giovedì 19 dicembre 2013

La sinistra inutile


 Fa impressione vedere il tipo di reazione che la maggioranza della sinistra, sedicente "moderata" o sedicente "radicale", ha riservato alle proteste dei giorni scorsi, diventate note come "le proteste di forconi" dal pittoresco nome di una delle componenti.
Molti dei commenti che si leggono fanno venire in mente l'osservazione di Dostoevskij su quei rivoluzionari che amano l'umanità ma detestano gli esseri umani in carne e ossa, o quella di Brecht sul Comitato Centrale che ha destituito il popolo e ne ha nominato un altro.
Vi sono sicuramente delle eccezioni, come l'ottimo intervento di Mimmo Porcaro, largamente condivisibile.
Purtroppo quella di Porcaro è, appunto, un'eccezione. In sostanza il movimento viene stigmatizzato come eversore e parafascista, anche se si riconosce il suo rispecchiare un disagio sociale autentico. Il distacco siderale dalla realtà del paese da parte della sinistra, in quasi tutte le sue componenti, che abbiamo più volte evidenziato in questo blog, appare con tutta evidenza in una simile circostanza.
Non c'è dubbio che il movimento di protesta che si è manifestato nei giorni scorsi presenti contraddizioni, ingenuità, ambiguità e vi sia in esso una componente vicina alla destra. Ma a me pare ovvio che qualsiasi discussione su questo tema debba partire da due assunzioni ineludibili:

 1. L'intera classe dirigente italiana (ceto politico, ma non solo) ha accettato la prospettiva di devastazione del paese, di distruzione della sua civiltà e di degrado economico e sociale, a cui porta l'attuale dinamica del capitalismo globale e, al suo interno, i vincoli dell'euro e dell'UE.
2. La sinistra, in tutte le sue componenti, o è complice di questo degrado o in ogni caso è totalmente impotente di fronte ad esso, per evidenti limiti culturali e sociali.

Se non si parte da qui, ogni discussione è aria fritta. Ma se si parte da qui, è ovvio che l'unica speranza di salvezza del nostro paese, dei nostri diritti, delle nostre vite, è il montare di una protesta
popolare che spazzi via l'attuale classe dirigente, in tutte le sue componenti. Visto che il degrado della cultura e della politica nel nostro paese dura da decenni, visto che lungo questi decenni nessuno,
tantomeno a sinistra, è riuscito a fornire al popolo di questo paese parole sensate per pensare la protesta, è chiaro che all'inizio ogni forma di autentica protesta popolare assumerà forme confuse,
illogiche, magari reazionarie. Ma non c'è altra possibilità, se si vuole lottare nella realtà contro il capitalismo reale, che gettarsi nel gorgo e cercare di fornire a chi è ormai alla disperazione le parole e i concetti necessari. Che la maggioranza della sinistra non capisca questo, è solo un'ulteriore dimostrazione della sua inutilità, del suo essere arrivata al capolinea.
(M.B.)

7 commenti:

  1. Non solo inutili, ma perfino dannosi fin da quando si facevano chiamare ds, margherita o pds e, mentre ai tavoli Europei si firmava di tutto, loro non avevano nient'altro di meglio che fare che i girotondi in piazza come i bambini! Erano già inutili vent'anni fa e non lo capivamo...

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  2. qualcuno (forse) lo aveva pure capito ma ovviamente era impossibile prenderla sul serio...

