giovedì 10 aprile 2014

L'europeismo è un aborto dell'imperialismo

Qualcuno si ricorderà di cosa pensasse degli Stati Uniti d'Europa un fine intellettuale di inizio novecento. Stavolta parliamo delle opinioni di un altro celebre autore, Rosa Luxemburg, in un suo scritto.
Lo Scalfari di fine ottocento affermava:

Per ottenere una pace duratura, che bandisca per sempre il fantasma della guerra, c’è solo una cosa oggi da fare: l’unione degli stati della civiltà europea in una federazione con una politica commerciale comune, un parlamento, un governo e un esercito confederali - ossia la formazione degli Stati Uniti d’Europa. Qualora si riuscisse in questa impresa, un grandioso passo potrebbe dirsi compiuto.

Non è uguale?

Altri esponenti della sinistra del tempo rincaravano la dose:

Noi esigiamo l’unione economica e politica degli stati europei. Io sono fermamente convinto che gli Stati Uniti d’Europa, non solo si realizzeranno sicuramente durante l’era del socialismo, ma potrebbero realizzarsi anche prima che giunga quel tempo, per far fronte alla concorrenza commerciale degli Stati Uniti d’America. In conclusione noi chiediamo che la società capitalista, che i capi di stato capitalisti, nell’interesse dello sviluppo capitalista dell’Europa stessa, al fine di evitare che l’Europa venga completamente sommersa della competizione mondiale, si preparino a questa unificazione dell’Europa negli Stati Uniti d’Europa.

Siamo nel 1911. Non sembra il 2011? 
Che rispondeva la Luxemburg? 

L’idea degli Stati Uniti d’Europa come condizione per la pace potrebbe a prima vista sembrare ad alcuni plausibile, ma a un esame più attento non ha nulla in comune con il metodo di analisi e con la concezione della socialdemocrazia. (...) noi abbiamo sempre sostenuto l’idea che i moderni stati, al pari delle altre strutture politiche, non siano prodotti artificiali di una fantasia creativa, come ad esempio il Ducato di Varsavia di napoleonica memoria, ma prodotti storici dello sviluppo economico. Ma qual è il fondamento economico alla base dell’idea di una federazione di stati europei?
l’idea dell’Europa come unione economica, contraddice lo sviluppo capitalista per due ragioni. Innanzitutto perché esistono lotte concorrenziali e antagonismi estremamente violenti all’interno dell’Europa, fra gli stati capitalistici, e così sarà fino a quando questi ultimi continueranno ad esistere; in secondo luogo perché gli stati europei non potrebbero svilupparsi economicamente senza i paesi non europei.  (...) Nell’attuale scenario dello sviluppo del mercato mondiale e dell’economia mondiale, la concezione di un’Europa come un’unità economica isolata è uno sterile prodotto della mente umana. L’Europa non rappresenta una speciale unità economica all’interno dell’economia mondiale più di quanto non la rappresenti l’Asia o l’America. 

Che significa? Luxemburg ci ricorda una cosa molto simile: la regola del capitalismo è quella della competizione, della competizione feroce e continua. Gli stati, e i loro eserciti, sono strumento della competizione tra i soggetti principali della competizione inter-capitalistica. Dunque è illusorio immaginare che possa esistere la pace nel capitalismo, a prescidere dalle forme che assumono gli Stati in quell'ambito. Considerate che l'autrice scriveva nel 1911...
Dopo l'apocalisse dei due conflitti mondiali, in Europa sembra tramontata l'era dei conflitti armati; ma l'Unione Europea è l'arena ideale della guerra economica tra gli stati membri, come vediamo ogni giorno. Perché vi sia questa guerra economica c'è bisogno della frammentazione e dell'assenza di solidarietà tra i cittadini europei; eppure per aversi un popolo europeo, fondamento ineludibile di un vero Stato europeo, occorrerebbero proprio solidarietà e identità di vedute tra i diversi cittadini europei. Ne segue che è del tutto implausibile che l'Unione evolva negli Stati Uniti: proprio perché l'una si fonda sull'assenza di quegli elementi che sarebbero indispensabili per avere gli altri.

L'altro motivo per cui Luxembourg escludeva che gli Stati Uniti potessero essere una parola d'ordine dei rivoluzionari attiene al fatto che essa rimanda ad un certo qual "nazionalismo europeo": gli europei si unirebbero, sostanzialmente, contro gli altri popoli del mondo. In altre parole, l'europeismo non è il coronamento, ma il contrario esatto dell'internazionalismo. E infatti:

Che un' idea così poco in sintonia con le tendenze di sviluppo non possa fondamentalmente offrire alcuna efficace soluzione, a dispetto di tutte le messinscene, è confermato anche dal destino dello slogan degli “Stati Uniti d’Europa”. Tutte le volte che i politicanti borghesi hanno sostenuto l’idea dell’europeismo, dell’unione degli stati europei, l’anno fatto rivolgendola, esplicitamente o implicitamente, contro il “pericolo giallo”, il “continente nero”, le “razze inferiori”; in poche parole l’europeismo è un aborto dell’imperialismo.

