Di seguito proponiamo un bel pezzo di Guido Olimpio, pubblicato sul Corriere della Sera di oggi. Esso dimostra come i maneggi per arrivare a un accordo USA-Iran fossero in atto già dal 2009, e che il loro principale ostacolo fosse l'ingombrante presenza pubblica di un presidente eletto coi brogli e negatore della Shoah come Ahmadinejad (come da noi correttamente riferito). L'alleanza con Teheran non è un'idea estemporanea, ma fa parte di una strategia USA di lungo corso. E con ciò speriamo di aver fatto giustizia di tutte le sparate complottistiche sulle presunte manovre anti-Assad degli USA. (C.M.)
Immaginate la scena. Fine settembre di quest'anno. Studio Ovale della
Casa Bianca. Su una poltrona Barack Obama, sull'altra il premier
israeliano Netanyahu. Il presidente americano, prima di entrare nel vivo
delle discussioni, offre l'antipasto all'ospite: stiamo trattando in
segreto con l'Iran e abbiamo avuto già due incontri.
Netanyahu avrà finto sorpresa. Anche se sapeva tutto e da molti mesi.
L'intelligence israeliana aveva scoperto i negoziati dietro le quinte
con largo anticipo, sapeva che i nemici si parlavano, probabilmente ha
tenuto d'occhio con mille antenne i mediatori. Anche perché i meeting si
sono svolti in luoghi abbastanza accessibili per gli uomini del Mossad.
La Svezia, la Svizzera e l'Oman, uno dei Paesi musulmani dove gli
israeliani si muovono abbastanza bene.
A Gerusalemme dovevano aspettarselo. Gli israeliani sanno bene che
Iran e Usa sono stati costretti a parlarsi in modo riservato sin
dall'inizio. L'occupazione dell'ambasciata americana a Teheran alla
nascita della Repubblica islamica li ha privati dei canali normali.
Inevitabile per gli Stati Uniti cercare altre strade. A volte tortuose
come l'affare Irangate, con scambi armi-ostaggi che hanno coinvolto
anche gli israeliani. E la tradizione è proseguita trovando nuova linfa
(e sentieri) con l'elezione di Obama.
Il presidente ha sempre dichiarato di perseguire una soluzione sul
nucleare iraniano, così ha investito molte risorse e uomini. Oggi tutti
sono concordi nell'affermare che se a Ginevra è stato raggiunto un
accordo una parte del merito va anche a questo percorso parallelo. Una
diplomazia intensa a partire dal marzo 2013, ma anticipata da un lavoro
estenuante durato probabilmente cinque anni, con alti e bassi,
contrasti, passi falsi, minacce. Una storia della quale vi avevamo già
parlato sul Corriere e che ora si arricchisce di altri dettagli forniti
dalle ricostruzioni apparse sui media statunitensi.
Il grande attore di questa vicenda complessa è stato il vice
segretario di Stato William Burns, un funzionario navigato, ambasciatore
a Mosca dal 2005 al 2008, a lungo in Medio Oriente e protagonista dei
primi negoziati con l'Iran nel periodo 2008-2011 sempre nel quadro dei
colloqui tra le grandi potenze e gli ayatollah. Burns ha creato un
rapporto di fiducia con gli interlocutori arrivati da Teheran.
Un discorso iniziato quando in Iran era ancora presidente
Ahmadinejad, figura intransigente e dura. In pubblico lanciava anatemi,
in privato non escludeva il dialogo con il Grande Satana. Raccontano
anche che nel dicembre 2011, John Kerry, allora semplice senatore, abbia
compiuto una missione «coperta» a Muscat (Oman).
Ma all'epoca non c'era però l'alchimia giusta e i mullah
intransigenti non volevano esporsi alla reazioni degli estremisti.
Situazione mutata con la vittoria di Hassan Rouhani, spinto in alto
anche per creare un nuovo rapporto.
Subito dopo la sua elezione, Obama gli ha inviato una lettera
consegnata in agosto da un messaggero importante, il sultano Qaboos
dell'Oman. Quindi altri scambi di missive tra le due capitali e altre
«chiacchierate» in luoghi sicuri, dalla Svezia al Golfo. Insieme a
Burns, Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza del vice presidente
Biden, e Puneet Talwar, responsabile dell'ufficio Iran.
Davanti a loro gli interlocutori iraniani, i vice ministri degli
esteri Abbas Araghchi e Majid Ravanchi. Per settimane hanno cercato di
essere delle ombre invisibili, per nascondersi alla stampa e sottrarsi
al giudizio di chi - anche nel Congresso - non gradisce il disgelo.
Piccoli depistaggi e tanta riservatezza bucata però da qualche
giornalista supplicato di non pubblicare la notizia ghiotta. Il riserbo
ha tenuto solo in parte e dopo l'estate le indiscrezioni sono cresciute,
con riferimenti sempre più precisi.
