giovedì 19 luglio 2012

Cade Assad? Gli USA sono nel panico

Il ministro della difesa USA è molto preoccupato per la piega che potrebbero prendere gli eventi in siria dopo il colpo mortale subito dal regime di Assad.

Allo stesso tempo il ministro degli esteri britannico, William Hague, condanna l'attentato di Damasco.

E proprio quando i giorni del regime siriano siano ormai contati, per la prima volta si parla di ricorrere alle regole del Capitolo VII dello Statuto dell'Onu (quelle che consentono gli interventi "umanitari", per capirci).

Alle 16 ora italiana il Consiglio di Sicurezza si esprimerà- e noi ne daremo conto.

Ma già adesso possiamo tirare le somme. Qual è l'unica spiegazione plausibile dello "strano" comportamento occidentale nei confronti della Siria?

L'unica spiegazione plausibile è quella che abbiamo sempre avanzato: per varie e decisive ragioni (per le quali rimandiamo sia ai post già pubblicati, sia a quelli che scriveremo a breve) gli USA non vorrebbero un cambio di regime a Damasco, men che meno un cambio in senso democratico e rappresentativo del popolo siriano: e se la situazione dovesse precipitare, sono pronti a iniziative estemporanee pur di "dirottare" la rivoluzione siriana.

AGGIORNAMENTO: Oggi (giovedì 19 luglio) il Consiglio di Sicurezza ha bocciato una proposta di risoluzione che prevedeva nuove sanzioni al regime di Damasco. Probabilmente gli USA volevano salvare l'attuale assetto di potere in Siria, sacrificando Assad (mediante esilio dorato). L'oltranzismo russo glielo ha impedito. Quando il regime cadrà, cadrà in tutti i suoi elementi. La situazione è sfuggita di mano agli USA. Hanno sottovalutato i siriani.

32 commenti:

  1. Qui siamo al capovolgimento dell'evidenza. Cioe' gli USA e i suoi media accusano il governo siriano di trucidare il suo popolo da mesi, quindi mostrano di non essere tanto contrari ad un cambio di regime. E ora a voi bastano due dichiarazioni (orwelliane) di due ministri paraculi, per dare valenza alla vostra ipotesi?
    Direi che il vostro atteggiamento, di difendere la vostra posizione, anche di fronte all'evidenza, e' deludente. Fatto poi da una "testata" che si propone come libera e anti sistema, non e' certo un buon auspicio.

    Ovviamente, quando nei vs post precedenti scommettevate in un non intervento americano, avete dimostrato di non essere molto furbi.

    Loro ci provano a mandare via Assad, prima con le buone, se ci riescono bene, se non ci riescono fanno l'investimento militare. E vedremo se arriveranno o meno a quest'opzione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fin da quando abbiamo cominciato a parlare di Siria (su questo blog, da mesi; in altre sedi, da un anno) abbiamo escluso la possibilità di un intervento della NATO. Avevamo ragione o torto?

      Elimina
    2. Cosa significa che se non interviene la NATO con i suoi assets le rivolte in corso non sono finanziate e sponsorizzate dagli "alleati" sia atlantici che del golfo ? Esistono numerose pubblicazioni di "esperti di relazioni internazionali" americani che spiegano passo passo come arrivare al fatidico "regime change" nei paesi in cui non si perseguono i loro interessi.
      Attraverso quali indizi siete arrivati a dedurre che agli USA e ai loro alleati faccia comodo questo apparato governante?
      Volevo far notare solo una piccola cosa. Sia in Libia che in Siria si applica il medesimo schema "militare" (che militare non è) e cioè si armano migliaia di persone che non hanno mai ricevuto un addestramento e si mandano a creare i primi focolai nelle famose città "ribelli". Se non si riesce a conquistare totalmente queste città (come accaduto in Siria) si punta ad azioni che facciano più rumore e diano il senso dell' "assediamento" all'opinione pubblica internazionale e qui sta il senso del diretto attacco a Damasco e a Tripoli anche senza aver conquistato il resto del paese. In genere le capitali sono le ultime città ad essere conquistate noi invece assistiamo ad un "razionamento" del tempo per andare dritto al sodo. Poi se gradiscono i potenti attuali che senso ha uccidere il ministro della difesa e il capo sei servizi?

