giovedì 25 aprile 2013

Finanziare i sussidi mediante moneta complementare

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente contributo di Guido Ortona, Professore Ordinario di Politica Economica presso l'Università del Piemonte Orientale
(M.B.)



Vorrei sottoporre all'attenzione di coloro che sono interessati la proposta che l'Italia provveda al soccorso dei cittadini più bisognosi mediante la stampa di moneta. Prego il lettore di prendere sul serio la frase "sottoporre all'attenzione": è possibile che la proposta sia assurda, o che non lo sia ma ci siano ostacoli molto seri, o che sia inopportuna, e in generale che abbia dei difetti che io non ho visto. Penso però che valga comunque la pena di discuterne, eventualmente per decidere che è impraticabile. Qui di seguito i dettagli.



L'Italia dovrebbe stampare una moneta parallela all'euro, chiamiamola lira, da usarsi per distribuire un sussidio di disoccupazione generalizzato. Vari interventi, su cui non mi dilungo,  suggeriscono che il valore complessivo dovrebbe essere dell'ordine di 10 miliardi di Euri all'anno. Il tasso nominale di cambio più comodo sarebbe ovviamente 1 lira = 1 Euro; la lira però non dovrebbe essere convertibile in euro né in altre valute, né dare origine a depositi fruttiferi. Inoltre non dovrebbe essere utilizzabile per pagare contributi fiscali o previdenziali (dato che altrimenti si tradurrebbe in un'altra manovra, e cioè l'emissione di euro).
E' appena il caso di ricordare che 10 miliardi costituiscono circa due terzi dell'1% del pil. Il pericolo che la politica qui suggerita abbia seri effetti inflazionistici è quindi minuscolo, e certamente risibile di fronte al ben più grave pericolo di deflazione causata dalla costante diminuzione della domanda interna.
Che corso dovrebbe avere la nuova valuta?  Ci sono tre possibilità. La prima è che il corso sia puramente volontario. Le varie esperienze di monete locali che si stanno sperimentando un po' dovunque sono incoraggianti, ma credo che l'accettazione volontaria non sia sufficiente per uno schema così ampio e non radicato in una specifica realtà locale. La seconda è che il corso sia forzoso. Non vedo obiezioni a questa possibilità, se non il malcontento che potrebbe generare, anche se probabilmente solo inizialmente, e possibili ostacoli giuridici nazionali o più facilmente europei. La terza possibilità, intermedia fra le due, mi pare quindi la migliore. La moneta dovrebbe  essere utilizzabile solo per due usi specifici, e cioè 1) l'acquisto di beni, sia di consumo corrente, che durevole, che di investimento presso venditori disponibili ad accettarla; e 2) il pagamento delle spese di personale da parte dei medesimi, limitatamente a una data quota; diciamo che ogni dipendente potrebbe essere pagato in lire solo per il 25% della sua retribuzione netta. Il corso della moneta sarebbe quindi garantito semplicemente dal fatto che non ci sarebbe motivo di non accettarla: i venditori sarebbero indotti ad accettarla dalla concorrenza fra di essi e dal fatto che possono utilizzarla per pagare il personale, e il personale dalla possibilità di utilizzarla per acquisti correnti. Un'occhiata ai dati suggerisce che questa strada è praticabile: una stima molto conservatrice dei redditi netti dei soli addetti al commercio è di circa 45 miliardi, quindi dieci miliardi sarebbero meno di un quarto dei loro redditi, una cifra sicuramente inferiore a quanto speso in consumi correnti. Ove necessario, ma non dovrebbe esserlo, l'accettazione della Lira potrebbe eventualmente essere incentivata garantendo a chi  riceve parte del salario o dello stipendio in Lire un (piccolo) sconto fiscale determinato dal maggior gettito conseguente all'effetto espansivo della domanda aggiuntiva che si viene a creare.
Vorrei sottolineare che considero quanto qui suggerito un palliativo per la crisi sociale italiana assai più che una soluzione. Credo (e mi pare che ormai siamo in molti a crederlo) che l'Italia sarà presto costretta a lasciare l'euro e/o a denunciare il debito pubblico; il problema è se lo faremo prima o dopo avere subito una macelleria sociale di tipo greco. In entrambi i casi si renderanno necessarie (e possibili) politiche molto più impegnative. 

Guido Ortona
 

   

8 commenti:

  1. La proposta non credo sia campata in aria (vedi gli esempi del Wir o del Berliner o addirittura, se non ricordo male, l'esperimento del circuito commerciale Sardex in Italia). Probabilmente è certo un palliativo, non la cura dei mali. Ma credo che il punto stia nella attuale mancanza TOTALE di un dibattito aperto da parte della politica su questi temi. Pressanti, inevitabili, ma ignorati. Il tempo stringe, e mi sembra si continui a navigare a vista, sperando nella divina provvidenza, pregando di sentire qualcuno gridare TERRA! ... o di non trovarsi improvvisamente a 2 metri da un gigantesco iceberg...

