sabato 28 dicembre 2013

La vispa Michela

Occorre dire con chiarezza che uno dei motivi della decadenza del nostro paese è il crollo degli intellettuali, la loro rinuncia alla comprensione e alla critica del reale. Abbiamo già parlato in vari modi di questi temi, ma occorrerà tornarci ancora. Un'occasione è l'intervista di Michela Marzano apparsa sul Fatto quotidiano del 27 dicembre. Michela Marzano è una giovane studiosa di filosofia, piuttosto nota, che insegna in Francia ed è deputata PD al Parlamento italiano. Non ho avuto occasione di leggere i suoi libri, ma sono convinto che essa sia nel suo campo una valida studiosa. Appunto per questo è interessante notare come la sua intervista riveli una totale incomprensione della realtà. Michela Marzano ha infatti scoperto da deputata che “anche il Pd era intriso dei vecchi meccanismi della politica”, e che “la scelta di candidare persone nuove, provenienti dalla società civile, a partire da me, dipendeva più dalla voglia di portare delle figurine, che da una reale volontà di cambiamento”. E tutto questo per lei “è stato uno choc”. Benvenuta nella realtà, verrebbe da dire. Ma a che serve fare dell'ironia? È più interessante notare che Marzano è passata a Renzi con la motivazione che “noi dobbiamo portare in Italia giustizia sociale”. Che è un po' come De Gregori che vota Monti per tutelare le fasce sociali più deboli. Di fronte a simili esempi di totale inintelligenza della realtà, verrebbe davvero da dire che, se questa è la cultura, è meglio lasciar perdere e occuparsi del calciomercato. Per ragioni di serietà intellettuale, preciso.
Ma lasciamo perdere le battute e passiamo alle cose fondamentali. Un'intervista come questa ci dice che Michela Marzano non ha capito nulla, ma proprio nulla, delle fondamentali dinamiche economiche, sociali e politiche che negli ultimi trent'anni hanno radicalmente mutato la realtà dei paesi avanzati. E poiché Michela Marzano non è né stupida né ignorante, questo è un sintomo di qualcosa di importante. E cioè del fatto che il ceto intellettuale di sinistra ha totalmente abdicato alla propria funzione, quella appunto di stimolare la comprensione critica del reale. Non possiamo più aspettarci nulla, ma proprio nulla, da intellettuali come Michela Marzano. Non abbiamo nulla a che spartire col ceto intellettuale di sinistra. Dobbiamo fare da soli. Dobbiamo andarcene. Per citare le parole scritte trent'anni fa da un intellettuale vero, dobbiamo lavorare ad “una congiura in piena luce”:

“Che i giovani si separino, invece. Li invito ad una dissidenza meno teatrale e vistosa di quella del '68 ma più spietata e intransigente. A una clandestinità; che nulla abbia di quella terroristica. A una segretezza; che nulla abbia della P2. Una congiura in piena luce che non perdoni nessuno e non renda facondo il disprezzo; e che, con tenacia da formica, ripensi e rifondi le ragioni di una democrazia, proponendosi un “fino in fondo” che implica la più radicale condanna, quella dell'oblio, per chi li avrà ingannati” (F.Fortini, da “L'ospite ingrato”, Marietti 1985, pag.171)
 
 

(M.B.)




14 commenti:

  1. NECESSITAS LEGEM NON HABET: LO STATO DI ECCEZIONE

    Un "poco" dissonante sul crollo degli intellettuali, rimando a qualche riflessione “vecchi” e “nuovi” di G Agamben, un altro maestro di “provincia” negli anni ‘90 esiliato in Francia, “uno de’ pasaggio” che con PP Pasolini, E Morante, I Calvino, M Heiddeger riscopriva la “valigia nera” degli “homines sacer” e le pratiche di W Benjiamin che precedono il pianto del coccodrillo .
    Forse ci sarebbero da ripercorrere le "traiettorie culturali" che, a partire dai "colloqui di Lippmann" degli anni '30, hanno assunto con la creazione degli "stereotipi" e dell' "opinione pubblica" per giungere oggi alla @-policy con i meccanismi della
    OPINION MINING TECHNOLOGY , ex-ante e post-ante, a supporto dei "decisori" delle politiche "democratiche".
    Forse ci sarebbe da riconsiderare i meccanismi delle "veline" del MinCulPop o del gobbeliano Ministero della Propaganda e l'auto-emarginazione nella "spirale del silenzio" applicati alle nuove tecnologie della comunicazione .
    Ci sarebbero di cose da "dire" e "narrare" prima che le parole perdano del tutto il loro senZo.
    Comunque, un augurio di un democratico 2014.

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  2. Molto bello questo articolo. Quasi poetiche le ultime frasi. Tuttavia la storia insegna che quando le contraddizioni sociali ed economiche saranno andate oltre ogni limite alla violenza istituzionale dei ceti dominanti si contrapporrà , inevitabilmente , la violenza delle classi oppresse.
    GioC

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  3. Sottoscrivo parola per parola. Ho letto l'articolo della Marzano e ho pensato le stesse cose. Bella la citazione di Fortini. Direi che dobbiamo saltare almeno 2 generazioni di intellettuali all'acqua di rose e tornare ai maestri. Fortini, Pasolini, qualcuno del gruppo 63, Primo Levi...Gramsci. Auguri.