      Elimina
    3. Le nostre argomentazioni sono esposte nei post precedenti, ricchi di riferimenti e documentazione. Chi ha voglia di capire ciò che stiamo dicendo li legga.
      Possibilmente evitandoci le tiritere sul fatto che in Siria gli USA stanno usando lo stesso schemino della Libia.
      Sottolineo che, come tutti sanno, la Siria ha abbattuto un aereo turco. Ha cioè compiuto un atto di aggressione verso un Paese della NATO. Gli Se gli USA avessero voluto intervenire avrebbero potuto tranquillamente sostenere la Turchia in una dura rappresaglia, invece la hanno spinta a moderare la reazione (scongiurando una eventuale escalation militare).
      Più in generale, come abbiamo più volte detto ed argomentato, ciò che ci appare più probabile è che gli USA non vogliano affatto un "regime change" in Siria. Semmai, data l'attuale situazione, accettano (forse) la foglia di fico di un eventuale allontanamento di Assad.
      Ma hanno chiarito in ogni credibile sede diplomatica che non vogliono l'intervento militare, e che entrare in Siria significherebbe sostenere i "terroristi" (ci sono decine di articoli, analisi ed interventi che dicono questo in modo chiaro e netto, cercateveli in rete, non è difficile trovarli).
      Semmai può essere che cambino posizione, e decidano di intervenire, nel caso si affacciasse davvero l'ipotesi di un "regime change" per la Siria. Ed interverrebbero per scongiurarlo.

      Elimina
    4. Quindi se io ti faccio passare sopra il naso un aereo pieno di missili, in un momento in cui c'e' tensione e lo abbatto lo consideri come atto di guerra?
      Oppure l'atto di guerra (o provocazione), e' quello di farti passare un aereo sopra casa?
      Qui siamo al capovolgimento della realta'!

      Elimina
    5. Sei libero di andarti a cercare altri blog, e ne troverai non pochi dove la realtà, secondo il tuo punto di vista, non è capovolta.
      Tuttavia a me pare che sia tu a testa in giù. Io sto dicendo una cosa molto semplice, e incontrovertibile: la NATO aveva a disposizione un casus belli da poter utilizzare, e ha deciso di non utilizzarlo.
      La Turchia infatti ha dichiarato che l'aereo abbattuto si trovava in spazio aereo internazionale!! E la Turchia è membro della NATO. Per avere il casus belli, bastava quindi che la NATO decidesse di credere al suo membro, invece che al suo (presunto) nemico (cioè la Siria). Ripeto, questi sono i fatti.

      Elimina
    6. ti stai ostinando a sostenere una cosa assurda. la NATO NON PUO' considerare atto di guerra quello che viene fatto in territorio internazionale!! SOLO nel caso in cui si attacchi un territorio di un suo paese membro è atto di guerra. Ed in ogni caso tutte le azioni di attacco devono passare da un'approvazione del Consiglio di sicurezza ONU!!
      Non puoi continuare a mescolare realpolitik a fantomatiche casus belli inventate! Possono manipolare quello che vuoi ma quello dell'aereo non è un casus belli!

      Elimina
    7. Pensala un po' come vuoi. Ma è chiaro che la NATO poteva utilizzare l'episodio dell'abbattimento dell'aereo per favorire un'escalation militare. E poteva farlo senza nessun voto dell'ONU. Poteva sostenere la Turchia in una durissima reazione (come richiesto dalla Turchia stessa), cosa che avrebbe appunto aperto la strada ad un'escalation. Ed è altrettanto chiaro che invece ha scelto un atteggiamento morbido. Cosa che non avrebbe fatto se avesse avuto l'obiettivo di un intervento militare.
      E' semplice.

      Elimina
    8. Leggere certi commenti fa davvero venire la tentazione di chiudere il blog. Speriamo solo che non tutti i lettori siano su questi livelli.

      Elimina
    9. L'aggressione alla Jugoslavia nel '99 è avvenuta senza nessun attacco contro un paese NATO, e senza nessun mandato ONU.

      Elimina
    10. forse non è chiaro il quadro delle regole internazionali. La NATO attacca se non ci sono ostacoli di sorta. Nel caso della Siria non lo fa , non perchè sono magnanimi, ma perchè c'è un veto russo e cinese in sede ONU tant'è che oggi l'ambasciatrice USA all'ONU dichiara che loro e i loro alleati si muoveranno fuori dal contesto delle Nazioni Unite. Un'eventuale invasione della Siria non è posta in essere perchè rischiano di rimanere impantanati stile afghanistan per i prossimi 3 decenni ed una caos totale alle porte di Israele non è ammesso. Riportando articoli del corriere e dei fantocci NATO quale conclusione dovremmo trarre? che sono i più forti e i siriani devono solo ringraziare che non intervengono??

      PS per il signor Claudio: tu sei quello di questo post?

      http://il-main-stream.blogspot.it/2012/06/spunti-di-riflessione-sulla-siria-sui.html

      Dopo che hai scritto quelle robe su obama che fa il burattinaio di Russia e Cina parli ancora di "livello"??

