tag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post1554231380344292527..comments2023-09-04T15:30:29.534+02:00Comments on main-stream.it: Euro: un disastro annunciatoClaudiohttp://www.blogger.com/profile/18111436213155940875noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-13802179793072384502013-02-13T16:34:46.217+01:002013-02-13T16:34:46.217+01:00Una banalissima e semplicissima domanda: nella int...Una banalissima e semplicissima domanda: nella interessante analisi di come si sia sviluppato in maniera anomala il debito pubblico italiano ,considerate il nostro paese a capitalismo reale ,o una sua versione surrettizia?.<br />A Emilio L....è vero che la pensione a 40 anni piu' che stato di welfare era un bonus democristiano e una socializzazione sindacale, ma quella apologia per la piccola impresa privata mi fa ridere..<br />LE RICORDO CHE E'ANDATA COSI PERCHE TUTTE LE PARTI SOCIALI HANNO VOLUTO FARE I FURBI. L'IMPRESA PRIVATA NON PAGA LE TASSE IN QUESTO PAESE...ALMENO COME TREND.<br /> ernesto tonaniAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-25047265616771966942013-02-13T14:03:26.571+01:002013-02-13T14:03:26.571+01:00Buongiorno Caronte,
il miei dati sul "real i...Buongiorno Caronte,<br /><br />il miei dati sul "real interest rate on public debt" nei principali Paesi industrializzati hanno fonte OCSE, Historical Statistics 1960-1990, e sono contenuti in Tanzi-Schuknecht, "Public Spending in the 20th Century - A Global Perspective", Cambridge University Press ,2000 (cfr. Tavola IV.5 a pag. 85). Lo troverà facilmente cercando su internet.<br /><br />In base a questi dati, si rileva che nel decennio 1980-90 il tasso di interesse reale sul debito pubblico italiano risultò pari in media al 2,8%, su livelli inferiori a quelli pagati sul debito dei nostri competitor, ad esempio: Gran Bretagna (3,5%), Germania (4,5%), Francia (5,0%), Olanda e Stati Uniti (5,4).<br /><br />Il "lending rate" considerato da World Bank è invece "the bank rate that usually meets the short- and medium-term financing needs of the private sector". Non riguarda quindi il debito pubblico.<br /><br />Un cordiale saluto.<br />Emilio L.<br /><br /> Emilio L.https://www.blogger.com/profile/07392167627155858757noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-75630382109377790512013-02-12T23:44:37.963+01:002013-02-12T23:44:37.963+01:00"Sebbene i tassi di interesse reale si siano ..."<i>Sebbene i tassi di interesse reale si siano mantenuti in Italia i più bassi in assoluto tra quelli dei paesi industrializzati</i>"<br /><br />Ma lei questi dati dove li ha presi, scusi? Io guardo sul sito della Banca Mondiale:<br /><br />Real interest rate (%)<br />Real interest rate is the lending interest rate adjusted for inflation as measured by the GDP deflator. <br />(anni 1983-1987)<br /> media<br />Belgium 7.7 8.1 7.6 7.4 7.5 7,66<br />Denmark 6.6 7.0 9.9 10.0 8.4 8,38<br />Finland 1.4 1.9 4.8 4.1 4.4 <br />France 2.3 4.7 5.4 4.4 6.9 <br />Germany 7.0 7.7 7.3 5.6 7.0 6,92<br />Italy 6.2 10.1 8.1 7.9 7.1 7,88<br />Japan 6.2 4.9 5.5 4.2 5.3<br />Netherlands 7.0 6.4 8.3 8.4 9.3 7,88<br />Norway 6.8 6.9 7.9 16.8 8.9 9,46<br />Sweden 4.3 7.8 9.7 5.7 7.4 6,98<br />Switzerland 3.1 1.7 3.1 2.4 3.0<br />United Kingdom 4.1 4.9 6.1 7.2 4.1<br />United States 6.6 8.0 6.7 6.0 5.1 6,48<br /><br /><br />http://data.worldbank.org/indicator/FR.INR.RINR/countries/1W?page=5&display=default<br /><br />Ma più bassi dove? Maggiori dei nostri solo la Danimarca, la Norvegia e l'Olanda.<br /><br />La Danimarca passò da un debito del 4,8% nel 1970 a 35% nel 1980, a 65% nel 1987. In 17 anni è aumentato di 60 punti percentuali. Non molto diversamente dal nostro.