    RispondiElimina
  2. Non so, forse sarebbe un inizio di rottura dell'euro, un escamotage. Le monete locali mi hanno sempre ricordato, non so quanto propriamente, i miniassegni che credo circolarono a fine anni '70. Al di la dei singoli dettagli, come ad esempio che dovrebbe essere possibile anche pagarci l'affitto o il mutuo di casa e le tasse, questa proposta dovrebbe forse essere concordata con le singole regioni per creare un circuito parallelo di moneta gestita da loro. Dovrebbe pure essere orientata ad un rapido riassorbimento dei lavoratori e sostegno di quelle aziende in difficoltà.

    Ad esempio, parlo del mio caso, dovrebbero essere un palliativo nelle more di programmi di stabilizzazione per chi è precario in qualsiasi forma, visto che il governo nazionale se ne lava pilatescamente le mani per i motivi che qui ben conosciamo.

    RispondiElimina
  3. E' vero di recente ho sentito fare una proposta simile su radio padania, mentre stavo cercando un'altra emittente. Mi ha fatto molto piacere sentire parlare di questo su di una radio che io ritenevo per esperienza votata ad ascoltare i lazzi tra presentatori e casalinghe che se la prendevano con gli extracomunitari. Nel mondo pare esistano ben 5000 differenti 'valute complementari', termine che rende legale l'uso appunto di una diversa divisa per soli scopi di scambio all'interno di circuiti codificati, ma nessuno può vietare di accettare a nessun'altro. Si comincia a capire che in fondo in Europa non mancherebbe nulla se solo si facesse girare un pò più di liquidità tra la gente anzichè venir prosciugata dall'economia virtuale o dalle banche tramite gli interessi pagati.

    RispondiElimina
  4. Condordo pienamente e aggiungo solo che è ormai da tempo che si sta cercando di far nasere realtà di questo tipo. Attualmente il SARDEX sta funzionando e anche in altre regioni, tra cui la Liguria si stanno spingendo su questa strada. Io sono un grafico e ho l'hobby della mountain byke. Sono quindi settori che conosco bene, i sig krukki con i loro siti ci propinano carta stampata a prezzi assurdi, a tal punto che, fatture alla mano, da noi non ci paghiamo neanche la carta(ancora da stampare/tagliare e piegare). I siti krukki di mtb propinano prezzi di componenti che costa molto meno di quanto i distributori vendano ai negozianti. Capite bene che si sta giocando una partita sleale. Abbiamo ancora un margine di ricchezza privata. Usiamola per al nostro interno e alziamo il dito medio ai krukki.

    RispondiElimina
  5. altro che palliativo.
    potrebbe essere una prima soluzione alla crisi.
    un primo step verso il cambiamento del sistema.
    la doppia circolazione (euro/lira) poi non sarebbe altro che un ritorno alle origini della moneta.
    nulla osta, a mio avviso, neppure alla convertibilità in euro, probabilmente però con un tetto annuale valido per tutti; l'ideale poi sarebbe un meccanismo di decumulo.
    anche la percentuale di pagamento delle retribuzioni potrebbe essere più alta (per esempio un rapporto 40% lira/60% euro, che potrebbe poi addirittura capovolgersi).
    la lira sarebbe moneta libera da debito, quindi non aggraverebbe il debito pubblico.
    il rischio inflazione è inesistente, e comunque un pochino di inflazione non farebbe male.
    dunque il doppio corso sarebbe un piccolo passo verso il ripristino della sovranità monetaria, della libertà dal debito e della libertà tout court, questo il motivo per cui l'europa non lo permetterebbe mai.

    RispondiElimina
  6. Se posso, consiglierei la lettura di un mio modestissimo articolo dal titolo:

    MONETE COMPLEMENTARI 1 - Il trattato UE non le vieta
    LA TERZA VIA POSSIBILE
    Monete complementari a fianco dell'Euro: il Trattato UE non le vieta


    http://www.site.it/monete-complementari-1-il-trattato-ue-non-le-vieta/10/2012/

    RispondiElimina
  7. I residenti di un paese effettuano i loro acquisti (o una parte) di beni e servizi presso negozi,artigiani,professionisti che operano in quel paese. In cambio della loro fedeltà ottengono uno sconto sul prezzo dell'acquisto che confluisce in un fondo gestito dal comune (o da un soggetto preposto). Lo sconto è personale, quindi alla fine dell'anno ognuno avrà accumulato una cifra che potrà utilizzare per pagare le gabelle comunali darla in benficienza (nel territorio) o farne quell'accidente che vuole. Parte della ricchezza di ognuno reinvestita nell'ambito del proprio territorio grazie alla fidelizzazione dei residenti.
    Penso che il reddito di cittadinanza potrebbe essere creato in questo modo. Non costerebbe niente a nessuno, in cambio di una parte degli acquisti dei residenti chi non rinuncerebbe ad un pezzettino dei propri utili?
    Mi complimento col professore, la Sua è un'ottima idea e come tale credo non la leggeranno nemmeno.

    RispondiElimina
  8. segnalo a tutti i lettori la nostra proposta, tramite il Manifesto per l' Eurolira, per la risoluzione della crisi italiana.
    http://www.italjani.com/?page_id=1232

    Confidiamo in un acceso dibattito.
    FAZ

    RispondiElimina