      Elimina
    11. Sì, sono il signor Claudio, che ti dice che

      1) gli USA e la NATO (cioè gli USA) della legalità internazionale se ne strafottono, come il caso iraqeno dimostra e come ti ha ricordato il fin troppo paziente Marino

      2) che sparare su un velivolo in territorio internazionale è a tutti gli effetti un'aggressione (comunque è un bel passo avanti: il tuomcollega di sopra non è ancora arrivato ad ammettere che l'aereo transitava in spazio internazionale): mica ci vuole per forza l'attacco sul territorio, con zolle di terra che si sollevano dopo l'impatto delle cannonate

      3) che un bel po' di zolle si sono comunque sollevate qualche settimana orsono, QUANDO L'ESERCITO SIRIANO HA SPARATO OLTRE IL CONFINE UCCIDENDO, TRA GLI ALTRI, DUE CITTADINI TURCHI (il prode Erdogan si è detto molto dispiaciuto). Quindi la NATO avrebbe avuto non uno, ma almeno due pretesti legittimi per intervenire (qui il capitolo VII dello statuto ONU non ha rilevanza: un paese non ha bisogno dell'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza per reagire a d'un a aggressione)

      4) che gli eroici cittadini di Kafr Anbel la sanno molto più lunga sia di te sia di me (ma io la so un
      pochino più lunga di te, con il dovuto rispetto)

      5) che non hai la minima idea dello sconforto che mi infonde leggere commenti come i tuoi

      6) che la pazienza ha un limite. Persino la nostra.

      Elimina
    12. Caro Ernesto,
      ti abbiamo dimostrato che la vicenda dell'abbattimento dell'aereo turco la dice lunga sulle reali volontà della NATO, e tu che fai?
      Ci proponi uno sproloquio su un presunto "quadro delle regole internazionali" che nessuno ha mai applicato, tantomeno gli USA e la NATO, alla fine del quale nemmeno si capisce se gli USA lo stanno preparando o meno questo fantomatico attacco alla Siria.
      Be', grazie.
      Insomma, non era il caso. Bastava un "ok, ho capito, avete ragione voi"

      Elimina
    13. 1) Se ne fottono della legalità ma non dei rischi che incorrerebbero se altri paesi come Russia e Cina sono contro (oggi.nel 2012. non nel'99). Inoltre in Jugoslavia hanno rinunciato ad una risoluzione ONU solo perchè c'era il solito veto russo e cinese, ed alla ennesima volta hanno deciso di fare di testa loro: quindi l'attacco c'è stato ma solo dopo aver tentato diplomaticamente di coinvolgere tutti.
      2) Siete voi che avete citato l'articolo 4 del trattato atlantico non io. Serve l'art 5..mi dispiace. Non si attacca così soprattutto un paese mediorientale .
      3) Se dal tuo confine (turco) mi entra di tutto e di più come minimo metti in conto che un pò di gente ci rimette le penne.
      4) tu non mi conosci e io non conosco te quindi meno simpatia.
      5) Non aprire il blog ai commenti se non vuoi che si scrivano commenti "non in linea" con i tuoi pensieri.
      6) tolgo il disturbo , tanto non provo piacere a parlare con chi si arrampica sugli specchi.

      Elimina
  2. Innanzitutto l'articolo 4 del Trattato atlantico prevede che ci siano solo consultazioni per discutere nel caso in cui uno dei membri senta che la propria integrità territoriale sia minacciata. L'eventuale attacco armato non può essere giustificato da un abbattimento di un aereo su territorio altrui!! vabbè che il sistema internazionale è anarchico...ma rifarsi a quell'articolo si dimostra di aver capito poco del circo in corso e dell'alleanza atlantica.
    La Siria abbattendo un aereo nel proprio territorio non ha commesso nessuna aggressione a nessun paese NATO essendo , evidentemente, nel suo territorio e non avendo ricevuto avviso di esercitazione..nel caso in cui si attenti alla sicurezza di un territorio di un membro NATO si chiama in causa l'art. 5 del Trattato atlantico e l'art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, visto che facciamo i saccenti...informarsi!
    Se cambia la struttura del potere in un paese come si chiama se non "regime change" ??
    Questa modalità è stata inventata proprio per non dover intervenire militarmente o cmq per tenerla come ultima ipotesi visti i troppi esborsi economici conseguenti alla mobilitazione massiccia delle truppe. Poi da quando gli Usa disdegnano di finanziare i "terroristi" ?? Al massimo sono gli israeliani che hanno paura vista la prossimità dei confini.