Il sistema messo in piedi da Burns ha funzionato. In settembre c'è
stato l'incontro tra Kerry e il suo omologo Mohamad Zarif a New York,
quindi la brevissima telefonata Obama-Rouhani. Simbolica, però
importante per togliere un po' di diffidenza. Poi un altro gesto: la
restituzione all'Iran di una preziosa coppa persiana a forma di grifone
sequestrata dai doganieri statunitensi. Un modo per dire che non c'era
solo ostilità.
Il cammino ha portato alla trattativa novembrina di Ginevra, con gli
americani che avevano già messo a punto molti aspetti del possibile
accordo attraverso il team guidato da William Burns, ma avevano tenuto
all'oscuro i partner. Dettaglio non da poco. E quando tutto sembrava
pronto, la Francia si è messa di traverso. Alcuni punti della bozza
erano considerati troppo morbidi nei confronti dell'Iran. Altra pausa
negoziale, nuove consultazioni lontani dai riflettori, poi tutti a
Ginevra per l'ultima curva. Dopo la svolta la firma sotto il compromesso
nucleare.
L'alleanza con Teheran non è un'idea estemporanea, ma fa parte di una strategia USA di lungo corso. E con ciò speriamo di aver fatto giustizia di tutte le sparate complottistiche sulle presunte manovre anti-Assad degli USA. (C.M.)
RispondiEliminaQuindi, caro Claudio, vuoi dire che l'opposizione che combatte Bashar al-Assad è legittima? Non ci sono milizie islamiste Salafite pagate dagli Emirati? Che questi combattenti fanno parte dell'opposizione interna al paese e che non sono stati reclutati tra le stesse milizie che hanno combattuto in Libia, parte delle quali si trovava nelle prigioni di Gheddafi perchè appartenenti ad al Qaida? Quindi l'occidente avrebbe sostenuto, armandoli, dei veri combattenti Siriani per la libertà e tutto l'impegno che ha profuso era diretto a proteggere il popolo siriano da un dittatore che con grande spietatezza avrebbe fatto bombardare e gasare con il sarin la gente del proprio paese? Vuoi dire che è stato l''esercito nazionale siriano ad attaccare interi villaggi e dare corso a stupri e ad esecuzioni, arrivando a tagliare persino la gola dei bambini? E' stato, quindi, Bashar al-Assad con il suo esercito che ha terrorizzato la popolazione costringendola ad un esodo di massa? Quindi, in realtà, agli Usa e alleati interessava solo il crollo del regime di Assad non avendo nessun altro interesse nell'area in quanto avevano già stabiliti accordi sotterranei di cooperazione con l'Iran? Quindi l'embargo non era un vero embargo ma serviva solo a gettare fumo negli occhi alla comunità internazionale e forse soprattutto al suo alleato storico, Israele. Al quale, sempre con l'intento di dargli a bere la loro finta ostilità, gli era concesso di organizzare svariati omicidi mirati e attentati su territorio iraniano tesi a decimare l' equipe responsabile della ricerca sul nucleare, forse pensando di rimpiazzarli dopo la farsa, come da accordo, con scienziati americani?
Mi sembra che state dando corso ad una sorta di complottiamo al contrario….invece di organizzare i fatti in un certo modo….li si negano!
Certo Israele è rimasta profondamente delusa, avrebbe voluto attaccare nonostante le navi da guerra russe e cinesi posizionate a difesa delle coste siriane. Purtroppo per loro nell'amministrazione americana c'è anche un anima un pò meno guerrafondaia… un pò più realista.
Per quanto riguarda l'articolo del Corriere, volendo ancora un pò complottare…..potrebbe essere stato ispirato proprio da quella profonda delusione...!?
1) Quindi, caro Claudio, vuoi dire che l'opposizione che combatte Bashar al-Assad è legittima?
EliminaCerto che sì, come tutte le Rivoluzioni.
2) Non ci sono milizie islamiste Salafite pagate dagli Emirati?
Sì, l'Arabia Saudita tenta di far arrivare un po' di armi a quel che resta del FSA, e anche alla neonata formazione Jaish al Islam. Fino a qualche anno fa il Qatar faceva arrivare quattrini alla brigata al Thaweed. Embé?
3) Che questi combattenti fanno parte dell'opposizione interna al paese e che non sono stati reclutati tra le stesse milizie che hanno combattuto in Libia, parte delle quali si trovava nelle prigioni di Gheddafi perchè appartenenti ad al Qaida?
Al 90% si tratta di arabi, come ammettono tutti, ma le brigate internazionali sono sempre esistite. Molti qaedisti si trovavano nelle carceri di Assad, lui li ha fatti liberare e loro hanno formato una milizia, l'ISIS, che dedica più energie a sparare ai rivoluzionari che alle forze del regime.