Possiamo dire che Rosa Louxemburg è stata profetica! (C.M.)


9 commenti:

  1. Profetica lei senza dubbio. Come allocchi noi:

    "Documenti declassificati americani dimostrano come tra gli anni ’50 e ’60 l’intelligence e il governo americano spingessero per una rapida unificazione europea. Un memorandum datato 26 luglio 1950, redatto dal Gen. William Donovan – capo dell’OSS (organismo precursore della Cia) – prescriveva tutte le istruzioni necessarie atte alla creazione di un Parlamento europeo con pieni poteri. L’organizzazione con la quale Washington intendeva plasmare l’agenda europea era la “American Committee for a United Europe” (Acue), creata nel 1948, che vedeva nel suo board Donovan alla presidenze, Allen Dulles (direttore della Cia negli anni ’50) alla vicepresidenza ed altri membri dell’Oss – Cia in importanti ruoli dirigenziali. I documenti dimostrano, inoltre, che l’ACUE fu uno dei più grandi finanziatori delMovimento Federalista Europeo, una delle organizzazioni “europeiste” più importanti dell’immediato dopoguerra. I leader del Movimento Europeo erano Joseph Retinger, Robert Schuman e Paul Henri Spaak, i quali erano considerati perfettamente manovrabili dai loro sponsor americani. I finanziamenti all’ACUE provenivano in larga parte da due fondazioni private americane e precisamente la Ford e la Rockefeller Foundation. Il capo della Ford Foundation, l’ex ufficiale dell’Oss Paul Hoffman, divenne a sua volta, alla fine degli anni ’50, presidente dell’Acue. Anche il Dipartimento di Stato americano rivestì un ruolo importante in questi anni; infatti, in un documento dell’11 giugno 1965 della sezione europea si suggeriva al vicepresidente della Comunità Economica Europea (Cee), Robert Marjolin, di perseguire il progetto dell’unità monetaria furtivamente. Infine, nel documento si raccomandava di soffocare qualsiasi dibattito sulla questione fino a quando “l’adozione di tale proposta non fosse divenuta praticamente inevitabile”.[1]
    tratto da http://cogitoergo.it/?p=12887
    cagnolini scondinzolanti degli Usa fin dagli arbori....questi "europeisti"

    ..."David Rockefeller nel giugno del 1991, durante il meeting del Bilderberg di Baden-Baden, in Germania, quando affermò che una “sovranità sovranazionale, esercitata da una élite intellettuale e di banchieri mondiali, è sicuramente preferibile all’autodeterminazione delle nazioni,"

    abbattere le nazioni e sovranità, certo certo, per la pace. Come le guerre umanitarie, infatti chi le sponsorizza son gli stessi

    "Non si tratta soltanto di una piccola nazione, ma di una grande idea: un Nuovo Ordine Mondiale, nel quale nazioni diverse l'una dall'altra si uniscono in un impegno comune per raggiungere un traguardo universale dell'umanità: pace e sicurezza, libertà, e Stato di diritto".
    - George Bush senior, 29 gennaio 1991, discorso davanti al Congresso -

    "Fin dove può la vita delle nazioni, che per secoli hanno pensato a loro stessi in modo distinto ed unico, essere fusa con la vita di altre nazioni? Fin dove sono disposte a sacrificare una parte della loro sovranità senza la quale non può esserci un'unione economica o politica efficace?.. Al di fuori di una confusione dominante, un nuovo mondo sta definendosi.. che può indicare la strada verso il nuovo ordine.. Quello sarà l'inizio delle reali Nazioni Unite, non più paralizzate da una personalità divisa, ma tenute assieme da una fede comune."
    Luglio 1948 -- Sir Harold Butler della Gran-Bretagna, negli Affari Esteri del CFR, vede "un Nuovo Ordine del Mondo" prendere forma.

    tutte personcine filantrope dedite alla carità....
    Per questo le sovranità devono essere distrutte, non trovo chi lo disse se Rockefeller o Rothschild o Kissinger

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  2. "gli europei si unirebbero, sostanzialmente, contro gli altri popoli del mondo. In altre parole, l'europeismo non è il coronamento, ma il contrario esatto dell'internazionalismo."

    no no. Fanno le guerre per conto Usa

    "Siamo sull'orlo di una trasformazione globale. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la "giusta" crisi globale e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale.
    - David Rockefeller -"

    è sempre internazionalismo.....

    o questo qua?
    “La mia visione di un nuovo ordine del mondo prevede delle Nazioni Unite con una rivitalizzata funzione di mantenimento della pace."
    6 Febbraio 1991 - Il Presidente Bush spiega al Club Economico di New York.

    certo che descritto come il gran maestro Gorbaciev lo descrive, suona proprio politically correct come internazionalismo...

