di Fabrizio Tringali
Coloro che leggono questo blog
conoscono bene il legame esistente fra i vincoli europei, l'appartenenza all'euro e la continua spinta al ribasso dellecondizioni di lavoro e dei salari.
Ma forse, chi non segue da vicino le
questioni sindacali, non sa che, in attesa delle proposte di Renzi,
il primo “job-act” ce lo ha regalato Susanna Camusso firmando a
sorpresa, lo scorso 10 Gennaio, un nuovo accordo interconfederale che
integra quelli del 28 giugno 2011 e del 31 maggio 2013.
Senza alcuna discussione interna, la
segreteria confederale ha dato il via libera ad una serie di regole
che, tra le altre cose, permetteranno ad ogni R.S.U. (cioè ai
rappresentanti dei lavoratori di ogni singola unità produttiva) di
firmare accordi capaci di derogare il Contratto Nazionale di Lavoro,
il quale è ovviamente destinato a diventare carta straccia.
Proprio mentre la Commissione Europea richiama l'Italia, per l'ennesima volta, a causa della sua scarsa
competitività, le organizzazioni sindacali, compresa la CGIL,
dimostrano di aver fatto propria la logica della necessità della
“svalutazione interna” per cui la produttività va aumentata a
scapito dei salari. E per colpire questi più facilmente, si
aggrediscono le condizioni di lavoro, le tutele, i diritti.
Il fatto diviene ancor più grave se si
considera che tutto ciò avviene mentre la CGIL sta svolgendo il suo
Congresso Nazionale.
Da più parti è stato chiesto alla
Camusso di sospendere le firma e sottoporre l'accordo al voto dei
lavoratori. La segretaria si è dapprima rifiutata asserendo che il
nuovo accordo non era altro che un “regolamento attuativo” delle
intese precedenti. Tale argomentazione non ha retto e la Camusso ha
dovuto cedere, riconoscendo che occorre organizzare una
consultazione.
Tuttavia le modalità con cui verrà
svolto il voto lasciano intendere quale sia il reale livello di
democraticità interno alla maggior confederazione sindacale. Per
prima cosa non si voterà pro o contro il testo dell'accordo, bensì
sul giudizio che il Direttivo della CGIL ne ha dato. Il voto non sarà
circoscritto ai lavoratori interessati all'accordo stesso, bensì
potrà votare chiunque. Alle assemblee sarà presentato solo il punto
di vista della Camusso, non saranno presenti relatori di opinione
contraria. Non sono previste commissioni elettorali formate da
lavoratori di ambo le parti, quindi non vi sarà alcun tipo di
controllo sulla regolarità del voto.
E' chiaro che si tratta di un'enorme
presa in giro, cui fortunatamente, per ora, la FIOM si sottrae,
organizzando una consultazione maggiormente democratica e credibile.
Il problema è cosa accadrà dopo. Cosa
farà la FIOM quando la CGIL pretenderà che tutte le categorie si
considerino vincolate dall'accordo, in forza a dati che, ad
esclusione del settore metalmeccanico, sembreranno dimostrare
adesioni plebiscitarie all'operato della Camusso?
FIOM, CGIL, cosa fanno se non parassitare i lavoratori? Niente, anzi, peggio, agiscono per giocare al ribasso, e poi noi non abbiamo mai avuto un contratto degno di quel nome. Basta vedere, guadagnamo metà dei tedeschi, e un pochino meno degli spagnoli, ma la vita costa come a New York!!!!!!
RispondiEliminaSulla Germania, se mi posso permettere, un paio di suggerimenti: 1, 2.
EliminaSafonte
C'è da dire che i lavoratori dovrebbero un pochettino cominciare a capire che le cose non vanno a loro favore e di agire di conseguenza.
RispondiEliminaQuesti non potrebbero fare niente se la base si mobilitasse.
Quanto a Landini solo ora si sveglia? Per tacere del resto.
Riccardo.
Caro Fabrizio,
RispondiEliminasto seguendo la vicenda attraverso la rete, ma confesso di non averne una conoscenza esauriente. Mi chiedo:
Sono io che mi distraggo facilmente o è vero che sui media ufficiali se ne parla poco e male?
C'è consapevolezza del problema fra i lavoratori?
La sostanza dell'accordo non rieccheggia l' "irripetibile" modello Pomigliano?
Se ne parla pochissimo e malissimo. La responsabilità non è solo dei media, purtroppo, ma dello stesso sindacato. Che non fa alcuna opera di informazione seria. Come dici tu, siamo al modello Pomigliano esteso a tutte le categorie di lavoratori. Con i vertici della CGIL che esultano per la "vittoria"...
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