Iniziamo con questo post a pubblicare recensioni di libri. Parleremo ovviamente di libri collegati ai temi in discussione nel blog. Non ci occuperemo solo di novità, ma anche di testi usciti da qualche tempo, se ci sembrerà di trovare in essi qualcosa di rilevante per le nostre discussioni.
Oggi parliamo di un interessante libro di Jacques Sapir, economista francese (si può vedere la sua pagina sul sito dell'EHESS).
Sapir prosegue esaminando le possibili
soluzioni alla crisi. Se si vuole mantenere l'euro, esse non sono
molte: la principale sarebbe che l'Unione Europea diventasse un vero
Stato unitario con un budget significativo e con forti trasferimenti
finanziari dai paesi forti a quelli deboli. In sostanza, la Germania
(e gli altri paesi forti del nord) dovrebbero pagare i paesi del sud
perché questi ultimi possano continuare ad acquistare le merci dei
primi. Si tratta di una soluzione tecnicamente possibile ma
politicamente improponibile. Basti pensare a quanto siano impopolari
nei paesi del nord i prestiti concessi ai paesi PIGS in difficoltà
(impropriamente chiamati “aiuti”). Un'altra misura possibile,
secondo Sapir, potrebbe essere la monetizzazione dei debiti pubblici,
cioè l'acquisto diretto dei titoli del debito pubblico dei vari
paesi europei da parte della BCE. Questo comporterebbe una probabile
svalutazione dell'euro, cosa che Sapir non considera negativa, ma non
rappresenterebbe una soluzione dei problemi strutturali
dell'eurozona. Consentirebbe però di guadagnare tempo per affrontare
tali problemi, e di indirizzarsi verso la soluzione che Sapir sembra
prediligere, cioè quella di un superamento della moneta unica a
favore di un moneta comune, che non si sostituisca alle monete
nazionali ma funzioni come quadro di coordinamento, con cambi fissati
per periodi definiti ma rivedibili.
Tutto sembra però indicare che queste
soluzioni alternative siano fuori da ogni possibilità di
realizzazione politica, e che l'eurozona e la UE siano ormai
definitivamente avviate verso una politica di austerità che avrà
conseguenze distruttive per i popoli europei, e probabilmente porterà
alla dissoluzione della moneta unica.
Le conclusioni di Sapir a questo
proposito non sono rassicuranti: “si capisce ormai come l'eurozona,
nel suo stato attuale, sia diventata, sul piano sociale, una vera
macchina da guerra per imporre sempre più sacrifici e regressione.
Qui giacciono per l'eternità tutti i sogni di socialisti e
socialdemocratici di diversi paesi sull'Europa sociale.
“(pag.121-122).
Le conseguenze più chiare del proprio
complessivo argomentare Sapir le ha tirate in un appello pubblicato
su Le Monde il 23 dicembre 2011, nel quale, assieme ad altri
economisti, proponeva un piano concreto per lo smantellamento
dell'euro.
In conclusione, un testo interessante e
ben scritto, che mostra come in Francia il dibattito su questi temi
sia molto più avanzato che in Italia.
(Marino Badiale)
Bello, chiaro, condivisibile; condiviso. Grazie.
RispondiEliminaSi usa PIGS ma molte volte leggo PIIGS ovvero penso si includa anche l'Italia. La dobbiamo tenere fuori dal discorso?
RispondiEliminaSecondo me occorre aggiungere che per superare le differenze strutturali i paesi UE dovrebbero dotarsi anche di un mercato unico del lavoro. Che poi è una delle condizioni principali previste dal modello di Mundell-Fleming sulle aree valutarie, evidenziata di recente anche dai prof. Bagnai e Cesaratto.
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