giovedì 15 maggio 2014

Il tracollo

Segnaliamo i risultati di un importante sondaggio della Pew Research. È una ricerca sul rapporto tra i cittadini europei e le istituzioni comunitari, nonché con alcuni temi di interesse generale. Alcuni dati non soprendono: oltre due terzi dei cittadini UE intervistati critica l'Unione in quanto impermeabile alle istanze democratiche, e ha scarsa fiducia nel parlamento europeo. Altri sono più inaspettati: si scopre che l'appartenenza ideologica, nel determinare il giudizio sull'Europa, non gioca lo stesso ruolo in tutti i paesi. Da noi, come è noto, chi è di sinistra mediamente riserva un giudizio migliore di chi è di destra; pare che sia così anche in Germania e nel Regno Unito. Le posizioni sono meno divaricate in Francia; ma in alcuni paesi, tra cui Spagna e Grecia, il sostegno di destra all'Unione è molto più forte di quello che viene da sinistra.

Molti dati interessanti, dunque. Ma ciò su cui vorrei richiamare l'attenzione è questa immagine. 


Non a caso il titolo della ricerca può essere tradotto come "il rimbalzo del consenso alla UE".  Vediamo che, dopo gli anni horribiles  2012-2013, tale consenso tenda a tornare a livelli "normali" tra il 2013 e il 2014. La crescita media è del 6%. Notiamo come si verifichi una vera e propria rinascita dell'europeismo in Francia, e come persino nel Regno Unito il consenso alla UE superi la soglia psicologica del 50%; cresce persino in Grecia e Spagna.
Qual è l'unico paese in controtendenza?
Già.
Diamo per scontato, per amore di ragionamento, che questi dati corrispondano a qualcosa di autentico. Sinceramente non riesco a immaginare cosa possa aver generato un aumento dei favori verso le istituzioni comunitarie in Francia e in Regno Unito. Il tracollo che si è verificato in Italia è invece più plausibile, in teoria: in pratica è sorprendente, perché è in controtendenza con i dati degli altri paesi, e soprattutto con quelli riferibili a nazioni che hanno sofferto la crisi più di noi, ossia Grecie e Spagna. 
Si possono fare varie ipotesi. In primo luogo è lecito supporre che il malcontento italiano sia dovuto alle scarse performance dell'economia nazionale, rispetto ai "miglioramenti" che vivono gli altri PIGS. C'è anche l'ipotesi Via Crucis: dato che ci troviamo alcune stazioni indietro rispetto al percorso di martirio intrapreso da paesi come la Grecia, stiamo vivendo oggi ciò che loro hanno vissuto tra il 2011 e il 2012; e mentre loro provano un relativo sollievo al termine della tortura, noi ancora non riusciamo a vederne la fine. 
Può darsi. Ma proviamo a prendere in considerazione altri dati.

Se si lascia il terreno economico per spostarsi su quello prettamente politico, ciò che distingue l'Italia da TUTTI gli altri paesi europei è la presenza di una forza come il M5S. Non esiste nulla di paragonabile in nessun altro contesto nazionale. Ora, il tratto pregnante dei 5 stelle non è costituito tanto dal profilo sostanziale dei contenuti programmatici: dopotutto non si tratta di proposte così dissimili da quelle, che so, dei Verdi. Ciò che caratterizza questo Movimento è un dato di ordine formale: la sua proposta fondamentale è la riforma della democrazia rappresentativa mediante l'abolizione del ceto politico.Quel che viene avanzata dunque è un'ipotesi di diversa selezione della classe dirigente, prima che la soluzione a determinati problemi pratici.
Lasciamo da parte il problema se il Movimento abbia qualche possibilità di realizzare tale programma, e se davvero incarni con coerenza i profili di una vera democrazia. Resta il fatto che i 5 stelle hanno avuto un grande successo. Tale successo non è stato determinato tanto da meriti propri, quanto dai demeriti del nostro orrendo ceto politico. È la rivolta contro questo ceto che caratterizza e distingue la politica italiana sulla scena europea.
E qui veniamo al punto: è molto probabile il disgusto per la classe politica, che in Italia ha raggiunto picchi inusitati, abbia trascinato con sé anche l'atteggiamento nei confronti dell'Europa. Gli italiani, giustamente, percepiscono come facenti parte di uno medesimo blocco di potere sia le istituzioni europee, sia il ceto politico; e del resto è proprio il ceto politico che ci ha messo alla mercé delle istituzioni europee  (come argomentato qui e qui). 
Negli altri paesi il discredito per la classe politica non ha ancora superato i livelli di guardia: il sistema ancora "tiene". Conseguentemente, "tengono", presso l'opinione pubblica, tutte le componenti del blocco dominante, istitutuzioni europee incluse. 