4) Quindi l'occidente avrebbe sostenuto, armandoli, dei veri combattenti Siriani per la libertà e tutto l'impegno che ha profuso era diretto a proteggere il popolo siriano da un dittatore che con grande spietatezza avrebbe fatto bombardare e gasare con il sarin la gente del proprio paese?
Niente affatto. L'occidente ha sempre ostacolato l'azione dei combattenti per la libertà, e non ha fatto nulla per fermare il sadico bombardatore.
5) Vuoi dire che è stato l''esercito nazionale siriano ad attaccare interi villaggi e dare corso a stupri e ad esecuzioni, arrivando a tagliare persino la gola dei bambini?
Certo. E ha fatto persino di peggio, se possibile. Ci sono tonnellate di video e testimonianze.
6) E' stato, quindi, Bashar al-Assad con il suo esercito che ha terrorizzato la popolazione costringendola ad un esodo di massa?
Corretto. È la sua strategia dall'estate del 2011 ad oggi.
7) Quindi, in realtà, agli Usa e alleati interessava solo il crollo del regime di Assad non avendo nessun altro interesse nell'area in quanto avevano già stabiliti accordi sotterranei di cooperazione con l'Iran?
No. Siccome avevano già stabiliti accordi sotterranei di cooperazione con l'Iran, essi non desideravano nemmeno la caduta del regime di Assad.
8) Quindi l'embargo non era un vero embargo ma serviva solo a gettare fumo negli occhi alla comunità internazionale e forse soprattutto al suo alleato storico, Israele.
L'embargo colpisce solo i rivoluzionari. Il regime percepisce le sue armi da Russia e Iran, che non hanno mai rispettato l'embargo.
8) Al quale, sempre con l'intento di dargli a bere la loro finta ostilità, gli era concesso di organizzare svariati omicidi mirati e attentati su territorio iraniano tesi a decimare l' equipe responsabile della ricerca sul nucleare, forse pensando di rimpiazzarli dopo la farsa, come da accordo, con scienziati americani?
Che c'entra? Vabbè, ti rispondo lo stesso: Israele è contrario all'alleanza USA-Iran. Quindi...
9) Mi sembra che state dando corso ad una sorta di complottiamo al contrario….invece di organizzare i fatti in un certo modo….li si negano!
Nient'affatto. Il discorso che facciamo qui da un anno e mezzo è lineare e suffragato dai fatti. Sei tu che ingarbugli.
10) Certo Israele è rimasta profondamente delusa, avrebbe voluto attaccare nonostante le navi da guerra russe e cinesi posizionate a difesa delle coste siriane.
Israele in questi due anni e mezzo ha attaccato dove e come ha voluto in Siria, colpendo posizioni del regime, di Hezbollah e anche dei ribelli. Le famose navi non hanno mai fermato una singola incursione israeliana.
11) Purtroppo per loro nell'amministrazione americana c'è anche un anima un pò meno guerrafondaia… un pò più realista.
L'amministrazione non guerrafondaia è quella che ha spianato la Libia, triplicato le truppe in Afghanistan, ucciso migliaia di innocenti con i droni in Pakistan, Yemen e Somalia. Hai le idee un po' confuse?
Errata Corrige: fino a qualche mese fa, non qualche anno.
EliminaErrata corrige 2: di arabi siriani, ovviamente.
EliminaCome era evidente dalle cose scritte non ritengo affatto che gli americani non siano guerrafondai, anzi, sono però anche molto pragmatici e la Libia l'hanno spianata perchè al consiglio di sicurezza dell'ONU Russia e Cina si erano astenuti. Quello che è successo con la Siria è stato giusto il contrario e non l'hanno attaccata solo perchè costretti dalle circostanze: forte dispiegamento navale da parte di due potenze mondiali avverse, presenza su suolo siriano di armamenti che avrebbero reso difficile sia un attacco aereo che navale, così come testato dalle incursioni israeliane e il mondo non occidentale fermamente contrario alle politiche di aggressione degli americani i quali da pragmatici sapevano che possono imporre al resto del mondo la loro forza solo se questa è pienamente attuabile pena l'indebolimento della loro posizione sul piano internazionale.
EliminaInoltre a proposito di "che centra", non credo che Israele si sia mai mossa autonomamente dagli Stati Uniti in uno scenario che li vede così direttamente coinvolti!
Sono tutte cose lampanti ma chissà perché tu non le voglia vedere….
Qui di lampante c'è solo il tuo sforzo di non arrenderti nemmeno di fronte all'evidenza. Oltretutto riesci a contraddirti nella stessa frase: dici che l'attacco militare occidentale non c'è stato per via del potente apparato di difesa siriano (ridicolo), e per via dell'ombrello offerto dalla Russia (navi cinesi non si son viste). Poi ricordi le incursioni israeliane, come se queste non fossero la dimostrazione che gli occidentali avrebbero potuto colpire in qualsiasi momento! Perché se il regime di Assad disponeva di armamenti così potenti non li ha usati per impedire le incursioni?
