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Lo spazio a mia disposizione era piuttosto ristretto, quindi ho potuto dire solo alcune cose fondamentali, credo ben note ai lettori di questo blog.
(M.B.)
(...) non sarà che a dispetto del gioco delle parti - il Berlusconi anti-Merkel, il Renzi che vuol cambiare l'Europa - quell'accordo è davvero l'ultima frontiera del blocco eurista? E non sarà proprio per questo che il blocco dominante applaude ed il peggior presidente della repubblica di sempre benedice?E più avanti:
E' infatti piuttosto probabile che dalle urne giunga quantomeno una conferma della forza elettorale del M5S, il cui smantellamento era lo scopo principale del Super-Porcellum congegnato a gennaio. Se così sarà, e chi scrive se lo augura vivamente, i piani del segretario del Pd subiranno un brusco arresto, quantomeno per quel che riguarda le riforme costituzionali (Senato incluso) e la legge elettorale. Sarebbe una vittoria inconfutabile dell'opposizione al governo Renzi, che come abbiamo già visto è in realtà un governo Renzi-Berlusconi, al di là di quel che può pensare il coniglio Alfano.Ci sembra in linea con quanto sosteniamo noi. Buona lettura. (C.M.)
punto da cui partire è questo: l’orizzonte europeo non è una dimensione che si può scegliere o meno; è un contesto necessario e quindi anche un nuovo campo di possibilità.E rincarava la dose:
Al tempo stesso, la moneta unica chiude - almeno tendenzialmente - lo spazio nazionale come orizzonte strategico dell’azione sindacale e politica. Questo significa che non esiste oggi alcuno spazio per un ritorno alla “sovranità perduta”, ossia non c’è alcuna possibilità di successo per chi si rinchiuda in un orizzonte politico e rivendicativo nazionale.Ma torniamo al saggio del 2004. Vi consiglio vivamente di leggerlo e rileggerlo, perché c'è tutto. C'è l'analisi del nanismo delle nostre imprese, e delle ragioni politiche di tale nanismo. Viene descritto il legame tra nanismo e mancato sviluppo capitalistico. Viene chiarito un punto importante: come la vocazione tipica delle PMI sia da far da sub-fornitrici delle grandi imprese, le uniche in grado di "servire" direttamente il mercato dei prodotti finiti; e dato che le grandi imprese, in Europa, sono sopratutto tedesche, ecco "svelato" che buona parte delle imprese esportatrici del Nord-Est altro non sono che fornitrici delle multinazionali tedesche. Questo fatto ci aiuta anche a capire perché il partito delle PMI del nord, la Lega, sia stata per anni genericamente "filo-tedesca"; e perché anche Matteo Salvini, fino a un anno e mezzo fa, volesse tenere la "Padania" all'interno dell'eurozona, escludendo il Sud.
la Germania ha rafforzato la sua posizione a valle nelle catene del valore, avvicinandosi di più ai clienti finali, mentre l'Italia ha risalito la catena del valore verso posizioni più da fornitore. Nella catena manifatturiera l'Italia è oggi più fornitore e la Germania più vicina ai clienti. La partecipazione dell'Italia alla catena del valore diminuisce, mentre la Germania può contare maggiormente su network produttivi integrati.Per quanto riguarda la dimensione delle imprese, il nanismo è rimasto. L'azione del governo Monti ha decimato le PMI, portandone decine (se non centinaia) di migliaia al fallimento, ma non si è verificato un contemporaneo processi di aggregazione tra imprese; anzi, la platea dei "top player" italiani si èsfoltita sempre di più dopo la fuga della FIAT. Insomma, mi sembra di poter dire che l'analisi di Giacché è assolutamente attuale.