sabato 12 aprile 2014

Lo dice la Bocconi!

Segnaliamo questa lettura. Il "segreto" del mercantilismo tedesco e dell'euro ormai non è più tale per nessuno. Stupisce che ci siano voluti 10 anni per comprenderlo...

3 commenti:

  1. Più lavoro ma precario: Hartz IV e Jobs act, i programmi che uniscono Renzi e Merkel

    Dietro ai sorrisi nel primo incontro con il premier, la condivisione della cancelliera per un modello per l'impiego vicino a quello varato da Schroeder che poi pagò con un pesante travaso di voti a sinistra. La Cdu si "impossessò" di quel sistema e lo portò a compimento. Oggi la disoccupazione tedesca è ferma al 6,9%, ma su 42 milioni di lavoratori 5 hanno redditi basati sul mini-impiego.

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  2. Welfare, riforma tedesca Hartz: cos’è e come funziona?

    Jobs act di Renzi: illusionismo per un popolo di allocchi

    In sintesi il risultato della riforma Hartz pare sia questo: chi non lavora riceve un trattamento di disoccupazione inferiore al periodo precedente alla riforma e chi lavora riceve comunque salari più bassi. Secondo le statistiche infatti i salari lordi reali, al netto degli aumenti, sono scesi dell’1,8% dal 2000 al 2012.

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  3. Ritorniamo al post di prima, quello su Kautsky. Il progetto francese di unione europea era basato sul mercantilismo. E' chiaro che "mercantilismo" significa produrre per esportare. Quindi, occorre tenere bassi il costo del lavoro. La Germania è andata a nozze, ovviamente. Basta ricordare che Hitler ricostruì l'industria tedesca per essere la prima del mondo. Dopo aver fatto la rete autostradale più grande del mondo, chiamò Porsche, per fare l'azienda automobilistica più grande del mondo. E fecero la Volkswagen. Non solo, ovviamente. Acciaio, armi, eccetera. Ora, il progetto mercantilista si basa sul fatto che ci siano aree del mondo che importano più di quanto esportano. E' un'ovvietà, ma vale la pena ricordarlo. I paesi che adottano il mercantilismo, non possono essere "locomotori" dello sviluppo. Infatti questo ruolo l'hanno svolto gli USA, che hanno fatto da "spugna", cioé hanno assorbito le produzioni in eccesso dell'Europa e dell'est. Fino a quando ha funzionato, cioè fino al 2007, si poteva pensare che il progetto europeo fosse di successo. Quando la bolla è scoppiata sono emerse tutte le contraddizioni. E' questa la condizione reale. Senza un cambiamento profondo di segno delle politiche di tutti i paesi europei (Italia inclusa), da questa crisi non usciremo e i fenomeni devastanti sul lato del lavoro, della precarietà e delle povertà aumenteranno. Se saranno attenuate in Germania, cresceranno negli altri paesi. Come sta accadendo.

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