EliminaE poi riciccia la questione del veto all'ONU. Ma ti rendi conto che per sostenere la tua posizione sei costretto a dipingere gli USA come un paese rispettoso del diritto internazionale? Ancora non hai capito che del consiglio di sicurezza gli USA, alla bisogna, se ne fregano? I casi della serbia e dell'Iraq non hanno insegnato nulla?
Sinceramente: basta. Le tue obiezioni, caro Salvatore, sono un copiaincolla di mille altri commenti che si sono succeduti nell'ultimo anno e mezzo. Non sto dicendo che li hai personalmente copiati: ti informo che, dal mio punto di osservazione, ripetete tutti le stesse cose, da sempre. E avete avuto torto tutti allo stesso modo. Noi L'abbiamo sempre detto che gli USA non avevano alcuna intenzione di far la guerra ad Assad e all'Iran, e i fatti ci hanno dato ragione. Vogliamo andare avanti all'infinito? Diamoci un taglio. È finita. All'Iran antimperialista non può credere più nessuno oggi. E nemmeno agli USA anti-Assad. Ammettete di esservi sbagliati, e amici come prima.
EliminaNon è per polemizzare….non mi interessa. Se scrivo quest'ulteriore commento è solo per amore di verità verso un popolo che ha sofferto e sta soffrendo in modo indicibile. Bashar al-Assad è vittima e non carnefice e questa è una verità che conoscono tutti i governi compreso il Vaticano la cui nunziatura è stata testimone di quello che realmente è accaduto e che ancora sta accadendo. La verità è che Assad, proprio in seguito a questa guerra, gode ormai dell'appoggio di tutta la popolazione siriana, della chiesa cristiana, dei mussulmani moderati e della opposizione politica, anche di sinistra, che se pur critica ha finito per fare fronte comune con il governo. Purtroppo le Primavere Arabe sono state usate per creare il vuoto politico necessario all'instaurazione di governi presieduti dai Fratelli Mussulmani del cui fronte Salafita e jahadista l'Occidente si è servito per portare instabilità nell'intera area. Il piano, però, ha funzionato per la sola Libia, mentre in Egitto la maggioranza della popolazione moderata ha trovato l'appoggio dell'esercito e in Siria un intero popolo ha fatto fronte comune con il proprio esercito e governo. L'intento era chiaro…. acuire le divisioni dentro le comunità nazionali, favorire la conflittualità e l'instabilità, condizione necessaria perchè gli USA potessero ergersi a grande gendarme per la sicurezza dei popoli, apripista di multinazionali, industria petrolifera, banche commerciali e grande finanza. Quelli che hanno ostacolato il piano erano consapevoli della posta in gioco perché la prospettiva che si stava delineando era quella della creazione di un unico grande governo sotto l'egida degli Stati Uniti d'America, mentre, invece, l'opposizione al piano avrebbe aperto la possibilità di un mondo multipolare. Ovviamenti i giochi non sono ancora chiusi, gli americani hanno da giocare altre carte.
RispondiEliminaBuonanotte al secchio. Mi sembri quello che suonava il violoncello sul ponte del Titanic. Sveglia, la nave è affondata! Non c'è più bisogno che copriate il genocidio siriano e difendiate Sant'Assad da Qardaha. Gli americani non attaccano, hanno fatto l'accordo. Sono amici, hai capiti? Iran-Usa-amici. Ficcatevelo in testa una buona volta. Se volete continuare a fare gli anti-americani dovete trovare altri argomenti; le sviolinate agli assassini di Teheran e Damasco non tengono più.
EliminaNon sembra da ritenere acquisito oltre ogni dubbio che la strategia di avvicinamento --attraverso il dialogo --- all'Iran sia di lunga data, stante che nel 2009 il think tank Brooking Institute in uno studio richiesto dal governo Usa consigliava di , e come, fomentare un colpo di stato. In questo articolo il link al pdf orgiinale di Brooking - vedere Capitolo8
RispondiEliminahttp://mcc43.wordpress.com/2012/07/16/la-via-della-persia-il-piano-per-la-destabilizzazione-delliran/
Geniale: si fa derivare la non volontà del governo USA di allearsi con l'Iran da un rapporto di una associazione privata di quattro anni fa. I rapporti originari dai tempi di Iran-Contras, il nemico comune Saddam, la collaborazione nell'invasione dell'Afghanistan. il condominio sull'Iraq occupato, il comune sostengo alla fratellanza musulmana in Egitto, il recente accordo sul nucleare: tutto cancellato. Il Brooking Institute dimostra che gli "antimperalisti" avevano ragione a strillare sull'attacco imminente. Fantastico.
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