martedì 6 maggio 2014

Precari a vita grazie a Renzi e alla CGIL (e la FIOM?)

di Fabrizio Tringali

L'esito era scontato, l'avevo scritto due mesi fa, ma adesso abbiamo i numeri ufficiali: l'accordo interconfederale sulla rappresentanza, che distrugge la democrazia sindacale e svuota l'efficacia dei Contratti Nazionali di Lavoro, è stato approvato da tutta la CGIL (FIOM esclusa) con una maggioranza bulgara. Nella categoria dei metalmeccanici è accaduto l'opposto.

Ora che accadrà? 

Landini sostiene di essere legittimato a non applicare l'accordo, tuttavia la Camusso ha già ottenuto un'interpretazione autentica dello statuto a conferma del contrario.

L'impressione è che il leader della FIOM stia semplicemente prendendo per i fondelli coloro che dovrebbe rappresentare, alla stessa stregua degli altri leader di sinistra politica o sindacale che l'hanno preceduto. 
Il suo ruolo non è altro che quello dello specchietto delle allodole per i gonzi (sempre meno) che ancora credono che la sinistra stia dalla parte dei lavoratori.
Landini fa nel sindacato quel che Vendola fa in politica: critica da “sinistra” le nefandezze dei decisori d'area piddina, fa la voce grossa, combatte finte battaglie perse in partenza, e alla fine accetta e sostiene tutto quanto (sempre criticamente, però).

Solo così si spiega il fatto che Landini abbia portato la FIOM a sostenere il documento congressuale di Susanna Camusso, permettendole di stravincere il congresso.

Solo così si spiega la liaison con Renzi, il quale sta prendendo a mazzate i diritti dei lavoratori tanto quanto la segretaria confederale. Infatti, mentre si parla tanto dei famigerati 80 euro, il PD blinda il testo del decreto sul lavoro, dal quale è sparito l'obbligo di assunzione a tempo indeterminato nel caso venga sforato il tetto sui contratti a termine. Le aziende potranno così estendere a dismisura il precariato, rischiando solo una multa.

Grazie al combinato disposto dalla coppia Renzi-Camusso (che hanno anche la faccia tosta di far finta di litigare), avremo giovani precari a vita, che dovranno costantemente chinare il capo di fronte a qualunque sopruso, e che non potranno nemmeno sperare in qualche tutela sancita dai Contratti Nazionali di Lavoro, dato che grazie all'accordo sulla rappresentanza, potranno essere facilmente derogati.

Questa è la sinistra che governa. Mentre Landini e Vendola recitano la parte della sinistra che critica. Ma che poi lascia fare (quando non partecipa direttamente allo scempio). Chi ne è contento, il 25 maggio voti la lista Tsipras. Gli altri si augurino che questa non raggiunga lo sbarramento.

5 commenti:

  1. I sindacati: non pervenuti, da 30 anni almeno.

    Quanto alla Fiom mi pare che sia la lista Tsipras della realtà(?) sindacale italiana.

    D'altro canto qualcuno che si prenda la briga di annullare gli sforzi della povera gente di arrivare ad una svolta anche in quel mondo doveva pur esserci!

    Basta ricordarsi la sentenza FIAT, dopo aver vinto in corte costituzionale cosa fa la Fiom? Abbandona il campo.

    Per il resto dei sindacati basti ricordare la vicenda trasporti pubblici di Genova!

    Riccardo.

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  2. Claudio, la domanda non è inerente al post,
    ma vorrei capire che cosa succederebbe riguardo ad un’eventuale uscita dall’euro:
    le stime prevedono una svalutazione istantanea del 25-30%, a quel punto il debito pubblico che è attualmente al 133% del Pil, andrebbe all’incirca al 170% del Pil.

    Questo eccessivo aumento del debito, che potenzialmente potrebbe anche essere molto di più (180-200%), se la svalutazione fosse maggiore, come ad esempio nel caso venissimo attaccati dalla finanza mondiale, non sarebbe assolutamente insostenibile, con rischio molto alto di fallimento nel brevissimo termine?

    Grazie

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    1. Le stime valgono poco o nulla: nessuno è in grado di prevedere quanto accadrà. Comunque una eventuale svalutazione non implicherebbe un aumento del debito pubblico, a meno dell'ipotesi (altamente improbabile e paradossale) che il debito pubblico rimanga in euro.
      Per quanto riguarda l'attacco della finanza: è evidente che i cambi flessibili rendono i paesi vulnerabili ai movimenti speculativi. È altrettanto chiaro che i cambi fissi non li difendono. La conclusione è che per difendersi dalla speculazione non basta agire sul cambio, in un senso o nell'altro, ma è necessario (come minimo) limitare i movimenti di capitale. Che questo lo possa fare un singolo paese è abbastanza dubbio.

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    2. Claudio, mi pare che lei salti velocemente alle conclusioni. I cambi flessibili rendono i paesi vulnerabili alle speculazioni? Si, ma solo per quei paesi che hanno il CAB in profondo rosso. Nessuno specula su economie sane con cambio flessibile, perche' rischia di perderli, i soldi. La storia delle crisi speculative sul cambio degli utlimi 30 anni sono semore ugali: dal Messico al sud est asiatico, erano tutti paesi con CAB in deficit. La Russia della seconda meta' degli anni 90 e' stata l'unica eccezione a questa regola. Dal che si deduce che e' il cambio fisso ad agevolare le speculazioni, proprio perche' annulla il rischio di cambio, non il cambio flessibile, che invece costituisce una difesa piu' o meno efficace in base alla salute dell'economia. Ma il problema non e' la sovranita' monetaria, che tatnto ci speculano lo stesso, signora mia. Il problema e' la classe politica, no?

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    3. Esattamente, è proprio così.

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