lunedì 22 settembre 2014

Prevedibile e previsto

L'attacco ai diritti dei lavoratori, da parte del PD, non è ovviamente una sorpresa, perché si tratta della logica conseguenza dei vincoli che euro e UE impongono al nostro Paese, conseguenza prevedibile e prevista. Nel nostro piccolo, Tringali ed io scrivevamo, nel 2011, “l'attacco ai diritti dei lavoratori continuerà, secondo la linea scelta in Italia da Marchionne. Il lavoro sarà sempre più precario. La depressione economica rafforzerà il drammatico problema della disoccupazione” (M.Badiale, F.Tringali, Liberiamoci dall'euro, Asterios 2011, pag.14). Mi scuso per l'autocitazione, ma mi serve a spiegare come mai abbiamo poca voglia di intervenire sui recenti scontri fra Renzi e la CGIL: non abbiamo molto da aggiungere a quanto andiamo dicendo da anni. Segnaliamo comunque, a titolo di documentazione, vari articoli raccolti da Stefano Azzarà nel suo blog (li trovate qui e qui). La “grande stampa” è ovviamente schierata a favore del governo, e questo non ci può stupire. Può essere utile invece segnalare l'intervista a Landini pubblicata ieri sul “Corriere della Sera”, per la sua evidente debolezza (mentre più forte e sensata era l'intervista su Repubblica del 17-9). Nell'intervista al Corriere Landini sembra nettamente sulla difensiva, forse per via dell'apertura della Camusso al dialogo con Renzi. Ha un'unica buona risposta, quando ribatte che l'indebolimento dell'art.18, già operato dal governo Monti, non ha portato nessun vantaggio all'occupazione. Per il resto, nella sostanza accetta l'impostazione “accusatoria” dell'intervistatore, e cerca appunto di difendersi. Se ne deduce che perfino la parte migliore della sinistra sembra incapace anche solo di difendere le proprie ragioni in una intervista, non parliamo neppure di lottare in difesa dei propri ceti sociali. Perché? Evidentemente, nel caso di Landini, gioca la necessità di conservare un rapporto col resto della CGIL. Ma sullo sfondo vi è ovviamente l'incapacità, da parte della "sinistra di sinistra", di mettere in discussione euro e UE. A sua volta, questa incapacità si collega alla natura di fondo di ciò che è stata la sinistra. Ma qui il discorso diventerebbe davvero troppo lungo. I lettori interessati possono trovare analisi più approfondite nei libri che ho scritto con Massimo Bontempelli, in particolare “La sinistra rivelata” e La sfida politica della decrescita”.
(M.B.)

2 commenti:

  1. Scusa Badiale, ma francamente a me fa un po' ridere l'idea di definire la linea dell'Italia come "scelta da Marchionne". E' come prendersela con l'impiegato dello sportello per avere fatto una fila di ore.

    RispondiElimina
  2. Concordo quasi sempre con Marino Badiale e il suo realismo disincantato in merito alla possibilità delle classi dominate di prendere coscienza della guerra scatenata contro di loro dalle élites multinazionali,ma ogni volta che si cita e etichetta come sinistra quella storicamente data in Italia,o,meglio,rappresentata nell'immaginario collettivo come "sinistra",conseguentemente contrapposta alla "destra", non mi trova d'accordo. Se per sinistra intendiamo quella specifica area ideologica e politica incaricata di difendere gli oppressi e opporsi allle ingiustizie, soprattutto del capitale, bene, questa NON ESISTE PIU' DA TEMPO,diciamo dagli anni susseguenti la Grande Guerra,da quando cioè i suoi dirigenti con a capo il Migliore,rinunciò in maniera definitiva alla lotta contro il capitale.Dalla svolta di Salerno in avanti,passando per la "politica dei sacrifici",quella formazione partitica conservava si, ancora dei tratti "socialdemocratici",ma erano rivolti alla base che doveva essere irretita e irreggimentata in modo tale da non disturbare il manovratore(il capitale e le sue élites).Questa pseudo sinistra ha svolto, invece,coerentemente,pervicacemente un percorso di DESTRA,approdando a quello che vediamo oggi:un soggetto politico elettorale che si rifà in maniera compiuta ai dogmi della destra,di quella peggiore,tecnocratica e feroce sul piano sociale.Altro che sinistra,in campo vi è oramai solo la destra più nefasta che sta fagocitando persino quella storica,più sensibile tradizionalmente alla "questione sociale" e che si sarebbe guardata bene dall'attuare i sacri precetti iperliberisti.Se per anni è stata percepita come sinistra,lo si deve in gran parte al ruolo svolto di FINTA OPPOSIZIONE al sistema,purtroppo fatta digerire ad una base fra le più ottuse e "militarizzate", militanti trasformati in tanti fedeli soldatini per cui gli "ordini" impartiti dal Generale/Segretario non si dovevano contestare,pena la radiazione(vedi il gruppo del Manifesto).Se questa è sinistra,sono contento si essere etichettato come populista o,peggio,qualunquista.Luciano

    RispondiElimina