è scivolato dietro le quinte.
Il Governo di Letta-nipote rimane al centro della scena, invitto. Aveva ragione Giorgio Cremaschi a mettere in guardia dal definirlo un governicchio; si tratta invece della cupola (o delle sezione italiana, dipende dai punti di vista) di un sistema di potere tentacolare e fortissimo. Talmente forte da poter fungere da polo magnetico per quelli che fino a ieri erano servi e sguatteri di B., i vari Alfano Cicchitto Schifani ecc.
La dirigenza del partito di B. si è dunque schierata contro quest'ultimo, posizionandosi sotto le ali della Trojka. B., ottenuta probabilmente una qualche contropartita, ha accettato il proprio pensionamento. Chi sperava, più o meno velatamente, che egli desse vita a un Fronte Nazionale Italiano è servito. Certo, c'è sempre tempo per l'estrema destra di compattarsi attorno al tema dell'uscita dall'euro. La società italiana è una fucina costante di fascisti. Ma l'Alba Radiosa italiana dovrà aspettare ancora qualche mese, o qualche anno.
Il potenziale anti-euro di B. è la migliore chiave di lettura della storia politica di questi anni. L'establishment di questo paese, quello che ha il suo pilastro nel centro-sinistra e che da vent'anni esprime i Presidenti della Repubblica, ha sempre cercato il compromesso (l'inciucio) con B., cercando di porre la tremenda forza di quest'ultimo al servizio dell'Europa, e non contro di essa. Lo scambio ha dato i suoi frutti: B. non ha mai fatto tremare, come pur avrebbe potuto, l'impalcatura comunitaria, e la controparte non ha fatto in modo, come pure avrebbe potuto, di contrastare i suoi interessi e la sua smania di impunità.
Tale patto tra gentiluomini non ha escluso che, a un certo punto, lo stesso establishment cercasse di far fuori B. I vertici della Repubblica e delle istituzioni europee hanno cercato dunque di arrivare a un preciso risultato: liberare la destra italiana dal controllo di B. Non a caso la storia recente di questo paese può essere descritta come una continua battaglia per il dominio del campo destro dello scenario politico. Anni fa ci provarono con Follini e Casini. Poi, più apertamente, con Fini. Infine inviarono Monti a fondare la sezione italiana del Partito Popolare Europeo, scalzando il dominio berlusconiano; ma alle elezioni del febbraio 2013 B. prese il triplo dei voti dell'uomo della Trojka.
Ironia della sorte, Alfano è riuscito dove tutti gli altri fallirono. L'assassino, come sempre, è il maggiordomo. 
Ora che B. è stato addomesticato, dobbiamo prepararci ad un attacco concentrico contro quanto di buono e civile ci rimane. PdL e PD uniti, e più che mai forti nella loro unione, coperti sul fianco destro aggrediranno quello sinistro. L'obiettivo, oltre al proseguimento della macelleria sociale imposta da Bruxelles, sono la Costituzione e l'indipendenza della Magistratura. Se lo ricordino i vari Landini, Rodotà, Zagrebelsky. Ora il collante dell'antiberlusconismo si è esaurito. B. non è più eversore; lo sarà Letta. Saranno le personalità citate all'altezza del momento? Riusciranno a rompere ogni legame col centro-sinistra che vuole rovinare la Costituzione? (C.M.)

5 commenti:

  1. Non sarà così. Ad ogni modo tutti pensano solo ad assicurarsi una continuità per quando B. non ci sarà per ovvie ragioni anagrafiche. Solo questo. Ma sparerà le sue cartucce, e faranno male.

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  2. con il PUD€ saldamente in Parlamento e al Governo, e con i (tiepidini) oppositori all'euro fuori dalle Istituzione, basterà adoperare un po' di intelligenza, anzi, di intelligence

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    1. intanto le elezioni europee del 2014 DOVRANNO "concederle". possono fare, e lo faranno, del loro peggio. ma i cittadini voteranno. e si ritroveranno in un europa prostrata dalla recessione un parlamento europeo al 25% euroscettico.

      ovvio questo non li fermerà. ma sarà un altro ingranaggio fuori posto.

      loro non mollano, ma neanche noi. hanno rimandato il redde rationem. per ora però è solo rimandato.

      il loro vero volto sarà ogni giorno più evidente e ogni giorno più palese perchè, per quanto possano mentire, "non possono rimetterci nel portafogli i soldi che con l'altra mano ci prelevano".

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  3. Credo che quello che dovremo vedere è se ci sarà alla lunga una risposta da parte dei cittadini.
    Anche se ci bollono piano piano come la rana, un punto di rottura da qualche parte probabilmente arriverà. Anche perché l'Europa non è fatta di un popolo unico, varcate le Alpi si parla francese, tedesco e sloveno, non italiano (a parte il Ticino). E quando i tedeschi varcano i confini, a parte la Svizzera e l'Austria, non si parla tedesco, ma olandese, francese, polacco, ceco e fiammingo. Credo che sarà questo alla fine il punto di rottura, il fatto che culturalmente siamo comunque troppo diversi.
    Riccardo.

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