venerdì 8 giugno 2012

La storica svolta della Merkel

di Fabrizio Tringali

Il mainstream si affanna a descrivere con enfasi la svolta di Angela Merkel: la Germania è favorevole a che l'Europa si avvii verso l'unione politica. Si legga, per esempio, qui e qui.
Si sa però che i giornali nostrani sono spesso un pochino distratti ed anche appena appena superficiali. Non si sono accorti, quindi, di un piccolo dettaglio: la Merkel non fa altro che ribadire la stessa identica linea che la Germania tiene dall'inizio della crisi.
Ciò che la Germania non vuole, semmai, è che l'eventuale unione politica si traduca nella costruzione di Istituzioni che ne diminuiscano la capacità di influenza. In altre parole, non vuole né gli "Stati Uniti d'Europa", cioè una sorta di federazione, né qualsiasi altro tipo di unione che garantisca agli Stati membri un accesso paritario ai luoghi decisionali.
Per il resto, la Germania è da tempo assolutamente favorevole a maggiori cessioni di sovranità dagli Stati agli organismi europei, anzi questo è proprio ciò che vuole imporre agli altri, i quali, qualche volta, ne limitano le pretese, come ci ricorda Il Sole 24 Ore, nel finale di questo articolo.
Il motivo è abbastanza evidente: spogliare gli Stati della sovranità nazionale, senza modificare troppo gli attuali assetti istituzionali della UE significa garantire alla Germania la possibilità di determinare le politiche economiche e sociali degli altri. Il che è quel che avviene già adesso, ma i governi nazionali dei PIIGS incontrano qualche problema di consenso, dato che stanno massacrando le rispettive popolazioni, e soprattutto dato che hanno appena cominciato ad eseguire gli ordini. Il peggio deve ancora arrivare, quindi serve dotare la UE delle competenze necessarie per imporre le decisioni senza essere intralciati dalla necessità di fare i conti col consenso popolare. Si sa che per l'Unione Europea la democrazia è un fastidioso orpello. Almeno lo è quella sostanziale. Va bene invece quella formale, che serve per far credere ai cittadini che ciò che viene loro imposto dai ceti dirigenti sia stato invece liberamente scelto dal popolo. E infatti, accanto al tena della "unione politica dell'Europa" sentiremo parlare sempre più di "democratizzazione" delle istituzioni europee, ed in particolare di elezione diretta del Presidente della UE......

P.s.: per chi non l'avesse ancora capito, lo scontro fra le élite europee riguarda gli assetti istituzionali della UE. La Germania vuole mantenere la leadership, gli altri vogliono la federazione, in modo da aumentare il proprio peso negli organismi decisionali e limitare la forza tedesca. Insomma, l'idea della Merkel si scontra con quella, per esempio, di Romano Prodi, espressa qui. Quest'ultima è quella caldeggiata dagli USA, che in una UE più "collegiale" vedono, giustamente, un ridimensionamento della Germania.
Si tratta in ogni caso di progetti delle élite, ricalcati sui propri interessi, e distruttivi per i ceti medi e popolari. Discutere, per esempio, di quale fra i due sia migliore per le popolazioni europee, è quanto di più insensato si possa fare. Entrambi i progetti infatti conducono, comunque, alla totale perdita di sovranità degli Stati e quindi all'impossibilità, per i cittadini, di esercitare qualunque forma di controllo democratico sui decisori, ed alla distruzione del welfare, dei beni comuni, delle condizioni di vita e di lavoro negli Stati economicamente più deboli, tra cui l'Italia.

1 commento:

  1. veramente sconcertante l'intervista a prodi ...
    troppo sconcertante ...

    vi segnalo questa eloquente intervista a pierre carniti dall'unita (notate il passaggio dove si evidenzia che sapesse gia' tutto dell'abbassamento
    dei salari reali in germania per recuperare competitivita'...)

    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1FZXVO

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