Tempo fa mi è stato chiesto un articolo sulla questione dell'euro da parte dell'Istituto Affari Internazionali. E' stato pubblicato nella loro rivista online, "Affari Internazionali", e lo potete leggere qui:
http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2636
Lo spazio a mia disposizione era piuttosto ristretto, quindi ho potuto dire solo alcune cose fondamentali, credo ben note ai lettori di questo blog.
(M.B.)
Caro Marino, una sintesi efficace. Ho delle perplessità dove affermi:
RispondiElimina"...i paesi forti devono in qualche modo riversare su quelli deboli una parte degli attivi economici accumulati grazie all'euro. A mio avviso si tratta di una cosa RAGIONEVOLE SUL PIANO ECONOMICO, ma impensabile su quello politico".
Sapir valuta che l'entità dei trasferimenti necessari da paesi core a paesi periferici si aggirerebbe intorno all'8-9% del loro PIL (in massima parte a carico della Germania). Altrove, ma non trovo i riferimenti, ho letto addirittura di un 12%. Questo per almeno una decina d'anni, tempo minimo necessario alle economie periferiche per convergere ai livelli del centro.
Si tratta di cifre imponenti che rendono problematica la cosa anche dal punto di vista della sostenibilità economica, non solo da quello della proponibilità politica.
http://russeurope.hypotheses.org/453?utm_source=feedly