sabato 26 aprile 2014

L'Altra Europa, presa sul serio

Non c'è nulla di male nel coltivare utopie (anche se qualcuno non è d'accordo). Essere velleitari però è un'altra cosa. Una generale velleità sembra permeare i punti più importanti del programma della (nota ai meno) Lista Tsipras.
Tale programma si può riassumere in una frase: fare l'Europa unita. Laddove hanno fallito Napoleone, Hitler e Jean Monnet dovrebbe riuscire Alexis Tsipras. Dato che questi non dispone né di demi-brigades e carri armati, né del sostegno degli USA e dei grandi gruppi industriali, dovrà fare ricorso al metodo democratico. L'Europa costruita dai cittadini: un programma che più bello non si può.
Tuttavia, se non si ha una chiara idea dello stato attuale delle cose si rischia seriamente di prendere sonore cantonate. Il punto di partenza delle analisi degli tsiprioti è totalmente sbagliato; curiosamente, si tratta di un errore condiviso da molti anti-euro.
"Non possiamo ritornare agli Stati nazionali sovrani", questa la parola d'ordine. È facile notare come sia speculare alla proposta anti-euro: questi infatti esclamano che tale ritorno è possibile e necessario. Gli uni e gli altri non considerano che noi NON ci troviamo in una situazione di superamento degli Stati nazionali. In particolare, l'Unione Europea non ha dissolto le sovranità dei singoli Stati. L'UE- rubo l'espressione a Joseph Halevi- non è altro che il ring dove si confrontano gli Stati. Non è che i pugili hanno deciso di smettere di tirarsi pugni; hanno semplicemente concordato di usare certi guantoni e non altri, e di non tirare colpi sotto la cintura. Si tratta però sempre delle stesse persone, che in qualsiasi momento potrebbero decidere di uscire dal ring.
Noi dunque abbiamo a che fare con le politiche di Stati nazionali; e solo con esse. La parola d'ordine degli tsiprioti dovrebbe essere, in realtà, togliamo sovranità agli Stati, e conferiamola ad uno Stato europeo.

(parentesi per i vetero-marxisti. Gran parte degli animatori della Lista Tsipras provengono da formazioni politiche più o meno comuniste. Il programma originario del movimento comunista era l'abolizione dello Stato. Questi invece vanno in solluchero all'idea di costruire un ennesimo, GRANDE Stato. Se ci si riflette non sono i primi comunisti a vivere un simile sbandamento: qualcosa di simile lo ha voluto anche Stalin. Da questo punto di vista, gli tsiprioti rappresentano una sorprendente variante stalinista, una variante particolarmente rosé)

Dunque non si tratta di proseguire lungo la strada dell'integrazione europea; si tratta proprio di cominciarla. Andiamo a vedere quali sarebbero i requisiti minimi per battere tale percorso.

- sostituzione dell'euro con una moneta comune; in alternativa costruzione di un bilancio federale europeo in grado di compensare con efficacia i disequilibri economici tra le diverse aree dell'Unione.
- creazione di un esercito unico europeo; in alternativa, disarmo generalizzato. Questo tra l'altro era uno dei punti cardine del Manifesto di Ventotene. È curioso che una lista di sinistra non spenda una parola sul fatto che gli Stati europei mantengano alcuni tra i più grandi eserciti del mondo, senza contare gli arsenali nucleari. Naturali corollari di questo punto sono l'unificazione della politica estera e di difesa, e rinuncia da parte dei singoli Stati dei loro seggi presso le istituzioni ONU, come il Consiglio di Sicurezza.
- accentramento dei poteri in capo al parlamento europeo. Tutte le istituzioni UE diverse dal parlamento rappresentano le singole sovranità nazionali; ma nella prospettiva dell'unificazione queste non possono sopravvivere. Quindi non più poteri al parlamento, ma tutti i poteri al parlamento. In particolare, soltanto al parlamento dovrebbe essere riconosciuto il potere di rivedere i Trattati istitutivi dell'Unione.