    “Il progresso mondiale è possibile solamente tramite la ricerca del consenso umano universale siccome stiamo avanzando verso un nuovo ordine del mondo."
    7 Dicembre 1988 -- In un discorso alle Nazioni Unite, Mikhail Gorbachev auspica un reciproco consenso.

    anche questo suona tanto...olistica come definizione per internazionalismo....
    “Il governo mondiale è vicino, di fatto, è inevitabile. Nessuna discussione a favore o contro può cambiare questa realtà."
    1985 - Norman Cousins, Presidente Onorario della Planetary Citizens for the World We Chose, viene citato in Human Events.

    sentite come è olistico Bush, quello che parla con Dio ...(immaginiamo quale)
    “..una forza collettiva della comunità internazionale espressa dalle Nazioni Unite.. un movimento storico verso un nuovo ordine del mondo.. una nuova associazione delle nazioni.. un periodo nel quale l'umanità entrerà nel proprio io.. per cominciare una rivoluzione dello spirito e della mente ed iniziare un viaggio in una.. nuova era."
    1 Ottobre 1990 - In un convegno alle Nazioni Unite, il Presidente Bush.

    se lo dice lui, non è bello l'internazionalismo?

    “dobbiamo unirci assieme agli altri paesi per produrre un nuovo ordine del mondo.. Al concetto limitato di sovranità nazionale non deve essere consentito di ridurre questo dovere."
    1975 - Al Congresso, 32 Senatori e 92 Deputati sottoscrivono A Declaration of Interdependence, scritta dallo storico Henry Steele Commager.

    o questo internazionalismo qua è fantastico,
    "Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ."
    - David Rockefeller, 1991

    al bando i sovranismi!! cattivi! così l'èlite dei banchieri programmò e realizzò, tanto gli spin doctors pronti a descrivere l'operazione come per definizioni da loro date come sopra se ne trovano a bizzeffe....

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  3. E' una storia controversa. Secondo Parguez l'unione europea è un progetto francese, pensato per costruire una forza imperialistica da contrapporre al capitalismo declinante degli USA (dopo la fine di Bretton Woods).
    Per quanto riguarda il ruolo americano, mi ha incuriosito il racconto di Mundell, il padre delle "aree valutarie ottimali". Racconta che, dopo il 1971, cominciò a girare l'Europa, a parlare con De Gaulle ad esempio, a tessere le fila per creare un'area valutaria comune in Europa. Mundell è canadese, ma ha sempre lavorato negli USA ed è quello che ha elaborato la famigerata "supply side economics" del primo Reagan. Perché è stato così attivo in Europa? Era un'agente della CIA? Racconta lui stesso che discuteva con Carli della valutazione della lira dopo lo shock petrolifero del '73.
    L'altra ricostruzione interessante è di Streek in Tempo Guadagnato. Da un punto di vista culturale, fa risalire il pensiero ad Hayek. Riporto di seguito un passo della recensione di Pierluigi Fagan, che è molto interessante.

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  4. Pierluigi Fagan su Streeck, Tempo Guadagnato