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  4. Io sarei un po' più malizioso, la Marzano non mi pare che giunga in politica dall'accademia come se venisse da un altro pianeta, mi pare di ricordare bene la sua partecipazione abbastanza frequente a innumerevoli talk-show politici.
    Così ingenua come si professa, non riesco proprio a concepirla, come del resto mi riesce difficile crederlo per tutti coloro che sono stati introdotti nelle liste elettorali in posizione favorevole.
    Rimane da capire se passare per ingenua fino ad apparire del tutto sprovveduta possa costituire un miglioramento rispetto all'assunzione di responsabilità del ruolo che realmente si riveste (finirà col dire che l'hanno fatta parlamentare a sua insaputa come Scajola vittima del regalo di un appartamento a sua insaputa?)

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  5. Il Leitmotiv dell'intervista, e degli articoli della Marzano, è la fiducia nel PD: mi fido, dunque voto. La capacità che ha dimostrato il PD di presentare la deriva sociale e culturale degli ultimi trent'anni come una dinamica che lo vede schierato, debolmente certo ma è "l'unica possibilità" come dice la nostra, a difesa di quei valori, diritti e interessi che si è operato con più zelo e coerenza di tutti per distruggere è indiscutibilmente il suo capolavoro. C'è di che levarsi il cappello.

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    1. Ma che hai scritto.....la supercazzola a sinistra?!
      La capacità del pd????.....santo dio......di presentare la deriva sociale e culturale......che si è operato con più zelo....il suo capolavoro....
      Il cappello?.....che cappello?! ma che dici?!

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    2. Caro sandro, ciò che ho scritto (che è frutto di conversazioni con parecchi piddini) mi pare abbastanza chiaro; direi che sono piuttosto le tue abbaiate a risultare oscure. Meno segni di interpunzione e più proposizioni e se ne può parlare. Buona domenica.

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    3. """"".... a difesa di quei valori, diritti e interessi che si è operato con più zelo e coerenza di tutti per distruggere è indiscutibilmente il suo capolavoro."""""

      Se qualcuno, oltre te certamente, è capace di spiegarmi sta frase, grazie.

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    4. Vorresti sapere il significato di una frase mutila del soggetto? Hai evidentemente più voglia e tempo per giocare di quanto ne abbia io. Buon proseguimento.

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    5. No, aspetta un attimo, non so scrivere molto bene l'italiano, ma so leggerlo.
      Quindi il pd è stato in gamba a rappresentare se stesso contro la dinamica che qualcuno ha messo in atto per distruggere certi valori a cui il pd tiene.
      Quindi il pd ha difeso i suoi valori dalla dinamica che intendeva distruggerli.
      In pratica il pd ha difeso se stesso, cioè tutti quelli che si riconoscono in quei valori a cui si riferisce il pd.e che formano il pd.

      Un capolavoro....addirittura.....per come ha saputo presentare questa dinamica.

      Cioè, se qualcuno mi attacca, io mi difendo e poi dico: "Avete visto come mi sono difeso?", e c'è anche una filosofa che dice: "Che capolavoro!!!!"

      Ehhh...al pd ci sono certi geni....

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    6. Non sottovalutarti, sandro: aggressività e irrisione le hai espresse se non con eleganza certamente con efficacia. Io avevo banalmente scritto che il pd è riuscito a dare ad intendere (non a tutti: evidentemente ai suoi elettori. Che però non sono proprio quattro gatti purtroppo) di essere difensore, certo non molto efficiente però comunque l'unico, di quegli interessi e valori che lui stesso si è operato più di tutti per distruggere. I risultati certificano l'efficacia della strategia: quanti milioni di italiani hanno votato il PD in questi anni? Erano coscienti di votare per il carnefice di welfare e democrazia? I parecchi con cui ho parlato io certamente no.

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    7. Ahhh.....
      Sono un tonto allora, non avevo capito questo "lui stesso".
      Allora avevo frainteso e me ne scuso.

      Comunque la Marzano è filosofa quanto lo sono io (forse anche meno).
      Buon anno.

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  6. pezzo splendido, complimenti.
    aggiungerei che la Marzano, di cui nessuno discute la preparazione e la competenza, è un altro di quei fenomeni figli del provincialismo italiano, sopra tutto giornalistico.
    Era, sì, nei talk-show, come un amico ha sopra ricordato, ma perché? semplice: perché insegna all'estero.
    Poteva essere il più grande genio della storia della filosofia, ma se avesse insegnato a... Catania, magari per sue semplicissime scelte di vita, nessun giornalista l'avrebbe presa in considerazione.
    di conserva, questo riapre una questione sulle università italiane: fanno sempre schifo (voglio essere elegante) per la nostra propaganda di potere, però producono laureati che poi trovano da lavorare all'estero, e a volte ci insegnano pure.
    Ora, come è possibile che le grandi università di fuori Italia si prendano della gente preparata in università di quarta tacca quali vengono narrate le nostre?
    qualcosa non torna...

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  7. La filosofia pronta sullo scaffale (del supermarket).
    Ma quante banalità questa Michela; l'amore è tutto.....l'amore.....
    E il suo sunto politico? "Obbedisco!"
    Aspetiamo tutti "Piazza marzano", "Corso Marzano" , magari gli dedichiamo un pomodoro.....:)

    Preparazione e competenza.......massì, oggi basta poco, mettiamo giù due frasi a effetto, un CV infarcito, il senso dell'amore....e siamo in parlamento, poi ci sputiamo dentro, un'intervista et voilà......

    Ha ragione Claudio, la decadenza dilaga.

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