In un Europa unita, le istituzioni europee dovrebbero potere, ad esempio:

 -annullare le riforme Hartz attuate in Germania;
-ordinare ai paesi in surplus commerciale politiche espansive che riequilibrino tali sbilanci;
-prendere le risorse dal contribuente olandese e usarle per costruire infrastrutture in Portogallo;
-emanare una legge, generale e vincolante per tutti, che unifica il trattamento fiscale delle transazioni finanziarie, a Cipro come a Londra;
- emanare una legge, generale e vincolante per tutti, che unifica il trattamento sanzionatorio dei reati contro la pubblica amministrazione, a Palermo come a Copenaghen;
-decidere la politica comune da adottare con Putin, o con riguardo alla Siria;
-gestire l'arsenale atomico francese, che ovviamente non può rimanere nelle mani di un solo Stato membro;
e così via.
Ovviamente questi interventi, e altri più di dettaglio, non possono essere stabiliti a tavolino in un cenacolo di intellettuali; dovrebbero essere decisi da una Assemblea Costituente Europea, eletta col mandato di scrivere una vera e propria Costituzione, essa sì capace di sottrarre per sempre sovranità ai singoli Stati.

Ammettiamo che tutto ciò sia realizzabile, oltre che immaginabile. E poniamo che sia realizzabile senza passare attraverso guerre mondiali o civili, com'è tipico dei grandi processi costituenti. Quali soggetti sociali dovrebbero inaugurare una simile impresa? Con quali forze? In quanto tempo? O meglio, in quante generazioni?
Naturalmente nulla vieta di coltivare una simile prospettiva, almeno a livello ideale. Un conto però è la prospettiva ideale, un altro l'agenda politica immediata. Nella Lista Tsipras i due ambiti si sovrappongono, e si finisce per proporre, come programma per l'oggi, ciò che è forse realizzabile dopodomani. Da qui il rischio concreto di non poter essere presi sul serio.
L'impressione che se ne trae è che il mondo intellettuale che sta dietro all'operazione Tsipras, perduta qualsiasi speranza di contare in Italia, cerchi di sublimare la propria impotenza fantasticando di un'altra Europa; ignorando, in ciò, qualunque  analisi di plausibilità politica, e senza darsi conto di rappresentare qualche istanza reale dei cittadini e dei lavoratori di questo paese. (C.M.)

8 commenti:

  1. Ma sopratutto... l' unione politica è quello che la gente vuole veramente? Stanno dando per scontata una risposta non lo è. Ma si sa come ragiona certa sinistra.. loro sono le avanguardie.. è normale che la dialettica tra il popolo e le avanguardie raggiunga dei punti di tensione, alla fine la gente capirà che l' abbiamo fatto per il loro bene . Peccato però che questo metodo sia un metodo tecnicamente massonico, che nella storia qualche volta ha anche avuto il suo perchè, come nella rivoluzione francese, che senza la massoneria non ci sarebbe probabilmente stata. Solo che questo metodo non appartiene e non dovrebbe appartenere alla sinistra. La lista Tsipras rappresenta quattro gatti proprio perchè porta avanti una proposta ibrida che punta a superare l austerity tenendo l euro, che dell' austerity è la causa. Il massimo della confusione. Non hanno ancora deciso da che parte stare nella linea gotica. Finiranno colpiti dal fuoco di entrambe le parti, maledicendo il popolo bue. Cosi dopo rifondazione, comunisti italiani e troskisti vari , finirà anche l' epopea del Fognatore dalla prosa ispirata. Con lui morirà la possibilità di votare in Italia persone che fanno cose di sinistra dichiarandosi di sinistra, D'ora in avanti si potrà votare solo per persone che faranno cose di sinistra dichiarandosi di destra o al di la di queste distinzioni. Alla fine passare dal votare quelli che si dichiarano di sinistra al votare quelli che fanno cose di sinistra anche se non ammetterebbero di esserlo significa semplicemente aprire gli occhi. A livello europeo Marine le Pen è, secondo me, quanto più di sinistra ci sia, perchè è il pericolo maggiore per la tenuta della moneta unica, il principale strumento imperialista intraeuropeo . Ho sempre considerato l'antimperialismo prioritario rispetto all' antifascismo, perchè il fascismo è stato un momento storico di difesa del capitale nato da circostanze del tutto mutate al giorno d oggi. L'imperialismo invece, come capitale finanziario che si muove da un centro a una periferia alla ricerca della maggiore remunerazione è sempre attualissimo.

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  2. Per informazioni citofanare alla Le Pen.

    E per essere anche noiosi ripropongo una frase ormai abusata e consunta ma pur sempre vera: "Le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni".

    Riccardo.

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  3. “Noi NON ci troviamo in una situazione di superamento degli Stati nazionali. In particolare, l'Unione Europea non ha dissolto le sovranità dei singoli Stati. L'UE non è altro che il ring dove si confrontano gli Stati.”