<br /><br />L'Olanda partiva da 50% nel 1970 e chiudeva con un 73% nel 1987. <br />Interessanti i dati precedenti: dal 1814 al 1871 il debito pubblico olandese è stato sempre superiore al 100%, superando spessissimo anche la soglia del 200%, scendendo negli anni successivi pur rimanendo molto alto, per ritornare sopra al 100% dal 1932 al 1952. Dati molto significativi. Al governo per tutto quel tempo c'era stato Von Craxen.<br /><br />La Norvegia invece brava. E allora?<br /><br />I dati sui debiti pubblici qui: http://www.reinhartandrogoff.com/data/browse-by-topic/topics/9/<br /><br />firmato <i>Caronte</i> Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-34242294472427291532013-02-12T18:52:40.305+01:002013-02-12T18:52:40.305+01:00Provo a spiegarmi meglio ... si pensi per un attim...Provo a spiegarmi meglio ... si pensi per un attimo ad uno dei nostri problemi: il debito pubblico. Esso è cresciuto già negli anni Settanta, ma è poi esploso nel decennio successivo.<br /><br />L'interpretazione data "da sinistra" è che all'inizio degli anni Ottanta le classi dominanti hanno avviato una sorta di controrivoluzione ai danni dei lavoratori: politica monetaria restrittiva, tassi reali che diventano positivi, stabilizzazione dell'inflazione e dei tassi di cambio ... (o se si preferisce: adesione allo SME, divorzio tra governo e banca d'italia, l'abolizione della scala mobile, ...)<br /><br />Ebbene sì, lo penso anch'io: il nuovo scenario mondiale di deflazione, stabilizzazione monetaria, apertuira dei mecati finanziari era ostile alla classe lavoratrice! Avete ragione!<br /><br />Ma nella grande storia come nella vita di tutti i giorni, non possiamo sempre scegliere il copione da recitare ed il palcoscenico su cui esibirci ... se vogliamo migliorare le sorti della nostra comunità nazionale dobbiamo operare al meglio all'interno del contesto economico internazionale, consapevoli dei suoi vincoli e delle sue regole, nonchè delle conseguenze della nostra inerzia ... lo ripeto, non perchè tali vincoli e regole siano giusti, ma perchè non sono eludibili per iniziativa uniterale o rifiutabili per posizione ideologica.<br /><br />Tornando alla questione debito pubblico, vi voglio proporre una diversa visuale: com'è che tra tutti i principali paesi industrializzati il nostro è stato l'unico a uscire dagli anni Ottanta con le ossa rotte ed una pesante ipoteca sul futuro.<br /><br />Sebbene i tassi di interesse reale si siano mantenuti in Italia i più bassi in assoluto tra quelli dei paesi industrializzati, il nostro è stato infatti l'unico paese (l'unico!) in cui il rapporto debito pubblico / PIL è esploso sfondando 100%(neanche l'america di Reagan con sgravi fiscali e spese militari a go go è riuscita a fare altrettanto).<br /><br />Come è potuto succedere? Tutti imbelli ed imbecilli i popoli degli altri paesi che si sono adattati al nuovo contesto, mentre noi, in nome della coerenza ai nostri ideali di giustizia sociale, abbiamo continuato a consumare una ricchezza non creata scaricando il conto sulle generazioni future ? Ah saperlo!<br /><br />Non è una domanda retorica, considerato che c'erano allora (e ci sono anche adesso) persone che scambiavano per giustizia sociale il fatto che le pensioni di anzianità venissero riconosciute ai dipendenti pubblici dopo soli venti anni di lavoro per gli uomini e quindici per le donne, quando oggi non ne bastano neanche più quaranta!