venerdì 31 gennaio 2014

Il Grande Balzo in Avanti

Ci si può indignare ma non stupire della proposta di diminuzione del salario in cambio del mantenimento del posto di lavoro, fatte dalla dirigenza Electrolux ai sindacati, secondo quanto riportano i giornali. Si tratta delle conseguenze ovvie della realtà del capitalismo globalizzato, che nel caso europeo vengono rafforzate dai meccanismi istituzionali di euro e UE. In Spagna sta succedendo la stessa cosa. Tutto questo succede mentre il ceto politico fa strani giochi contabili a favore delle banche private e si prepara a ulteriori drastici colpi alla democrazia, mascherati da “nuova legge elettorale”. Si veda la sintesi contenuta in questo articolo di Mazzei.
Tutto quanto sta avvenendo è logica conseguenza del dato di fondo: nel capitalismo attuale non vi è più nessuno spazio per una crescita di diritti e redditi dei ceti subalterni. Se in passato all'interno della società capitalistica erano possibili conquiste di civiltà (contraddittorie, sempre revocabili, ottenute solo con dure lotte: ma in ogni caso effettive conquiste di civiltà), da qualche decennio a questa parte i ceti dirigenti delle società capitalistiche hanno avviato un grande processo di distruzione di tutte le conquiste ottenute dai ceti subalterni. Tutto si tiene, ovviamente: l'attacco ai salari va assieme al rafforzamento delle banche a spese dello Stato, e se questo è lo sporco lavoro che va fatto comunque, ovviamente è bene ridurre le possibilità di protesta democratica con leggi elettorali ad hoc.
Ci stiamo preparando al Grande Balzo in Avanti del capitalismo italiano: il grande balzo verso il Bangladesh.
Non c'è da stupirsi di nulla, se non della passività delle vittime.
(M.B.)




4 commenti:

  1. condivido il suo articolo, ma lo trovo limitato nel suo occuparsi solo dell'italia e nel voler, cosí mi pare di capire, sostenere la tesi che l'italia è in crisi per colpa di una classe politica inadeguata e corrotta. la classe politica italiana è ormai da tempo inadeguata e corrotta, epperò contribuisce solo a peggiorare la crisi, non l'ha creata. risolverla sarà un grandissimo problema anche per politici assolutamente capaci e indipedenti. la crisi del capitalismo ci ha ridotto in questo stato e i nostri vari berlusconi napolitano letta renzi d'alema ecc. ecc., politici di guano, non avendo capito nulla, si son messi al servizio, da buoni collaborazionisti, chi della germania e chi degli usa. ritengo che in italia si parli troppo poco della crisi del capitalismo in generale, sicuramente la più dura sinora, del capitalismo stesso, del suo nascere evolvere e trovare soluzione (e già, quale? ma chiaro: trasformare denaro senza valore in possesso di beni ben solidi). c`'è un libro pubblicato nel 2012 in germania (E. Lohoff & N. Trenkle, die grosse Entwertung (warum Spekulation und Staatsverschuldung NICHT die Ursache der Krise sind), UNRAST-Verlag, Muenster) che chiarisce la situazione in maniera fantastica. gli autori sono studiosi d'economia e della sua storia, di sinistra, di quella buona, non SPD o die Linke, e offrono la risposta, secondo me, più esauriente all'attuale crisi.
    franco valdes piccolo proletario di provincia

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  2. Sto cercando di organizzare, nel mio paesello, una serata di divulgazione economica, pur nella mia ignoranza, perché nella vita reale non vedo nessuno che abbia la più pallida idea di ciò che sta accadendo.
    I libri servono tanto, ma è difficile mettere insieme un percorso logico e intuitivo adatto a sensibilizzare anche le menti più semplici.
    Comunque ci provo.
    Grazie.

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  3. Dire che le vittime sono passive è paradossale in quanto se fossero attive non sarebbero vittime di qualcuno e non ricadrebbero nello stato di vittima, e nello stesso tempo una vittima non può che essere passiva per definizione; forse sarebbe meglio dire che una parte degli italiani si regge ancora sul risparmio familiare messo da parte negli anni passati , circa 4 milioni si reggono sul Pubblico Impiego che paga ogni mese e ne provoca l'anestetiìzzazione, 17 milioni si reggono sulle pensioni molte minime ma molte altre retributive risalenti al calcolo precedente il contributivo, insomma una massa enorme di persone che ancora riesce a sopportare i colpi inferti dalla crisi; di fatto le vere vittime sono i disoccupati giovani e vecchi senza una speranza di occupazione in un paese in cui il PIl si sta riducendo ed in cui il debito pubblico sta raggiungendo il 140% del PIL, ora sarà colpa dell'euro sarà colpa della pioggia o dell'Italicum, fino a quanto questa massa crescente di vere vittime sarà lasciata a se stessa nella disperazione di non poter trovare una soluzione alla propria condizione il paese non cambierà, ed è proprio la loro condizione di vittima sacrificale che ne impedirà l'auotorganizzazione.

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  4. Per una volta, nessun commento. Sottoscrivo parola per parola.

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