    È anche vero però che viviamo in un periodo di post-democrazia (Colin Crouch, Postdemocrazia), in cui appunto le democrazie occidentali si sono fortemente indebolite e si sono trasformate in oligarchie finanziarie. Per di più lo Stato Nazione Italia ha sofferto un travaglio storico molto faticoso, la tardiva nascita del Regno d’Italia, l’unità italiana pilotata dai Savoia e costruita a loro uso e consumo, un Risorgimento imposto alle regioni del sud con la forza, un Risorgimento per certi versi “fallito”.

    Quindi in Italia il concetto di “Nazione” non è mai decollato, colpito a destra dall’universalismo evangelico della Chiesa e da sinistra dall’internazionalismo marxista. Lo Stato Nazione in Italia è esattamente come l’isola di Peter Pan, semplicemente non c’è. A ciò si aggiunge che gli Stati europei si stanno prendendo a cazzotti nei denti e che potrebbero smettere da un momento all’altro (speriamo presto), però l’Italia che è già di per sé nata settimina è quello che le busca di più.

    Ma è anche vero che è in atto un disegno che viene da lontano e che è stato definito da Francesco Mazzuoli un “golpe bianco”:
    STORIA DI UN ROMANZO CRIMINALE: LA NASCITA DEL SACRO ROMANO IMPEURO

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  4. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/27/governo-renzi-turbomatteo-funziona-solo-quando-decide-da-solo/965348/

    Solo per le europee? A fine anno col bilancio e la finanziaria sapremo se la nave sta virando.

    Riccardo.

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  5. A proposito di falsi miti e vincoli politici veri autoimposti.

    http://memmt.info/site/il-divorzio-banca-ditalia-tesoro-un-falso-mito-studiare-lo-sme-per-capire-leuro/

    http://tempofertile.blogspot.it/2014/04/giuseppe-berta-oligarchie-il-mondo-in.html

    Riccardo.

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  6. Conosco anch’io qualche tsipriota, provengono tutti dall’estrema sinistra, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sel (vedi Laura Boldrini), si atteggiano ad esseri moralmente sovrannaturali, sempre a difesa dei diritti universali dell’uomo e della donna, sempre pronti ad accogliere con magnanimità umanistica tutti i profughi che si affacciano sulle coste italiane (senza porsi uno straccio di dubbio circa l’attribuzione europea della risoluzione del problema), sempre in attesa dell’avvento futuro di quel comunismo che il globo terrestre ha rigettato tra le fogne della storia.

    Gli tsiprioti sono ideologizzati fino all’osso, aspirano a quell’internazionalismo marxista che ha impedito la costruzione collettiva del concetto di Nazione in Italia, che esalta la disgregazione degli stati europei e la loro dolorosa confluenza in quell’ organismo piovra sovranazionale dai tanti tentacoli che è l’Europa, organismo economico finanziario privo di ogni identità culturale. Gli tsiprioti combattono da sempre il capitalismo, come fosse la desolazione di Smaug, orribile mostro dalle squame ripugnanti e non si accorgono di essere i perfetti interpeti e gli strumenti ideali proprio di quella ideologia finanziaria che tanto odiano, che sta saccheggiando il capitale industriale, che attira migranti allo scopo di causare il ribasso dei redditi, che cerca di distruggere lo Stato Nazione, unica possibile fucina di democrazia e diritti.

    La loro è un’ideologia e come tale deleteria per il funzionamento libero e autonomo del pensiero razionale e per una possibile, rispettosa dialettica con quei poveri miseri mortali che non appartengono al loro iperuranio.

    Poi voglio dire, c’era bisogno di andare fino in Grecia? E questo Tsipras, che accetta l’euro e non ha saputo nemmeno risolvere i problemi a casa sua, come farà a risolvere i nostri?

    Ultime notizie:

    PER CASALEGGIO I CINQUE STELLE ORMAI SOPRA IL 28% - IL M5S SAREBBE ORMAI STABILMENTE IL PRIMO PARTITO (CON PUNTE DEL 40 PER CENTO) NELLA FASCIA D’ETÀ 20-40 ANNI - I PUGNI SUL TAVOLO NELLO SPOT M5S

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    1. che il mondo intellettuale di "sinistra" di questo paese sia irrecuperabile è ormai un dato di fatto.

      bisognerà reinventarla la sinistra.

      ad ogni modo ormai tutti i sondaggi seri, ovvero non quelli di propaganda come Ipsos e SWG, danno i 5S in ascesa stabile con serie possibilità di minacciare il PD come primo partito.

      presto sarà un dato di fatto: Renzi non riesce a evitare il progressivo calo dei consensi degli italiani per il PD.
      e considerato il compito svolto dalla macchina mediatica asservita è un fatto importante.

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