tag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post7530078662198990409..comments2023-09-04T15:30:29.534+02:00Comments on main-stream.it: Ancora sul ceto politicoClaudiohttp://www.blogger.com/profile/18111436213155940875noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-7663812518655814472014-05-21T11:46:41.364+02:002014-05-21T11:46:41.364+02:00"Se non cambiamo i modi della politica, se no...<i>"Se non cambiamo i modi della politica, se non viene fuori un'avanguardia che abbia voglia di studiare, di confrontarsi, di fare comunità, di appropriarsi del territorio magari col porta a porta per cui sei conosciuto personalmente dalla gente, se non sei in grado di fare comunità, rinunciando se necessario a qualcosa del tuo punto di vista, discuti con lo spirito di trovare un punto di convergenza, non se ne esce, perchè non nelle declamazioni di principio ma nella prassi stiamo ancora interamente dentro il pensiero unico, l'ideologia liberale dominante."</i><br /><br />Sono pienamente d'accordo. <br /><br />Non credo che esistano "grandi soluzioni" in questo momento, ma certamente quello che possiamo fare è organizzarci dove possibile, per obbligare i politici a rendere conto continuamente alla comunità. <br /><br />Innanzitutto si deve creare comunità, attorno al territorio in cui viviamo. Unire le diverse anime e storie. Risolvere il più possibile da noi i nostri problemi. Solo quando si ama qualcosa, ha senso combattere per difenderlo: e lì, in un <i>secondo momento</i>, nasce <i>anche</i> la protesta.<br /><br />Che deve essere sempre molto concreta, mirata a cose specifiche, basata su un serio lavoro di documentazione: innanzitutto bisogna obbligare le istituzioni a consultarsi, a rispondere, a darci ogni informazione.<br /><br />Ciò ovviamente vale a livello locale - onestamente non ho idea di come si possano affrontare i grandi problemi transnazionali, ma il principio è sempre quello della democrazia attiva e costruttiva.Miguel Martinezhttp://kelebeklerblog.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-82889619011769974122014-05-21T00:34:51.252+02:002014-05-21T00:34:51.252+02:00Concordo con l'analisi di Badiale: il "ce...Concordo con l'analisi di Badiale: il "ceto politico" ormai si è ridotto nel ruolo di "persuasore delle classi subordinate" e "mediatore tra gli interessi dei gruppi dominanti". Do anche per scontato ciò che scrive Francesco, cioè che in un paese a sovranità limitata come l'Italia uscita dalla WW2 (ricordo che siamo sempre uno "Stato Nemico", ai sensi dell'art 53 dello Statuto dell'ONU) il ceto politico italiano non può che essere avallato dal campo di forze dato dal paese egemone nella cui orbita l'Italia si trova (o del suo legato tedesco, in questo recente periodo storico).<br />Alla luce di quanto detto, e lasciando per un attimo da parte quanto scritto da Vincenzo Cucinotta (pur pienamente condivisibile e ragionevole) non si capisce come ci si possa "sbarazzare di un ceto politico" che in quel campo di forze è continuamente rinnovabile e completamente sostituibile - anche in caso di repentino "vuoto di potere", semplicemente attraverso cooptazione: il caso del vuoto creato da Tangentopoli e fatto riempire alla sinistra nel '92 è appunto esemplare.<br />Proviamo allora ad arrivare fino in fondo al ragionamento sviluppato da Badiale. L'eliminazione - già la parola è indicativa: non sostituzione, cambio, avvicendamento - nei termine dati può essere ottenuta solo con una rivoluzione, ovvero un radicale e repentino cambio non solo del ceto politico ma anche del campo vettoriale e dei rapporti di forza che lo sostengono; in assenza di tale atto rivoluzionario, il continuo "catch up" del nuovo ceto nel vecchio frame sarebbe certo. A sua volta una rivoluzione del genere richiederebbe un ampio, e largamente maggioritario, sostegno popolare.<br /><br />Alla luce di quanto detto, non posso fare a meno di pensare che la tattica (o strategia?) dell'appoggio ai grillini assomigli tanto ad un wishful thinking che mette il carro avanti ai buoi: il M5S, se anche si avvia a diventare primo partito alle europee, non ha un ampio e maggioritario sostegno popolare - non supererà un terzo dei votanti, molti dei quali votanti di "opinione", elettori occasionali per protesta. <br />Ammesso e niente affatto concesso che il M5S al campo di forze di cui si parlava all'inizio si voglia sottrarre (qui l'analisi è agli antipodi tra noi)...<br />Ammesso che il campo di forze non faccia nulla per recuperare...