Va da sé che si tratta di mere ipotesi. Tuttavia, se si dimostrassero veritiere, lo scenario che si aprirebbe davanti a noi sarebbe molto interessante; vorrebbe dire che, attualmente, il vero punto debole dell'Unione Europea è il ceto politico italiano, che esso è l'unica autentica falla che sembra essersi aperta in quella che altrimenti appare come una fortissima corazzata. (C.M.)

12 commenti:

  1. Debbo dire che ho sempre visto con scetticismo questo tipo di sondaggi, non che non li ritenga validi sia chiaro, ma credo che mescolino troppe cose vedi sondaggi sulla fiducia dei personaggi politici o dei consumatori che sembrano sempre la faccia dell'ottimismo, poi per esempio non si capisce perchè sempre meno gente va a votare se tutto è un grande idillio.

    Il sondaggio del 2013 penso che sia stato fatto anche in un momento di forte calo dell'economia mentre adesso da un po' c'è un relativo assestamento, ma sappiamo che non durerà molto.

    Penso che per capire le tendenze bisogna aspettare ancora un po'.


    Non dobbiamo dimenticare che la propaganda dei vari partiti che sono maggioritari, come dice Claudio, è pro europa e non avendo ancora soggetti a parte la Francia col fn che mettono in discussione lo status quo negli altri paesi, il percorso di presa di coscienza è ancora lungo.

    Credo poi che nei vari paesi ci sia stata una reazione ai "populisti" che ha stabilizzato un po' questo tipo di sondaggi.

    In Grecia non dobbiamo dimenticare che il caro Tsipras è pro europa con l'aggravante del pro euro quindi, di fatto, reale opposizione neanche lì c'è, ma nonostante questo i valori sono bassi, forse la realtà è più importante dei sogni e un misero +1 non credo faccia la differenza.

    Sui sondaggi che misurano le opinioni della gente sarebbe da fare una bella discussione.

    Ho letto tempo fa un post di un commentatore statunitense ateo sul fatto che in USA ancora molte persone, quasi la maggioranza, credessero ancora ad adamo ed eva come i progenitori dell'umanità e amenità del genere, lui pervenne a una spiegazione nella quale le persone pur non credendo a queste cose, facendo parte di confessioni cristiane, tendessero a dare delle risposte identitarie quindi ideologiche.

    Penso che per estensione si possa dire la stessa cosa di questi sondaggi, non a caso forse l'anomalia m5s potrebbe essere una risposta, c'è infatti un elemento di disturbo dell'ideologia dominante. In Grecia la realtà è primo elemento di disturbo.

    Gli attachi di Schulz a Grillo, più che quelli di B., sono emblematici della compattezza della classe dirigente europea.

    Riccardo.

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  2. Di fronte a questi sondaggi la Troika può dormire sonni tranquilli.Non sono ancora sufficienti le bastonate ricevute e quelle a venire date dai "benefattori" asserragliati a Bruxelles,Berlino e Francoforte,ai popoli di tutta Europa,non basta la precarietà del lavoro e di vita fattasi norma universale,non basta l'aver precluso un futuro accettabile a intere generazioni,non basta l'aver reintrodotto a tambur battente,nei "moderni"anni duemila,lo schiavismo,tutto ciò non basta ancora a far rinsavire gli obnubilati popoli europei,ancora più della metà crede nelle virtù taumaturgiche dell'"Europa".Sono sempre più d'accordo con Marino Badiale quando afferma con convinzione che vincerà la barbarie,a cui io aggiungo che sarà di lungo corso e con un consenso,purtroppo maggioritario.Bisogna proprio cambiare paradigma d'analisi e rivolgere lo sguardo oltre il mero economicismo, e indirizzarlo su quello più attinente alla psicologia delle masse,quella funziona sempre da supporto indispensabile per il potere,fedele alleata insuperabile nei momenti di crisi delle classi dominanti.Luciano

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    1. e in Spagna poi? dove non esiste alcuna forza politica parlamentare che dica beo sull'euro?

      In Spagna, uno dei paesi ad oggi più devastati, l'euro non è in discussione.

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  3. però i dati su UK e, ancor di più, Francia sono davvero inspiegabili.

    in francia soprattutto non c'è alcuna ripresa e non sono alla fine di nessun percorso.

    mah....