<br /><br />Ma purtoppo non finisce qui. Quale sistema industriale ci hanno lasciato in dote una conflittualità sociale che non ha avuto egali in europa, la lotta pregiudiziale al grande capitale, la dipendenza di larghe fette dell'economia italiana da sostegni diretti e indiretti dello Stato? <br /><br />Una miriade di piccole imprese, animate da imprenditori spesso eroici, ma poco capitalizzate, operanti in settori tradizionali, fortemente dipendenti dalla competitività di costo ...<br /><br />Dunque ecco l'eredità dei nostri alti ideali: debito pubblico elevato e presenza marginale nei settori inustriali a più alta produttività intrinseca. Non c'è da stupirsi che quando una parte del mondo ha inziato a reclamare una diversa suddivisione mondiale del lavoro e del reddito, noi siamo stati tra i primi a patirne le conseguenze!<br /><br />Concludo: l'unità europea che si riduce alla mera condivisione di una moneta, la globalizzazione selvaggia, la finanziarizzazione dell'economia ... non è sicuramente il migliore dei mondi possibili, anzi! Forse la crisi indurrà le principali potenze ad atteggiamenti cooperativi o forse deflagrerà in conflitto, who knows? ... nel frattempo faremmo meglio a concentrarci sulle riforme alla nostra portata (non necessariamente quelle di Monti). <br />Quando in passato abbiamo provato ad inseguire la rivoluzione del proletariato, si è visto come è andata a finire ... <br /><br />PS roberto b per favore salutami il Prof. Bagnai su Goofy(io non ci riesco). Grazie Emilio L.https://www.blogger.com/profile/07392167627155858757noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-79110091296030088422013-02-12T09:51:40.256+01:002013-02-12T09:51:40.256+01:00"l’erosione del risparmio nazionale e di qual... "l’erosione del risparmio nazionale e di qualsiasi riserva di valore; la frustrazione di ogni capacità di investimento privato in favore di un interventismo statale ottuso e sprecone."<br />Mi scusi sig.Emilio L. ma questo è più o meno quello che sta succedendo oggi in Italia,e accade per scelte ben precise di cui la nostra sinistra italiana si è resa complice.<br />Io credo che i vecchi schemi interpretativi troppo rigidi li stia applicando Lei,forse perché (e qui faccio lo psicologo da quattro soldi) non vuole farsene <br />una ragione,ma siamo stati traditi.<br />Con cordialità <br />C.NobileCarminehttps://www.blogger.com/profile/00582845688916432100noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-9682030915219437742013-02-11T00:58:58.722+01:002013-02-11T00:58:58.722+01:00Ricordo bene questo (quel) pezzo di storia politic...Ricordo bene questo (quel) pezzo di storia politica del nostro paese. Allora ero ignorante dei meccanismi specifici delle politiche economiche intraprese dal cosiddetto pentapartito e dai governi "europeisti", ma vedevo bene dove ci avrebbero portato, tant'è che al referendum votai per il mantenimento della scala mobile. E adesso queste ricostruzioni delle fasi politiche pro-euro di allora mi aiutano a ricostruire quel puzzle, mettendo retrospettivamente in evidenza tessere molto importanti e unendo i trattini fino a darmi una interpretazione relativamente nuova del processo politico ed economico che ha condotto all'odierna macelleria sociale, dove evidenti sono le pesanti responsabilità che la ""sinistra"" ha avuto in tutto ciò. Per cui non vedo assolutamente dove stia l'adozione di "vecchi schemi interpretativi troppo rigidi" di cui parla il commento qui sopra.roberto bhttps://www.blogger.com/profile/05623967675463167106noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-2115551433523317792013-02-10T21:24:54.611+01:002013-02-10T21:24:54.611+01:00Certo, avremmo sempre potuto mantenere la nostra s...Certo, avremmo sempre potuto mantenere la nostra sovranità monetaria e svincolarci dal treno della deflazione internazionale, ma questo avrebbe comportato l'intensificarsi degli