di Fabrizio Tringali
Eh già, grazie al peggior presidente della Repubblica della storia d'Italia, sta per ricoprirsi di ridicolo anche l'ultima Istituzione che poteva godere di un qualche rispetto.
Del resto lo avevamo già anticipato: pur sapendo l'ovvio, e cioè che, nella vicenda delle intercettazioni telefoniche della procura di Palermo, Napolitano ha torto marcio, l'Alta Corte troverà il modo di dargli ragione.
In questo modo l'orrendo figuro che occupa il Colle completa la distruzione della Costituzione Italiana. Proprio lui, che dovrebbe esserne custode, ed invece si è reso protagonista di una incredibile serie di attacchi alla Carta che ne hanno sostanzialmente smantellato i fondamenti.
Dapprima Napolitano ha infranto il principio di divisione dei poteri, quando ha svuotato i poteri del Parlamento minacciando più volte lo scioglimento delle Camere nonostante il governo in carica avesse sempre ottenuto la fiducia. Nulla, nemmeno il fatto che in carica vi fosse un esecutivo disgustoso, giustifica la violazione della Carta.
Poi ha consegnato il Paese al commissariamento da parte dei tecnocrati europei, nominando Monti senatore a vita e quindi capo del governo, e dichiarando più volte che l'euro e la UE sono scelte dalle quali non è possibile tornare indietro (un'ovvia menzogna).
Ora costringe la Corte Costituzionale a perdere ogni credibilità (gettando grave discredito anche sulla Magistratura).
Infine proverà, ancora, a fare in modo che venga approvata una legge elettorale tagliata sulle esigenze del ceto dirigente più forte della UE, e che richiede che l'Italia continui ad essere governata da esecutivi di larghe intese, in modo da proseguire l'opera di distruzione delle condizioni di vita della stragrande maggioranza
della popolazione iniziata da Monti, Fornero e Passera, senza che una singola parte politica debba assumersi la responsabilità di dover fare i conti con il malcontento crescente. Del resto ormai, anche qual poco di democrazia che ci era rimasto, era diventato un fastidioso orpello, ostacolo alla realizzazione dei disegni dei governanti. Meglio, per loro, farne a meno. Non so quanto tempo occorrerà, ma prima o poi emergerà con drammatica chiarezza quanto grave sia ciò che sta accadendo.
concordo in pieno!
RispondiEliminaLeggete questa dichiarazione che ha qualcosa di storico (non ha avuto nessun eco nei media)
Uno dei grandi temi di oggi è l'Europa, e la crisi dell'euro. Da dove nasce?
«Facendo l'Europa, i Paesi sovrani hanno ceduto all'Europa un loro fondamentale diritto, il diritto a stampare moneta, l'abbiamo dato alla Banca centrale europea e i Paesi che hanno ereditato dal passato dei debiti importanti, incutono timore negli investitori perché il fatto di non stampare moneta ha esposto e espone il debito sovrano alla possibilità di un default, alla possibilità di un fallimento».
E il debito italiano è altissimo...
«Noi abbiamo il 120% del debito rispetto al Pil, il Giappone ha il 238%, ma riesce a collocare i titoli del debito pubblico all'1%, come mai? Perché chi investe è sicuro che al momento del rimborso avrà i suoi soldi perché la banca giapponese può stampare nuova moneta.
Chi può stampare moneta non crea ipotesi di rischio, paura, timore negli investitori».
Ma il ruolo di Berlino è decisivo in questo senso.
«La Germania, invece, per il timore dell'inflazione (..)non consente che la Bce si assuma il rischio dei debiti pubblici dei Paesi e che batta euro in più. E questo è un mattone che pesa sullo sviluppo europeo in una maniera tragica».
Chi può far diminuire lo spread?
«L'Europa. Ed è nato un nuovo ente europeo: l'Esm, cioè il fondo d'aiuto per contrastare lo spread. Ma ha delle regole che difficilmente lo faranno funzionare (..)Quindi è più che altro un qualcosa fatto intravedere ma sulla cui reale capacità e possibilità di funzionare esistono dei dubbi grandissimi».
Ci sarà pure un aspetto positivo.
«L'unica cosa positiva è che Draghi ha detto che stamperà moneta per acquistare titoli del debito pubblico quando questi non trovassero investitori privati. Lo spread da 535 è calato a 335, ma è una cosa provvisoria. Non si sa se l'Esm potrà funzionare e chi ne usufruirà dovrà sottostare alle indicazioni per la riduzione del proprio debito pubblico».
Come le norme sul Fiscal compact?
«Il Fiscal Compat impone ai Paesi che hanno più del 60% del debito pubblico di ridurre del 5% all'anno il debito stesso. L'Italia dovrebbe ridurre il suo debito di 40-50 miliardi ogni anno, cosa assolutamente impossibile. Anzi, sarebbe possibile se l'economia fosse in crescita, ma se si aumentano pressione fiscale e tasse non si sostiene la crescita e si va verso una recessione indefinita».
Invece come dev'essere l'Europa?
«Solidale, deve sostenere i Paesi debitori senza imporre delle regole che, anziché favorire la crescita, favoriscono la recessione e quindi l'aumento dei debiti».
http://www.ilgiornale.it/news/interni/province-vanno-abolite-regioni-sono-peggio-838102.html
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1KF216
Grillo/casaleggio e suoi ghost writer non hanno mai scritto qualcosa di cosi' chiaro...
Già.... tutto come prevedibile: http://il-main-stream.blogspot.it/2012/06/come-volevasi-dimostrare_23.html
RispondiEliminahttp://il-main-stream.blogspot.it/2012/06/arriva-piu-europa-ahinoi.html
comunque la disinformazione paga ...