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  4. All'interno di questo articolo:

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/15/il-pil-torna-negativo-doccia-fredda-per-la-ripresina-di-matteo-renzi/986861/

    Ho trovato questo paragrafo, non centra molto con questo post ma è significativo sui voti di fiducia e metodi di rilevamento:

    ...Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo, parla di dato “sorprendente” che “segnala consistenti rischi verso il basso sulla crescita 2014″. E si spinge a mettere in dubbio l’attendibilità di alcuni indicatori di fiducia che, nell’ultimo periodo, avevano fatto ben sperare: la “preoccupante divergenza tra evoluzione degli indici di fiducia e andamento dei dati reali”, spiega, “potrebbe essere dovuta a distorsioni dei campioni utilizzati nelle indagini, causate dalla perdita di capacità produttiva o da code assai negative nella distribuzione”. Anche perché il calo registrato nei primi tre mesi dipende soprattutto dall’andamento negativo dell’industria, mentre la variazione dei servizi è stata nulla e l’agricoltura ha registrato un lieve aumento del valore aggiunto...

    Riccardo.

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  5. I dati del sondaggio sono molto interessanti, su quelli degli altri paesi non saprei pronunciarmi, invece su quelli italiani potrei proporre alcune considerazioni:

    1) Da sondaggi ufficiosi che girano su internet, comprovati anche da attivisti 5 stelle, la percentuale di consensi del movimento sembra essere quella del 30% minimo;
    2) Il Pd sembra fermarsi al 27%;
    3) Credo che i dati potrebbero essere abbastanza attendibili, per vari motivi: il mov5* è una forza assolutamente nuova in Europa (come dice Claudio), una proposta alternativa ai partiti ormai decotti da continui scandali (solo negli ultimi tempi l’arresto di Genovese e le inchieste su Expo);
    4) La proposta della democrazia diretta sembra trovare sempre più consensi soprattutto tra i giovani, il movimento infatti intercetta il 47% dei consensi;
    5) Ieri a Napoli Renzi ha dovuto rinunciare al discorso in piazza, perché sommerso dalle ingiurie, ricordiamo che Napoli e la Sicilia sono il termometro del cambiamento, che poi dilaga al nord: Napoli del 1943, quando la città viene liberata dalla Resistenza nata spontaneamente, anticipa la liberazione delle città del nord;
    6) E’ un nuovo movimento con regole anticorruzione piuttosto rigide: limite dei due mandati, rifiuto finanziamenti pubblici, revoca del mandato elettorale, riduzione dello stipendio;
    7) Quando una classe politica (PD) non riesce per così lungo tempo ad intercettare la realtà, o peggio ancora quando continua a mistificare la realtà, ai danni del proprio Paese, è destinata a sparire dalla storia;
    8) Questa sera alla trasmissione della Gruber, 8 e mezzo, c’è stato un acceso dibattito tra la Moretti del Pd e Di Maio dei 5*: lui l’ha letteralmente demolita a forza di fatti e prove, contro le bufale penose di lei;
    9) Grillo e Casaleggio hanno calcolato tutto al millesimo, non ne sbagliano una, hanno cominciato 5 anni fa a dire che i partiti sono tutti morti, e ora in realtà stanno morendo tutti;
    10) Quanto alla poca chiarezza sull’uscita dall’euro, io credo che una vittoria piena e travolgente alle europee forzerà la stabilità del PD e del governo, mentre gli aderenti al movimento chiederanno con massiccia presenza nelle piazze nuove elezioni. Il resto è storia …

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  6. Quel che dice Riccardo è giusto, ma il problema va più in profondità. Irreale è la stessa metafisica della 'volontà del popolo', l'idea che la gente abbia opinioni definite - e meglio ancora consapevoli - sui problemi collettivi.

    Ciò che la grande maggioranza delle persone ha in testa è una serie di vaghi luoghi comuni legati ad associazioni visive o emozionali, a un faccione più figo o più rassicurante, a uno spot bel calibrato o ascoltato in un momento di particolare sensibilità.

    Ecco perché il disagio creato dalla dilagante crisi economica può avere sbocchi completamente diversi (o anche non averne nessuno) a seconda della presenza o meno di attori capaci di catalizzarlo in formule abbastanza elementari ed accattivanti da captare la psicologia delle masse. Com'è avvenuto in Francia con Le Pen e in Italia con Grillo-Casaleggio (a cui i partiti di regime hanno significativamente opposto un altro commediante professionista).

    I sondaggi poi catturano vaghi umori che possono concretarsi o meno in risultati elettorali a seconda della pirotecnica del consenso dispiegata dagli attori politici. Sono convinto che sottoponendo lo stesso sondaggio alla stessa persona quando è di umore diverso, in un buon 50% dei casi si otterrebbero risposte in gran parte diverse.

