lunedì 10 marzo 2014

Nel paese di Eutopia

Un tempo Utopia era molto diversa da come la conosciamo oggi. Era un ben strano sistema: al centro di tutto c'era un enorme e affollatissimo parlamento, anzi due parlamenti, che legiferavano su tutto a seconda dell'umore del momento. Dato che nella società di Utopia era diffusa la discordia di opinioni, e dunque la frammentazione in molti partiti, quei due parlamenti erano ostaggio dei ricatti di mille gruppi di interesse. Terribile era l'effetto sui governi, che andavano e venivano in un continuo saliscendi. I due parlamenti eleggevano anche un presidente, che era il capo dello Stato, ma che contava poco o nulla; anzi, quando questi provava a intervenire sulla formazione dei governi, in modo da renderli un po' più stabili e longevi, i parlamenti urlavano immediatamente allo scandalo, al colpo di stato, e dichiaravano l'impeachment.
Il paese era nel caos più completo. Ma poi per fortuna arrivarono gli uomini delle riforme, e furono in grado di tirare fuori gli abitanti di Utopia dal disastro nel quale si erano cacciati.
Il primo atto fu simbolico: il nome dello stato fu cambiato, e si passò da Utopia a Eutopia, che è quello che usiamo ancora oggi.
E poi ci furono le grandi rivoluzioni. Invece di una costituzione fatta di pochi, laconici articoli, che si limitavano a porre dei principi generalissimi, fu approvato un testo molto grande, anzi enorme: centinaia e centinaia di disposizioni, che regolavano nel dettaglio i tanti aspetti della vita del paese. Ciò fu senz'altro opportuno, visto che nei tempi bui i parlamenti, nella vaghezza dei principi generali, facevano quello che volevano.
La nuova costituzione (che prese il nome di Grande Trattato) risolveva in maniera geniale il problema della distribuzione dei poteri. Al centro di tutto vi era il consiglio dei presidenti delle regioni di Eutopia, che infatti prendeva il nome di Gran Consiglio Eutopico. Qui erano riuniti i rappresentanti degli esecutivi regionali. Questo consiglio era ed è importantissimo: è l'unico, per esempio, che può modificare il Grande Trattato, ed è quello che nomina i membri della Corte di Giustizia delle Comunità Eutopiche, la più alta magistratura del paese, l'unica che vigila sul rispetto delle leggi fondamentali. Nei tempi antichi in questi due settori avevano peso enorme i parlamenti; ma ora quei tempi sono passati.
Sempre dalle Regioni provengono i membri del Consiglio delle Regioni. Quando c'è da discutere di economia, tutte le giunte regionali mandano il proprio responsabile economico; e questo vale per tutte le materie. Come vedremo questo organo ha un ruolo fondamentale nella procedura legislativa Eutopica. Mentre nel Gran Consiglio, che è l'organo supremo, i voti dei presidenti di regione valgono tutti allo stesso modo, in questo altro consiglio conta di più chi rappresenta la regione più popolosa. E del resto non si può certo pretendere che il voto della Gerbardia valga quanto quelli della Grelabria o del Moligallo.
I presidenti riuniti nel Gran Consiglio godono di un altro potere: nominano i membri della importantissima Commissione Eutopica. Questi commissari hanno l'incarico di sovrintendere agli interessi generali del paese, e non solo delle singole regioni; tuttavia, non bisogna dimenticare che si tratta di agenti delle varie giunte, e che provengono dalle file dei partiti politici regionali: perciò il compimento imparziale della loro missione riposa del tutto sulla loro specchiata buona fede. Comunque, i commissari, per così dire, sorvegliano l'attività delle singole regioni, pronti a denunciare alla Corte le violazioni del Grande Trattato. L'astuzia del costituente ha così portato alla nascita di un organo che, su incarico delle giunte, può efficacemente disciplinare l'azione dei vari consigli regionali! E così è scongiurata la possibilità che si riproduca l'anarchia e il disordine così tipici dei tempi andati.
Gli eccellentissimi commissari, inoltre, hanno il potere esclusivo di proporre i disegni di legge al Consiglio (e anche all'Assemblea, ahimè: come vedremo meglio tra poco). In questo modo i temi del dibattito politico tra gli organi Eutopici sono sempre introdotti dalla Commissione: è lei che decide di che si parla. E se per caso gli organi a cui la proposta di legge è inviata la approvino, ma riscrivendola, in modo da stravolgerne il senso, la Commissione è in grado di porre il veto sulla sua (ex) creatura.
Dicevamo dell'Assemblea. Quest'organo, pletorico e affollato, deve dare il proprio assenso a ogni disegno di legge, e anzi ha addirittura il potere di non approvare la nomina dei commissari da parte del Gran Consiglio. I piccoli lettori si staranno certamente chiedendo a che serva quest'organo, e se sia giustificato lasciargli tanto potere. Il fatto è che alcune minoranze conservatrici, imbevute di dottrine sorpassate, ma che avevano un certo seguito ai tempi di Utopia, credevano che non ci potesse essere democrazia senza assemblea legislativa, quasi che a rappresentare i veri desideri del popolo non bastassero i presidenti di regione. Per non scontentare nessuno, e anzi guadagnar consenso alla causa dell'Eutopia unita, si è così deciso di concedere l'Assemblea. Ma badate: essa ha poco in comune con i vecchi parlamenti. Non può modificare il Gran Trattato, nel quale sono già ricomprese moltissime norme fondamentali. Non può proporre disegni di legge, come già detto. Intere, fondamentali materie sono al di fuori del suo controllo, come la politica estera e di difesa, oppure quella monetaria. Non può sfiduciare, ovviamente, i membri dei Consigli. Può farlo invece nei confronti dei commissari, ma è un caso rarissimo e sciagurato.
Ecco succintamente descritti i principali organi politici della grande e bella Eutopia. Naturalmente rimane fuori da tale novero la Banca Centrale Eutopica, che certo ha un ruolo decisivo, ma che non fa scelte politiche: essa si muove, come tutti sanno, in base alla Leggi Eterne della Scienza Economica, universalmente valide per tutte, e si preoccupa soltanto della promozione del Bene Comune. A scanso di fraintendimenti, il Presidente della BCE è nominato dal Gran Consiglio.
Siamo arrivati alla fine. È corretto dire che la forma di governo eutopica è la migliore possibile? Certamente lo è nello spirito. Ma resta ancora qualcosa da fare. In particolare, molte competenze (e troppa discrezionalità) vengono ancora lasciate alle regioni. È giusto procedere sulla strada del progressivo accentramento. I retrogradi regionalisti non se ne abbiano a male: nulla davvero sparisce dalle mani dei rappresentanti dei cittadini. Solo che si spostano poteri e responsabilità dai consigli regionali, singolarmente presi, alle giunte regionali, riunite tra loro. Questo è il modo migliore per assumere decisioni vincolanti per tutti con sufficiente ponderazione, attenta riflessione, e -possibilmente- al riparo dal processo elettorale. (C.M.)

3 commenti:

  1. Bella favola! Che faccio? La leggo la sera a mio figlio disoccupato per non farlo addormentare?

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  2. Eutopia inglobata da parecchio tempo nell'impero...più... assurdo di tutti i tempi!
    Riderne per non piangerne...a questo punto, forse solo una risata li seppellirà...
    Un Augurio di Buone Lotte a Tutte/i, Filippo Incorvaia.

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