martedì 12 novembre 2013

Furio Colombo VS Voltaire

Eccezionale articolo di Furio Colombo, che cerca di spiegare perché è giusto mandare in galera chi esprime opinioni o compie ricerche di segno nagazionista e revisionista, in aperta violazione della Carta Europea dei Diritti (art. 11 e 13). Eccezionale per la povertà di argomenti e per la squisita malafede che lo pervade.

Preso atto che i più importanti storici italiani sono contrari all'imposizione della verità di Stato, il nostro cerca di trovare un'appiglio nell'incerta opinione dell'unica studiosa che evidentemente gli dà retta, Liliana Picciotti:  "Non so quale sia la formula giuridica per fermare i negazionisti. Mi rendo conto che una legge potrebbe essere inefficace. Eppure avrebbe un forte valore simbolico". Affermazione del tutto arbitraria, visto che sarebbe altrettanto plausibile sostenere che, invece della lotta all'antisemitismo, la nuova legge potrebbe simboleggiare la censura per le opinioni non "in linea". Comunque, il nostro prende le parole della Picciotti e le usa come punto di partenza per un deciso salto lirico:

"Fatalmente è imperfetto e inadeguato ogni strumento che si oppone a progetti di sterminio degli esseri umani o progetti che negano, dopo che quello sterminio sia mai avvenuto, perché non lo rimpiangono e perché, persino inconsapevolmente, non vedono dove sia lo scandalo. Dunque non resta che uno sbarramento istituzionale, alto e simbolico perché anche sulla marea, che sale e si espande, dell’antisemitismo, ci sia un faro acceso che indichi un punto irremovibile".

Mandare qualcuno in galera per affermare un simbolo può, comprensibilmente, suscitare orrore e inquietudine nelle persone sane di mente; va detto però che il diritto penale abbia anche una funzione simbolica è risaputo da tempo. Il codice penale è il prezzario dei valori sociali, diceva lo Jhering. A ben vedere però, la funzione che Colombo affida alla criminalizzazione del negazionismo non è semplicemente simbolica; egli la pone al servizio di una determinata strategia politica e ideologica. Vediamo infatti quale sia il punto illuminato dal faro acceso dal nostro:

"Se non fosse legalmente condannata, la negazione della Shoah (che, dimostra l’esperienza, si trasforma subito in “denuncia dell’imbroglio”) seguirebbe (già accade) la negazione della legittimità dello Stato di Israele(...)e si griderebbe, neonazisti e sinistre insieme, che Israele se ne deve andare, perché fondato sulle false lacrime della Shoah".

Ed ecco che tutto si spiega! La criminalizzazione del negazionismo non è volta a combattere l'antisemitismo, ma a cementare la percezione di legittimità di Israele, unico vero interesse di Colombo. Il quale con questo articolo dimostra tre cose:

  1. Che non ha molta fiducia nelle capacità dello sionismo di conquistare una autentica simpatia politica tra i cittadini;
  2. Che per giustificare l'esistenza di Israele si sente costretto a rifarsi alla folle mitologia della "compensazione", secondo la quale gli ebrei hanno diritto di occupare le terre dei palestinesi perché i tedeschi li hanno sterminati;
  3. Che l'ex-Senatore Colombo ha una così spiccata coscienza liberale e adesione agli ideali dello Stato di Diritto da non esitare a porre il diritto penale al servizio di una sfacciata operazione ideologica. Un vero "uso politico della Giustizia". (C.M.)

28 commenti:

  1. Qualche R+R disponibile si trova sempre.

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  2. Informarsi per bene prima di scrivere, ma non nei centri sociali!
    Israele o gli Ebrei non hanno mai occupato le terre palestinesi per il semplice motivo che i palestinesi non sono mai esistiti, quelle terre, loro da sempre (degli Ebrei ), le riacquistarono da ricchi arabi di nazionalità giordana, libanese, siriana.
    Le tribù ( perchè di questo si parla ) che occupavano quella terra chiamata Palestina, dai romani, per sfregio agli Ebrei, provenivano dalla Giordania, dal Libano, dalla Siria e si erano installate in quelle terre, ma non erano le loro terre.
    Il termine palestinese è assolutamente arbitrario in quanto mai esistito un popolo palestinese in tutta la storia del mondo ma, improvvisamente si decise che dovesse per motivi politici ben evidenti, sopratutto oggi, di farlo nascere nel 1967.
    Da quel momento le varie tribù che soggiornavano su quelle terre, si chiamarono dalla notte al giorno improvvisamente...palestinesi e quella terra, la loro terra, un falso storico che purtroppo è diventato realtà, grazie alla vigliaccheria dell'europa!
    Che qualche italiano ( non tutti per fortuna ), abbiano...memoria corta è risaputo ma che si travisi in maniera così evidente la realtà dei fatti, mi dà da pensare che sotto sotto ci sia anche un pò di mancanza di studio!
    Gérard

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    1. Si dovrebbe soltanto vergognare delle sconcezze che ha appena scritto. A mai più.

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    2. Avete riprodotto esattamente la situazione descritta prima. Uno (Gérard) scrive una ricostruzione falsa della storia, l'altro (Claudio) lo censura.

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    3. Ahahahahah, Francesco sei riuscito a farmi ridere! Ottima ironia (perché di ironia si trattava, voglio sperare). Nessuno toglie a Gérard il diritto di dire le cose ributtanti che dice. Solo, non su questo blog. Punto. È un attimino diverso dal mettere Gérard agli arresti.

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    4. Caro Gérard, i palestinesi, tribù o non tribù (le ricordo comunque che erano suddivisi in tribù anche i cittadini dell'Atene di Pericle) erano sudditi dell'Impero Ottomano. Sconfitto quello, le potenze vincitrici se lo divorarono, e con l'accordo Sykes-Picot lasciarono la briciola Palestina come "national home" ai sionisti. Seguono tante cose, tra le quali Israele.

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    5. Una ricostruzione raffazzonata Roberto, diciamo anche che gli allora ebrei in palestina si schierarono da subito dalla parte giusta, mentre i palestinesi di allora no.
      Si possono fare tutte valutazioni in merito, ma le condizioni le dettano, da sempre, e ci mancherebbe altro, i vincitori.
      Stessa cosa nella seconda (guerra).

      Secondo me basta e avanza.
      Sono d'accordo sul fatto che non bisogna criminalizzare le opinioni, sempre che non abbiano una connotazione apologetica (si dice così?) tesa a fomentare aggressività nei confronti di chicchessia.
      La stupidità si sconfigge in altri modi.

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  3. Non si capisce bene il problema: è Furio Colombo, lo stato d'Israele o il gioco delle parti?

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    1. È il generale declino della civiltà occidentale.

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    2. sono d'accordo con Claudio. Le falsità si confutano con il metodo scientifico e non con il principio di autorità ovvero con la punizione per chi afferma il falso. E' il principio del TINA (there is no alternatives) che dalla scienza economica, trasformata in dottrina, si vuole applicare anche ad altri ambiti al fine di riscrivere la storia in modo da controllare il presente.

      Gabriele

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  4. Dobbiamo capirci. Sono del tutto favorevole alla verità storica. Qualunque essa sia, anche se contrasta con le mie convinzioni. La verità è sempre rivoluzionaria! Detto questo però, tra ricostruzione storica e propaganda c'è differenza. Se scrivo un libro pieno di ricostruzioni false per negare che ci sia stato il massacro degli ebrei e lo faccio esclusivamente per alimentare credenze fasulle di gruppi neo-nazisti, in questo caso il diritto qualcosa deve pur fare. Lo dice uno che parenti ebrei ne ha. E mia zia, ebrea, quando andò in Germania dopo la guerra, rimase sorpesa che nessuno sapesse nulla di Dachau e Mauthausen. Un confine tra ricerca della verità e propaganda basata su falsità ci dovrà pur essere.

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    1. Dunque, nel post di Marino che ho linkato, tra i commenti scrivo che il 99% dei negazionisti è composto da nazisti che fanno propaganda alle loro "idee". Per aver scritto ciò mi sono anche beccato la rampogna di un imbecille dal nome pittoresco. Detto questo, io non ho afferrato il senso del tuo commento. Qui siamo abituati a parlar chiaro. Sei favorevole o contrario alla criminalizzazione del negazionismo? Grazie.