RispondiEliminahttp://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1KRCIN
e pure brunetta sempre piu' eplicito...
RispondiElimina«Il governo ha contribuito ad aggravare la congiuntura economica con i suoi provvedimenti»: parola di Monti (11 settembre). E se lo dice lui c'è da credergli. Ma non è accettabile, né dal punto di vista politico né da quello dell'analisi economica, il corollario che il presidente Monti ha proposto: «Serviranno a un risanamento e a una crescita duratura». Perché i provvedimenti sbagliati che ha introdotto il suo esecutivo, quali l'aumento della pressione fiscale di quasi 3 punti, in gran parte rappresentati (...)(...) dall'Imu e gravanti sul settore immobiliare, e l'overshooting, nel senso di eccesso di rigore nella riforma Fornero delle pensioni e del mercato del lavoro, rappresentano misure depressive, capaci di influire negativamente tanto sul ciclo congiunturale quanto sugli assetti strutturali della nostra crescita economica: welfare, mercato del lavoro, mercato immobiliare. La tassazione fuori misura sulla casa sta portando con sé effetti disastrosi, se consideriamo che il settore dell'edilizia è quello con il più alto coefficiente di attivazione sull'economia. Insomma, fanno male alla nostra economia adesso, e faranno male in futuro.Né appare chiaro dove Monti veda la «luce della ripresa», se i dati che continuano ad arrivare relativamente all'economia reale mostrano segni sempre più negativi. Solo nell'ultima settimana Istat e Banca d'Italia ci hanno ricordato che tra luglio 2011 e luglio 2012 settore delle costruzioni, fatturato e ordinativi dell'industria hanno subìto un calo rispettivamente del 14,2%; del 5,3% e del 4,9%. Non solo: la fiducia dei consumatori è crollata del 15% e il Paese è in stallo dal punto di vista della produzione: nelle imprese con almeno 10 dipendenti le ore lavorate sono diminuite del 10% ed è aumentato il ricorso alla cassa integrazione guadagni.Fu il governo stesso a scrivere che il Decreto «Salva-Italia» avrebbe comportato, nel triennio 2012-2014, riduzione del Pil, calo dei consumi privati, caduta dell'occupazione e aumento dell'inflazione. Bel colpo. Ben detto
La Corte dei conti commentò che l'effetto recessivo sarebbe stato, solo nell'anno 2013, di 37,5 miliardi e che la manovra avrebbe causato un aumento della pressione fiscale fino a oltre il 45%. La Nota di aggiornamento del Def presentato giovedì scorso non poteva far altro che confermare e aggravare le tinte fosche rappresentate ad aprile.Il tasso di crescita del Pil sarà negativo (-2,4% e -0,2% rispettivamente nel 2012 e nel 2013) e l'indebitamento netto, vale a dire la differenza tra le entrate finali e le spese finali dello Stato, al netto delle operazioni finanziarie attive, sarà pari a -2,6% nel 2012 e -1,6% nel 2013. A causa della contrazione della crescita, aumenterà inoltre il rapporto debito/Pil. E qui veniamo al cuore della questione. L'argomentazione di Monti che le misure varate porteranno a una crescita duratura, è senza fondamento scientifico. Gli effetti di una caduta degli investimenti, sia pubblici sia privati, e la chiusura di imprese e il licenziamento dei lavoratori per difetto di domanda interna, distruggono la capacità produttiva e competitiva del Paese. Il che finisce inevitabilmente per riflettersi sulla crescita di lungo termine.Questo significa anche che con un periodo prolungato di recessione e stagnazione, la congiuntura negativa diventa strutturale e peggiora il deficit. La politica economica portata avanti dal governo, oltre a influire negativamente sia sul ciclo congiunturale sia sulla crescita potenziale, ha finito per ridurre drasticamente l'efficacia della politica monetaria che Draghi ha cercato di far convergere progressivamente verso l'impostazione espansiva adottata dalle altre banche centrali mondiali.Come ci spiegano i più grandi banchieri centrali, Ben Bernanke e Mario Draghi in primis, se la crisi economica e finanziaria non è ancora stata risolta, ciò è dovuto proprio alla difficile trasmissione della politica monetaria. Una politica di bilancio eccessivamente restrittiva non solo depotenzia l'effetto espansivo di un aumento della liquidità ma, determinando aspettative negative, impedisce alla liquidità di trasmettersi all'economia reale. La liquidità non si trasforma, dunque, né in credito a imprese e famiglie da parte del sistema bancario, che utilizza la maggiore quantità di moneta disponibile per rafforzare i propri standard, né in investimenti (e conseguenti assunzioni) da parte delle imprese, né, infine, in consumi da parte delle famiglie, che nell'incertezza propendono più per il risparmio
RispondiEliminaNon sfugge a nessuno, naturalmente, che la politica dell'esecutivo sia stata fortemente condizionata da ciò che accadeva a livello europeo sotto la regia deflazionista della Germania, ancora non messa in discussione. E non neghiamo che questa ottemperanza a una politica evidentemente errata, a giudizio della maggioranza degli economisti del mondo, abbia permesso allo stesso Draghi di ridurre l'opposizione tedesca a una svolta espansiva alla politica monetaria. Ma la necessità «politica» non cambia il fatto che questa politica economica fosse sbagliata.
Basta, dunque, con i ricatti della Germania, che ha portato governi e parlamenti ad approvare riforme sbagliate, basate su analisi parziali e distorte della crisi, che tendevano alla colpevolizzazione degli Stati piuttosto che alla soluzione strutturale in sede comunitaria degli squilibri macroeconomici nella costruzione dell'euro.
http://ilgiornale.it/news/interni/morsa-monti-pu-vanificare-sforzi-draghi-840126.html
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1KRA9T