tag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post1820557828959721626..comments2023-09-04T15:30:29.534+02:00Comments on main-stream.it: Diritto di replicaClaudiohttp://www.blogger.com/profile/18111436213155940875noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-5336126336999238532013-12-05T15:43:36.174+01:002013-12-05T15:43:36.174+01:00Caro Sabatini, colgo l'occasione per sollevare...Caro Sabatini, colgo l'occasione per sollevare una questione (apparentemente) lessicale. Lo faccio dal punto di vista di uno che economista non è ma, per tanti motivi ovvi che sarebbe noioso qui elencare e tutti legati agli interessi per la politica, di economia si è interessato fin dagli anni del liceo. Un'altro evo storico, cioè.<br />La questione riguarda l'aggettivo (talvolta sostantivato) "liberista". Questa parola non si traduce in nessun'altra lingua che non sia l'italiano (e dunque, non di traduzione si tratterebbe, ma di identità). Com'è mai? Forse - si potrebbe pensare - si tratta di un fenomeno puramente italiano.<br />Ora, mi sono a suo tempo andato a leggere i lavori di Caffè sui liberisti (appunto) italiani. Credo di non andare errato dicendo che sono oggi come oggi tutti dei signor nessuno, che la storia ha inghiottito.<br />Allora, di cosa si parla quando si dice "liberista"? Si intende Einaudi? Ma vi pare giusto riferire quelle cose alle quali ci si riferisce quando si usa questo termine ad Einaudi? Voglio dire, non essendo Giorgio Napolitano, il nostro ineffabile Presidente (che Dio l'abbia in Gloria!).<br />E allora mi viene il sospetto che si dica "liberisti" per non dire "liberali", che è poi quel che si dice in tutte le altre lingue, inglese incluso, dove i liberali nel senso eurocontinentale del termine si chiamano "classical liberal", per distinguerli dai Liberal tout court, che sono praticamente l'opposto, come diceva poco prima di morire Milton Friedman, che si riteneva un liberale ma nel senso europeo, non nel senso "distorto" (è lui che parla, non io) che ha nella lingua USA.<br />Resta da domandarsi perché pesi così tanto usare l'aggettivo (talvolta sostantivato) che si usa in tutti i paesi del mondo, e cioè "liberale". Secondo me, ha a che fare con la coda di paglia, ma è tutto da discutere.<br />Questo anche perché vorrei sollecitare una maggiore sensibilità lessicale da parte degli economisti italiani, i quali ad esempio continuano imperterriti, e indifferenti agli enormi equivoci che suscitano tra le persone normali, a dire "fiscale" per dire "bilancio dello stato".<br />Già, perché ad un angloamericano il termine "fisc" non evoca neanche lontanamente le tasse, che si chiamano invece (ohibhò!) "taxes": "tax policy", mentre la "fiscal policy" è la politica di bilancio. <br />E così anche in altre lingue. Ad esempio, in Spagna "el fiscal" è il Procuratore generale, e difatti nessuno traduce dall'inglese "fìscal" con "fiscàl", perché tutti morirebbero dalle risa.<br />Ma da noi, il senso del ridicolo l'abbiamo perso da molto tempo.<br /><br />leprechaunhttps://www.blogger.com/profile/10443727686990760744noreply@blogger.com