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    2. Sono per la libertà di espressione. Sono contro le ricostruzioni false a scopo propagandistico che andrebbero perseguite per legge.

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    3. "perseguire per legge le ricostruzioni false a scopo propagandistico" è un modo carino per dire "criminalizzazione del negazionismo", giusto?

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    4. Se le ricostruzioni storiche che propongono sono false sì, sono per la condanna penale. Ci dovrebbe essere una commissione che giudica la consistenza storica di quello che pubblicano. Tra l'altro, ricordiamo il mito degli ariani, completamente inventato?

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    5. Francesco, io non credo che tu ti renda conto della gravità delle cose che scrivi. Una commissione che verifica la "consistenza storica" dei libri pubblicati? E all'esito negativo condanna l'autore al carcere, per interposto magistrato? Ma stiamo scherzando? Una cosa del genere esiste in Iran. Non dovrebbe esistere in Europa. Per te i nostri due post sono stati fatica sprecata.

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    6. Francesco scrive "sono per la libertà di espressione" ma aggiunge "sono contro le ricostruzioni storiche false a scopo propagandistico" (aggiungendo che "essere contro" vuol dire chiedere condanne penali). Ma una "ricostruzione falsa a scopo propagandistico" è appunto una di quelle opinioni di cui si chiede la libertà quando si parla di libertà di espressione, garantita dalla nostra Costituzione. Ovvero, Francesco vuole la libertà di opinione ma è contrario alla libertà di opinione. Come deve aver detto Hegel da qualche parte, la gente dovrebbe mettere le proprie idee d'accordo fra loro.

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    7. Ma quando scrivi "imbecille dal nome pittoresco" ti riferisci a me?

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    8. Sì, come tu ti riferivi a me quando parlavi di "quello scemo" che pure "avevi difeso".

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    9. @Istwine

      Gli ultimi due commenti sono off-topic. Se hai qualcosa da dire sugli insulti che mi hai rivolto e su quelli che ho rivolto a te scrivi pure su Nashwan.mar@gmail.com. Se invece hai qualcosa da dire su Furio Colombo e il negazionismo, accomodati.

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    10. La libertà di espressione è un valore. Anche le ricostruzioni storiche, se basate su documenti, hanno un valore. Anche quelle di Giampaolo Pansa, se basate su documenti veri. Se però io racconto che ho testimonianze certe, documenti, che dicono che Marino si ritrova ogni fine mese davanti gli uffici postali e ruba i soldi ai pensionati e che Claudio appartiene ad una rete di pedofili che operano in internet, ci sarà pure il modo di difendersi. Credo che mi beccherei una condanna per diffamazione. O no? E allora, se qualcuno scrive che Dachau non è esistita ma che fosse semplicemente una fabbrica di sapone, ci sarà pure il modo di difendere la verità. Se hai i documenti mostrali ai magistrati e non sarai condannato. Altrimenti passa qualche annetto nelle patrie galere.

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    11. Paragonari la calunnia e la diffmazione al negazionismo, eppure dovrebbe esserti evidente la colossale differenza tra i due tipi di condotta. Basta pensare a una cosa: più la ricostruzione alla base della calunnia o della diffmazione è falsa, più si danneggia la vittima del reato; d'altro canto, più la tesi negazionista è falsa o basata su nozioni distorte, meno essa è atta a creare danni, perché è facilmente smascherabile dagli storici veri. Dato che il problema, per chi combatte il negazionismo, non sono certo le sparate che hai citato, palesemente poco serie, bensì le tesi che potrebbero contenere elementi di verità (es: non morivano per le camere a gas, ma per epidemie di tifo), il giudice che si occupasse del caso si troverebbe a dover decidere quale tipo di ricostruzione storica dichiarare plausibile, incriminando l'altra. Se estendessimo il principio noi otterremmo come sicuro risultato quello di uccidere la ricerca storica, perché nessuno si assumerebbe il rischio di andare incontro a condanne penali nel caso incappasse in errori o scrivesse qualcosa che non piace al giudice.