aspetti perversi del nostro modello: l'avvitamento nella rincorsa tra inflazione interna e svalutazione del cambio; l’erosione del risparmio nazionale e di qualsiasi riserva di valore; la frustrazione di ogni capacità di investimento privato in favore di un interventismo statale ottuso e sprecone; e, in sintesi, la deriva verso un’economia pianificata di tipo socialista, sempre più isolata dagli scambi internazionali e sempre meno capace di garantire quei consumi e quelle opportunità che molti dei compagni sembravano ricercare attraverso la "rivoluzione". <br /><br />Ma non era questo l’orientamento della maggioranza del Paese e, infondo, non era probabilmente l’esito sperato dallo stesso PCI di Berlinguer, il quale realisticamente ricercava una via al socialismo diversa da quella dei Paesi del blocco sovietico, attraverso una trasformazione della società per via democratica e pluralistica, che non negasse i benefici di un sistema economico efficiente e l’opportunità del processo di integrazione europea.<br /><br />Ho già espresso la mia stima per le istanze morali che animano l'impegno degli Autori, ma continuare ad adottare vecchi schemi interpretativi troppo rigidi non eviterà ai lavoratori il ripetersi delle sconfitte patite negli ultimi decenni.<br /><br />Un cordiale saluto.<br />Emilio L.Emilio L.https://www.blogger.com/profile/07392167627155858757noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-46987129966463368742013-02-10T01:04:42.897+01:002013-02-10T01:04:42.897+01:00Ritengo che l'attuale svilimento del ruolo del...Ritengo che l'attuale svilimento del ruolo del sindacato nasca da questa precisa abdicazione al "potere".<br />Parte dell'analisi sulla corruzione dei sistemi "istituzionali" trova la sua giustificazione, a mio avviso, proprio dall'ambiguo sodalizio avvenuto negli anni della "Milano da bere" tra il cosidetto patronato e la dirigenza politico-imprenditoriale del "momento". Sodalizio propedeutico alla trasformazione successiva del PCI in PDS e poi Ulivo e poi PD. Una fase transitoria abilmente condotta dal delfino di Occhetto (persona meno malleabile e gestibile da tal punto di vista) costretto all'epoca a cedere un dito per amor di patria e vedendosi privato del braccio in nome dell'Europa. Di lì una discreta discesa e disgregazione dell'unità sindacale. Un involuzione, imbarbarimento, una esponenziale regressione culturale delle figure di "spicco" della rappresentanza.<br />Ossia le figure che in ambito "aziendale" dovevano rappresentare quel quid intellettuale e che in realtà ancor oggi rappresentato l'approdo del (mi scudo del termine a priori) "fancazzismo" opportunista.<br />La regressione si misura appunto in assenza di capacità critica della realtà nel momento in cui la realtà viene considerata come solo ambito del proprio guadagno.<br />Mi scuso per la prolissità ma è nel mio gene.<br />Un saluto.<br />ElmoamfElmoamfhttps://www.blogger.com/profile/13580003980063569927noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-47518800546885935802013-02-09T22:24:07.676+01:002013-02-09T22:24:07.676+01:00Altro utilissimo contributo di divulgazione al dib...Altro utilissimo contributo di divulgazione al dibattito quello fornito da Marino e Fabrizio. Tanti sindacalisti che alla fine degli anni '80 avevano lasciato la CGIL si erano resi conto del voltafaccia politico senza afferrare, però, le sottostanti dinamiche economiche e monetarie. Il sostanziale rifiuto di riconoscerle è tuttora una delle più gravi carenze della c.d. sinistra.<br /><br />Ancora grazie e a presto,<br /><br />Paolo CianciabellaPaolohttps://www.blogger.com/profile/10808567917731339070noreply@blogger.com