    "Streeck fa risalire l’ispirazione originaria della definizione di stato di mercato (stato che deve consolidare il debito per uniformarsi al mercato) ad uno scritto del ’39 del padre dell’incubo liberal-mercatistico: F. von Hayek. Il fondamento che animava Hayek era la più totale sfiducia, per non dire repulsione, per la ambizioni di autogoverno politico coltivate dagli uomini. In qualche modo, il liberalismo anglosassone prevede l’utilizzo della politica da parte dell’economia per far sì che si possano creare le migliori condizioni di possibilità per quest’ultima, pensiero magari non esplicito e coperto dai mantra sullo stato minimo e sul mercato massimo. L’ordo-liberalismo tedesco esplicita il ruolo dello stato come aiutante di campo del mercato nella gestione della cosa sociale. Hayek invece non è affatto possibilista, la sua è una posizione radicale, l’uomo non sa e non saprà mai autogovernarsi, men che meno è in grado di intervenire nella grande complessità dei mercati che reggono il funzionamento economico, si faccia allora governare da un regolamento impersonale le cui regole sono chiare, automatiche, imparziali -le regole del mercato- e si astenga tassativamente da ogni costruttivismo tanto politico, quanto economico.
    Hayek sostenne anche un ragionamento per un federalismo interstatale ipotetico (poi molto simile a quello che si realizzò prima con l’UE, poi con l’euro) con la messa in primo piano di un “single market” totalmente liberalizzato. La concorrenza degli interessi ex-nazionali, sarebbe stata la garanzia che nessuno di questi si sarebbe potuto affermare. Non sarebbero stati più difendibili in ambito nazionale poiché le governance nazionali sarebbero state svuotate di decisionalità ma non sarebbero stati neanche trasferibili a livello federale proprio perché l’interesse degli uni, si sarebbe scontrato con il disinteresse (o l’interesse contrario) degli altri. Chi avrebbe governato allora i processi? Et voilà: il mercato! Una federazione di eterogenei[1] è la migliore garanzia si venga a creare un sistema che non trova altro modo di autoregolarsi che non ricorrendo ad un regolamento tecnico, appunto, il libero mercato[2]. Tutto quanto detto oggi è realtà, si chiama Unione europea ed Unione monetaria, la sconfitta dello stato e di Keynes, il trionfo della federazione degli eterogenei governati dai mercati e di Hayek. Oggi in Europa, siamo (sono) tutti hayekiani.
    La tecnocrazia bruxellese, l’usare i suoi diktat come vincolo esterno obbligato che deposiziona ogni opposizione ed ogni vincolo interno, la conseguente svalutazione della politica e il progressivo allontanamento di massa dalle elezioni, nonché la sua riduzione a spettacolo televisivo, il trionfo di organi decisionali non eletti, patti&trattati l’immodificabili, l’equazione indissolubile Europa=euro basata sul principio di irreversibilità, la costituzionalizzazione di norme limite nella conduzione economica, le procedure di repressione di bilancio ormai giudiziarie ed al riparo dalla contrattazione politica, la genuflessione al volere dei mercati come unico imperativo categorico, l’attacco continuo alla proprietà pubblica, al servizio pubblico, ai servizi sociali, la sostituzione del government con la governance, del diritto democratico col diritto obbligazionario, l’affermarsi ormai totalitario dei codici di efficienza e competitività, la trasformazione dell’umano in capitale, la rassegnazione all’ineguale redistribuzione ormai introiettata come “giusta” perché conforme all’etica della nuova religione del merito, le banche private come bene non di tutti ma che tutti debbono salvaguardare per superiori ragioni “sistemiche”, la garanzia non vi possa essere alcuna solidarietà Nord-Sud ovvero che ognuno si tragga dai pasticci con le sue forze, ecco il blueprint del progetto dell’Europa hayekiana. A sigillare il pacchetto, la stentorea affermazione che tanto, non ci sono alternative."

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  5. posso chiedere chi sarebbe lo Scalfari dei bei tempi andati ritratto in foto? mi scuso in anticipo se è una domanda sciocca.

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    1. http://it.wikipedia.org/wiki/Karl_Kautsky

      Va detto che paragonandolo a Scalfari non sono stato onesto nei suoi confronti.

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  6. La Signora Luxembrug aveva ben capito il suo tempo, forse di più, aveva ben capito i trucchi e gli inganni dello spirito del tempo che è sempre lo stesso anche oggi.

    Per questo l'hanno fatta fuori, perchè sapeva le cose. Ammazzata proprio dai suoi "amici di sinistra", fisicamente da Ebert e moralmente dai suoi "eredi" nella ddr visto che per come la pensava non credo sarebbe stata troppo contenta della piega presa dalla germania est da quel maledetto di Ulbricht e compagni di merendine sovietici.

    Una Donna con la D maiuscola.

    Riccardo.

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  7. Il pensare di sinistra abitualmente ha sempre la stessa lacuna (come il pensare di destra), quasi sempre si dimentica dell'essenza della natura umana (la destra si dimentica l'importanza delle influenze esterne).
    Con questo non intendo avvallare il modo di pensare psicoevoluzionista secondo il quale è il più forte e adatto a prevalere.
    Infatti questo modo di pensare ha un solo occhio, con la spiacevole conseguenza di non saper cogliere la profondità.
    All'opposto vi è il modo ambientalista di ragionare, quello per il quale basterebbe migliorare le condizioni esterne per ottenere una significativa modificazione dei comportamenti umani (in meglio s'intende), ingenuamente sempliciotto.
    Attribuire colpe al capitalismo è come attribuire colpe all'essenza della natura umana, senza considerare che alla base di quell'istinto vi è buona parte dell'emancipazione umana dalla povertà (d'idee, d'intenti', di beni).

    Quando mi confronto con quelli di destra devo ricordargli la metafisica fino al punto in cui la intendono come religione, alchè devo spiegargli la genetica.
    Quando mi confronto con quelli di sinistra devo ricordargli la genetica fino al punto in cui cercano di usarla contro la religione, allora devo spiegargli la metafisica.

    Che fatica....

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  8. Non posso che farvi i miei complimenti l'accostamento che proponete è illuminante e coglie veramente il punto essenziale.
    Mauro S.

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