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    1. Sono d'accordo con la tesi della manipolazione sistematica e "scientifica" del consenso,del resto è uno dei pilastri su cui poggia tutta l'infame architettura eurista e le "rivelazioni"periodiche su quanto è accaduto REALMENTE in questi anni,lo rivelano chiaramente.Quello che mi chiedo però è come sia stato possibile inoculare così profondamente nella mente della maggioranza e per un così lungo tempo,l'idea della "modernità"di questa UE,perchè di questo si tratta in soldoni,cioè della convinzione propalata e ,purtroppo assorbita dalla maggioranza dei popoli europei del "necessario"passaggio da un sistema "arcaico"ad uno più avanzato e moderno,stadio ultimo delle società fin qui esistite,Insomma la "fine della Storia",come dogma religioso eterno e intangibile.E' esattamente questa "sovrastrutturale cultura"che ancora tiene buone le masse che convive però con un'altra, ben più solida e materiale fatta di fatica del vivere e del produrre ricchezza(per pochi),fatta passare come "avanzata" e "immutabile",da non contestare, proprio perchè non ve ne sono altre migliori.Detto questo però,subentra una contraddizione oggettiva con cui le "masse"si scontrano e toccano con mano che si chiama impoverimento materiale e esistenziale e che dovrebbe far prendere COSCIENZA DI SE',e che invece affida ancora le proprie sorti ai suoi aguzzini.Non può essere solo ottundimento mediatico.Consiglio la lettura,peraltro agghiacciante,delle storie scritte dagli internati nei lager nazisti,esistono similitudini impressionanti con quel che accade oggi nella "democratica"eurozona.Luciano

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  7. Se invece delle tendenze anno su anno guardiamo ai valori assoluti la situazione non sembra così strana, anzi è proprio nei termini che più o meno ci si aspetterebbero.

    In Grecia il sentimento è nettamente avverso all'EU: 66 contro 34 a favore. In Germania abbiamo la situazione speculare: 66 a favore a 34 contro.

    In mezzo i paesi del sud, Francia, Italia, Spagna, dove sostanzialmente l'opinione pubblica è spaccata in due, 50 e 50.

    Se guardiamo i termini assoluti insomma ne ricaviamo un quadro più scontato, più vicino a quel che ci attenderemmo...noi. Se però il quadro è scontato potrebbero non esserlo le riflessioni da fare. Ci possiamo per esempio domandare, con un occhio alle prossime elezioni, se il quadro politico dei singoli paesi permette o meno di tradurre in voti queste opinioni o se opererà in qualche modo come freno.

    Faccio un esempio. È chiaro che in Germania quel 66 per cento favorevole all'ue troverà modo di esprimere questa preferenza votando i principali partiti. Il 34 contrario non tanto, perché è difficile immaginare un'affermazione così rilevante, che so, di AFD. Conclusione: una parte consistente di questa 34 per cento sarà probabilmente "riassorbito" dal sistema, gente che si turerà il naso e voterà partiti pro ue.

    E per la Spagna bisogna fare un ragionamento simile, solo che qui è gran parte del 50% dei contrari che dovrà turarsi il naso...

    E in Francia? Siccome è difficile immaginare FN al 50% idem...

    E la Grecia? I partiti anti EU prenderanno il 66% dei voti? Hanno un peso tale?

    E da noi quel 54% troverà espressione in m5s, Lega, fdi? Ovviamente no.

    La sintesi. Le elites dei vari paesi, per quel che possiamo giudicare ora, riescono ancora ad operare, con un certo successo, in maniera distorsiva dell'opinione pubblica.
    Ma anche: le elites non hanno più un appoggio scontato.

    Antonino

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    1. sì ma non è che tutti gli intervistati per il sondaggio di cui sopra siano obbligati ad andare a votare.

      è infatti probabilissimo che la maggioranza degli euro-contrari di sopra se ne starà proprio a casa.

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  8. @Luca
    Il dato anno su anno francese credo si possa spiegare come suggerito da Riccardo, cioè come frutto della polarizzazione dell'opinione pubblica pro/contro su una forza come il FN. Cioè molte persone, immagino, si saranno rinfocolate nel loro sentimento pro-EU per contrasto alla campagna anti EU del FN.

    Il dato anno su anno italiano può dipendere da due fattori.

    Uno è il m5s, che essendo una forza nuova, non avendo una posizione netta né origini "chiacchierate", non suscita reazioni istintive "pro-EU" nel campo avverso.
    Per questo motivo personalmente vedrei comunque con favore un'affermazione del m5s anche se non lo voterò. Diciamo che la posizione m5s mi sembra un problema grosso ma il nemico principale per me resta l'euro/EU in termini generali e il PD a casa nostra. Ma questo è una ruflessione fuori contesto...

    L'altro elemento è lo sfaldamento del centro destra. Lega, FDI hanno posizioni chiare da un lato. Dall'altro se non a livello ufficiale e programmatico è comunque evidente che i "mal di pancia" nell'elettorato berlusconiano sono diffusi.

    Antonino

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  9. Giusto Lorenzo, ma se il 50% delle persone dà risposte diverse sulle sue opzioni elettorali a seconda dell'umore, ne risulta che il 50% della popolazione è costituita da CAPRE.

    Valdo

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