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    12. A quanto detto da Claudio in risposta a Francesco, aggiungo solo due punti: in primo luogo in Italia esiste già il reato di diffamazione, come pure quello di incitamento all'odio razziale. Quindi se il negazionista diffama o incita all'odio razziale, è già perseguibile. E' evidente allora che se si vuole introdurre il reato di negazionismo, si vogliono colpire quelle espressioni di negazionismo che non sono diffamazioni o incitamenti all'odio razziale. Cioè si vogliono proprio colpire delle semplici opinioni.
      In secondo luogo, è davvero sorprendente la domanda sul "modo di difendere la verità". la verità si difende con le armi della ragione, non con la galera. Almeno nella civiltà occidentale. Certo, sotto un regime assolutista, o stalinista, o nazista, le cose vanno diversamente.
      Del resto, mi pare che se c'è qualcosa che non ha particolarmente bisogno di essere difeso è la verità storica sul genocidio ebraico: nessuno si fila i negazionisti, delle loro teorie si parla unicamente in occasione della proposta di leggi antinegazioniste, o di processi a teorici negazionisti nei paesi dove tali leggi esistono. Sono gli antinegazionisti gli unici a dare importanza ai negazionisti, e a costringere anche noi, che avremmo di meglio da fare, a discuterne, per difendere alcuni elementari principi della civiltà occidentale.

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    13. Preciso una cosa: quando parlo di tesi negazionista che POTREBBERO contenere domanti di verità non intendo affermare che, secondo me, esistono tesi negazioniste che contengono elementi di verità. Sto solo dicendo che ci sono tesi negazioniste palesemente false e ideologiche, e altre che si presentano nella veste di ricostruzioni storiche "serie". Inserendo il principio che la legge può perseguire queste ultime, si conferisce al giudice penale una discrezionalità enorme nello stabilire, in concreto, quali ricerche sono ammissibili, e quali no.

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  5. Le cose stanno ben peggio di così. Non è solo Furio Colombo, o la Picciotti, due italiani sui quali quindi potrebbe pesare il sospetto che il ventennio (quello fascista, non quello berlusconiano) non sia mai passato. Si tratta della Unione Europea:
    http://www.forbes.com/sites/timworstall/2013/10/30/the-european-union-proposes-to-ban-communism/
    Cito:
    "Section 7. Penal Sanctions
    (a) The following acts will be regarded as criminal offences punishable as aggravated crimes:
    ....
    (v) Public approval or denial of the Holocaust.
    (vi) Public approval or denial of any other act of genocide the existence of which has been determined by an international criminal court or tribunal."
    Notare: Olocausto, non Shoa.
    Inoltre, si stabilisce che esiste una Verità Storica stabilita una volta per tutte, e che chi istituisce codesta Verità Storica sono i tribunali!
    Siamo alla "verità oggettiva" di baffone.
    E tutto questo, nel nome della lotta contro i regimi e le ideologie totalitarie!


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    1. No, non si tratta dell'Unione Europea. È un testo elaborato da un think tank. Ti consiglio di leggere questo:

      http://il-main-stream.blogspot.it/2013/11/avevamo-ragione-noi.html

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    2. Hai ragione, non è un "documento ufficiale", né della Commissione, né nel Consiglio Europeo. Ed in effetti anche una eventuale (improbabile) approvazione del Parlamento europeo sarebbe nient'altro che una "mozione" senza effetti giuridici, proprio per il motivo che dici: il PE non gode di iniziativa legislativa (in che senso sarebbe dunque un Parlamento? Nel senso del Reichstag ai tempi di Bismarck). A meno che la Commissione non lo faccia proprio.
      Tuttavia questo Think-thank è una tipica creatura della cultura "europea":
      http://en.wikipedia.org/wiki/European_Council_on_Tolerance_and_Reconciliation
      Resta il fatto che fior di (ex) capi di stato e di governo di diversi paesi Ue partoriscono tali bestialità, il che significa che questo tipo di cultura esiste, e non è trascurabile.

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    3. Hai ragione. E basta scorrere la pagina Wikipedia per rendersi conto del fior fiore di teste di (OMISSIS) che animano quel gruppo.

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