<br />In assenza di un ampio sostegno popolare, immagino che si punti a sfruttare il vuoto di potere successivo allo sgretolamento del PD: si assume che il M5S possa diventare assolutamente maggioritario, o che forze popolari e democratiche si possano sfruttare proficuamente la situazione. Qui siamo alla pura speranza: una forza popolare - e in Italia non c'è nulla del genere, siamo in ritardo di anni sugli eventi -non si sviluppa in una notte e i vuoti tendono ad essere riempiti da chi ha i mezzi per farlo, nel qual caso, qualsiasi margine di manovra si troverebbe schiacciato dal M5S. Ci si troverebbe guidati da un movimento che non ha la minima capacità di elaborazione del contesto in cui ci troviamo e idee molto confuse su dove andare, dato che ad oggi la sua direzione (?) non ha prodotto molto altro rispetto alla narrativa della castacriccacorruzione. In un contesto di totale opacità e assenza di pratiche democratiche interne nel proprio "ceto dirigente" (che poi sono Grillo e Casaleggio).<br /><br />Temo che <a href="http://egodellarete.blogspot.it/2014/04/tempo-e-vuoto.html" rel="nofollow">l'analisi di Fraioli</a> colga nel vivo le velleità dall'Illinois: in questa simpatica area degli USA si scommette nella rivoluzione come riflesso condizionato, perchè è pur sempre l'occasione della palingenesi e della catarsi. <br />Se vivessi in un altro paese, vi augurerei In bocca al lupo.Simosanhttps://www.blogger.com/profile/08863916203822919079noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-86882871272992059772014-05-21T00:02:34.059+02:002014-05-21T00:02:34.059+02:00Concordo totalmente. Di più, credo che la sostituz...Concordo totalmente. Di più, credo che la sostituzione del ceto politico debba rientrare in una più vasta operazione di sostituzione dell'intera classe dirigente italiana, imputridita da troppo tempo di permanenza al potere, senza altri meriti se non la cooptazione clientelare e/o nepotistica. La classe dirigente (di cui il ceto politico è un sottoinsieme) italiana ha fallito. Negli ultimi 20 anni ha pensato solo ad ingrassare e conservare il potere, alleandosi opportunisticamente anche con il diavolo (leggasi mafia e/o tecnocrazia europea), e fregandosene dell'interesse generale. Forse non sarà il M5S a compiere l'impresa, ma quell'obiettivo è esiziale per poter voltare finalmente pagina e provare a risalire la china.Brunohttps://www.blogger.com/profile/15497797665236033801noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-31377309666481964282014-05-20T15:02:38.179+02:002014-05-20T15:02:38.179+02:00Scusate, nel pecedente mio commento, ho dimenticat...Scusate, nel pecedente mio commento, ho dimenticato di cancellare la coda del commento (a partire da "La risposta...", cioè l'ultimo capoverso). Vincenzo Cucinottahttps://www.blogger.com/profile/18184543762214806551noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-3538440041283187122014-05-20T14:44:02.954+02:002014-05-20T14:44:02.954+02:00Mi sembrano considerazioni ragionevoli. Però io vo...Mi sembrano considerazioni ragionevoli. Però io vorrei puntare sugli aspetti di sistema piuttosto che sulle modalità di comunicazione. Cioé, secondo me, questo ceto politico si riproduce in questo modo perché è funzionale ad un sistema. Altrimenti sarebbero spazzati via, come del resto è successo con la vicenda di Mani Pulite e con tutte le evoluzioni del PCI, ad esempio. Era funzionale a suo tempo, come sponda dell'imperialismo sovietico, è diventato sponda, quello che è rimasto, ai poteri forti della finanza multinazionali. Ognuno si ritaglia un ruolo che è funzionale a qualcosa, ad un gruppo di interessi. Sono questi i meccanismi da indagare, a mio avviso.Francescohttps://www.blogger.com/profile/16828893061670601635noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-63370518967500422522014-05-20T08:16:25.263+02:002014-05-20T08:16:25.263+02:00Caro Badiale, in verità non me la sento di concord...Caro Badiale, in verità non me la sento di concordare con te. <br />Dovremmo partire da cosa si intenda con l'espressione "eliminazione dell'attuale ceto politico". Escludendo evidentemente l'eliminazione fisica, rimane da capire come si elimina l'intero ceto politico, e prima ancora cosa si intenda esattamente con questa espressione.