    http://www.youtube.com/watch?v=iUcd4qeQePA

    dal minuto 1.55 al 3.10

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  3. Mi iscrivo a quella sparuta pattuglia che pensa le cose di Porcaro. Io penso che ci siano degli schematismi che sono frutto di pigrizia mentale. Se non ci sono operai della grande fabbrica col sindacato confederale dietro, nasce il sospetto. Io invece penso che col ragazzo disoccupato, che magari rappresenta la terza o quarta generazione di immigrati dal sud verso Torino, un comunista debba andare a parlare. Anche col contadino che è costretto a vendere le arance a 5 centesimi. A quelli che chiudono i negozi, a tutti quelli che stanno soffrendo per una crisi senza fine. Oltre a Porcaro, c'è stato un bel articolo di Marco Revelli. Certo, le ambiguità ci sono. Ad esempio, perché il "contadino" di Latina chiede allo Stato di ridurre le tasse e non parla della Camorra di Fondi? Che è quella che tiene il racket della distribuzione dei prodotti agricoli. E' la distribuzione mafiosa che strangola e che "estrae" valore dai nuovi schiavi, che vengono dall'Africa per raccogliere arance e pomodori in condizioni di schiavitù appunto. Rosarno insegna.

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  4. Insomma, Porcaro si alliena a molti altri intellettuali di sinistra affermando che il movimento dei forconi, pur essendo "ambiguo, rozzo, largamente influenzato dalla destra estrema" non può esser "giudicato “prima”, senza parteciparvi o senza aver tentato di farlo, senza attraversarlo e senza averne separato il buono ed il cattivo: senza aver proposto dall’interno un’altra definizione dei fini e dei mezzi".

    Quello che poi conta, appunto, è cosa si va a proporre a questa gente.
    Ricapitoliamo allora le parole d'ordine di Porcaro:

    - trasformare i rapporti di proprietà

    - emanciparsi dalla trappola dell’europeismo (e dell’euro)

    - proporre fin da oggi soluzioni neosocialiste in grado di traghettare il Paese fuori dalla subalternità al capitalismo atlantico,

    - costruire un discorso “nazionaldemocratico” capace anche di prevenire il diffondersi del nazionalismo di destra

    - rompere l’alleanza tra le frazioni sindacalizzate (e qualificate) del lavoro ed capitalismo europeista e costruire una vera unità del lavoro subalterno (dipendente o no)

    In fondo, quando Porcaro dice che i movimenti sono pervasi dall’illusione del “tutti a casa” , dall’incapacità di individuare gli avversari, dalla tendenza a prendersela con altri poveracci, dalla fascinazione per un capo ed uno stato autoritari ... non si rende conto che il primo ad esserne vittima è proprio lui.

    Ecco l'apoteosi del cortocircuito che ha fulminato la sinistra:

    "... comprendo il piccolo evasore degli anni passati difendeva la propria ricchezza sottraendola allo stato sociale, quello di oggi – vista la durezza della crisi e visto il crescente dirottamento del denaro pubblico verso il pagamento del debito – si difende dalla miseria sottraendo denaro alla speculazione"

    Verrebbe da dire "povero il lavoratore dipendente": ha sempre dovuto pagare le tasse, non ha mai avuto una ricchezza da occulatre al fisco, e adesso si sente anche accusato da Porcaro di appartenere alle frazioni sindacalizzate del lavoro alleate al grande capitale europeista ...

    Un cordiale saluto.
    http://marionetteallariscossa.blogspot.it/

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    1. Possibile che l'ignoranza non debba mai avere nessuna colpa e tutto gli sia dovuto?
      E quando mai andranno alla riscossa?

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    2. La crisi, con la tensione sociale che essa genera ed il bisogno collettivo di una visione nuova del futuro, dovrebbe costituire opportunità per conseguire livelli più avanzati di equità nelle distribuzione di redditi e patrimoni, e di socializzazione delle imprese.

      http://marionetteallariscossa.blogspot.it/2013/10/politica-industriale-e-dei-redditi-una.html

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    3. Dovrebbe...
      Ma queste "aree" della geografia sociale cosa stanno aspettando? che vi sia un cambiamento "climatico" improvviso e inaspettato per cui inizierà a piovere nel deserto dei diritti ad una vita dignitosa?

      Credo che da domani inizierò a frequentare gli uffici della CGIL di zona per sollecitare uno sciopero generale di ogni attività (pur da disoccupato).
      Per la base esiste un'unica via percorribile, al resto ci penseranno menti eccelse quali quelle che governano questo e altri blog e che marciano a un passo diverso dal tamburo della facile propaganda.

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