<br />Basta sconfiggerli alle elezioni, sconfiggere l'universo dei candidati escluso il M5S? <br />Non lo credo, proprio perchè costituiscono sistema, essi si riprodurrano, magari cambieranno nomi, sigle, facce, ma alla fine ciò che conta sono le modalità di funzionamento, modalità di organizzazine, di assunzione delle decisioni, di ricerca del consenso, di rapporto con i cittadini e così via. <br />E' mia convinzione che considerando con questo, secondo me dovuto, approfondimento l'espressione che usi, il M5S ci stia tutto dentro il sistema politico, che esso ha avuto successo perchè si è perfettamente adeguato ai meccanismi di comunicazione che la società utilizza. <br />Ciò insomma che dovremmo fare fuori non è questo o quel partito, ma il meccanismo stesso della politica e quindi ad esempio rifuggire dalla spettacolarizzazione della politica, e non mi pare che il M5S rifugga alcunchè di spettacolarizzato. Dovremmo evitare la banalizzazione, il praticare una comunicazione stringata, sintetica ed ambigua. Anche qui, il twittare di Renzi si confronta non coi libri di Grillo e Casaleggio, ma con la sloganista del blog di grillo, un programma che non dice nulla, una democrazia intesa in maniera caricaturale. <br />Se non cambiamo i modi della politica, se non viene fuori un'avanguardia che abbia voglia di studiare, di confrontarsi, di fare comunità, di appropriarsi del territorio magari col porta a porta per cui sei conosciuto personalmente dalla gente, se non sei in grado di fare comunità, rinunciando se necessario a qualcosa del tuo punto di vista, discuti con lo spirito di trovare un punto di convergenza, non se ne esce, perchè non nelle declamazioni di principio ma nella prassi stiamo ancora interamente dentro il pensiero unico, l'ideologia liberale dominante.<br />La risposta è meno banale di come si potrebbe credere, perchè il ceto politico è attualmente costituito da svariate decine di migliaia di persone, e considerando la loro sfera di influenza diretta (forme di parentela, di amicizia, di comunanza di interessi), probabilmente sfioriamo il milione di persone interessate. <br />Generalmente, si dice "sconfiggere il tale partito alle elezioni", voi parlate invece di eliminazione dlel'intero ceto politico, così sottolineando Vincenzo Cucinottahttps://www.blogger.com/profile/18184543762214806551noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5529958008927634220.post-74845494701902244402014-05-19T15:27:35.537+02:002014-05-19T15:27:35.537+02:00Anche se può sembrare naif, io non sono per nulla ...Anche se può sembrare naif, io non sono per nulla pessimista. Meglio dire, non sono né ottimista né pessimista. Non posso che essere d’accordo con l’affermazione che il capitalismo “si combatte contro le forme concrete in cui esso si realizza nella storia”. <br />Per questo motivo occorre, per prima cosa, idee chiare sui meccanismi e sul modo con cui si riproduce. Ad esempio, che il Capitale (sua maestà) abbia la necessità intrinseca di espandersi e di invadere tutti gli aspetti della vita, non è un fenomeno trascurabile. Quindi che provi ad estendersi a tutte le forme di relazione sociale, è un fatto ineluttabile. Per dirla in un altro modo, è noto che per Marx il lavoro produttivo era anche quello della puttana, purché fosse gestita da un protettore che fosse in grado di estrarle plus-valore.<br />Io ho una mia idea personale riguardo il welfare. Non diminuirà più di tanto perché dentro sono annegati interessi potenti. Basta ascoltare Gino Strada che dice che la sanità potrebbe costare un terzo, tutto il resto sono interessi privati, spesso multinazionali come le aziende del farmaco. <br />Per continuare ad esaminare le forme concrete, è utile ascoltare quello che dice Brera, che è diventato famoso per aver scritto “Diavoli”, il mondo della finanza in un romanzo. Dice Brera che il neo-liberismo non è il “liberismo” che qualcuno crede, non è cioè un sistema lasciato a sé stesso, secondo la teoria darwiniana applicata al capitalismo (che non è un sistema naturale però ma un sistema di rapporti sociali). Il neo-liberismo è caratterizzato da un’attenta regia e da modalità decisionali centralizzate. Per funzionare, occorre un ruolo molto attivo dello Stato. Non meno Stato (queste corbellerie le lasciano dire a Oscar Giannino e a qualche editorialista), ma un ruolo molto attivo dell’elite del ceto politico. Basti pensare al passaggio di consegne tra Bush jr e Obama nella crisi del 2007. Oppure alla spesa pubblica. Keynes non è morto per niente, le politiche sono state improntate alla spesa pubblica perché il capitalismo senza debito non funziona. <br />Dobbiamo incunearci nelle contraddizioni. Ce ne sono, non è vero che questo sistema è assoluto nel senso che è una macchina perfetta. Molto imperfetta invece, al di là del senso morale di giustizia. Cosa spinge, ad esempio, a far lavorare per dodici, tredici, anche quindici ore al giorno? Non sono solo gli schiavi di Rosarno o dell’Agro Pontino. Sono anche giovani italiani e non solo. Anche in Inghilterra si lavora sempre di più. Non è una ragione di conflitto questa? E non è il meccanismo inceppato? Perché è chiaro che è il funzionamento del sistema, per riprodursi, che necessita di spingere lo sfruttamento oltre il limite possibile. <br />Francescohttps://www.blogger.com/profile/16828893061670601635noreply@blogger.com