    RispondiElimina
  3. Anche un bambino capirebbe che l'abbattimento dell'aereo turco poteva facilmente essere usato dalla NATO come casus belli. Bastava affermare che l'abbattimento era avvenuto fuori dal territorio siriano. Vero o falso che fosse. Mi pare che possiamo essere tutti d'accordo col fatto che la NATO non abbia problemi a falsare i fatti, se la cose serve ai suoi piani. L'abbattimento dell'aereo turco era quindi un potenziale casus belli, fornito da Assad alla NATO su un piatto d'argento. E la NATO ha scelto di non usarlo. E il Mondo intero ha capito che gli USA non volevano intervenire militarmente in Siria. Questi sono i fatti.

    RispondiElimina
  4. Non so chi abbia ragione, vedremo cosa accadrà in futuro. Intanto distendiamoci con una simpatica foto del nostro amato re Giorgio.

    RispondiElimina
  5. E' veramente deprimente dover leggere, un su blog come questo, che dovrebbe essere di controinformazione, prese di posizioni simili in merito a quello che sta succedendo in Siria.
    Ma come si fa a sostenere che gli USA non hanno realmente intenzione di far saltare il regime di Damasco (oppure che, versione aggiornata, si accontenterebbero di un semplice avvicendamento e sostituzione di Assad, ma lasciando gli equilibri inalterati, sic!) e a riprova di cotanto ragionamento geopolitico portare il mancato utilizzo del casus belli dell'aereo turco abbattuto mentre sorvolava sullo spazio aereo internazionale?

    Ma beata ingenuità, spero sia solo quella (ma almeno su un certo Claudio Martini ho seri dubbi che si tratti solo di ingenuità), ma vi rendete conto che la Siria non è la Libia e che i Russi ma anche i Cinesi questa volta non starebbero a guardare come hanno fatto vigliaccamente e opportunisticamente, sacrificando il grande leader libico Gheddafi per un piatto di lenticchie? I russi non possono assolutamente permettersi di perdere l'unico avamposo oggi a loro disposizione sul mediterraneo e i Cinesi non possono abbandonare al proprio destino il loro alleato (obtorto collo probabilmente, ma pur sempre alleato) russo.

    Non riesco veramente a capire come si possa essere così superficiali in certe analisi e mi fermo qui, altrimenti dovrei essere molto pesante (ho conosciuto il sig. Badiale al convegno di Pescara del prof. Bagnai, l'ho anche accompagnato in macchina e credo che sia in buona fede).
    Preferisco quindi stendere un velo pietoso e togliere il disturbo.

    RispondiElimina
  6. Posso fare una domanda agli animatori del sito? Le vostre interpretazioni sono originali ed interessanti, per questo vorrei chiedere: come valutate il sostegno dato dalla Turchia all'ESL nel quadro da voi tracciato? grazie, Momò

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rispondo con un'opinione assolutamente personale.

      Il sostegno dato dalla Turchia all'ESL è del tutto insufficiente. L'opportunista Erdogan è diviso tra la necessità di recitare la parte del difensore degli arabi (ma quando mai) e quella di non sfidare gli USA (e, in subordine, l'Iran). Di fatto la Turchia si è limitata al sostegno umanitario dei profughi, e dare asilo ad un pezzo dell'ESL (quello che fa riferimento a Riad Al Assad). Un po' poco, se si considera che l'esercito turco potrebbe tranquillamente spazzare via le milizie di Assad.

      Questa reticenza della Turchia potrebbe però avere dei risvolti positivi: dopotutto, quando (e se) la Siria sarà libera essa non dovrà a nessuno la propria liberazione. Un Erdogan "Salvatore" avrebbe inevitabilmente giocato un ruolo piuttosto ingombrante nella Siria post-baathista.

      Grazie degli apprezzamenti, continua a seguirci

      Elimina
  7. Grazie per la risposta. Su molte fonti ho letto anche che molti paesi sunniti starebbero finanziando e appoggiando la rivolta (parlo delle monarchie del Golfo, la Giordania, i sunniti libanesi). Questo elemento invece come dovrebbe essere considerato secondo te (voi). Momò

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Molto poco. Ormai è diventato un luogo comune affermare che stati del Golfo inviino armi all'ESL. Armi leggere, evidentemente, visto che quest'ultimo come è noto non dispone di armamenti pesanti. Ora, in linea generale non si può escludere qualche sostegno degli emiri all'opposizione armata, ma bisogna tenere conto che

      1) gli elementi a favore di queste ipotesi sono molto scarsi, al di là dei rumores. Wikipedia english, per esempio, alla voce "Syrian Uprising" indica come fonti del sostengo all'ESL da parte dei regimi sunniti un articolo del NYT che parla di tutt'altro, e un articolo dell'Indipendent che cita come unica fonte un anonimo "diplomatico occidentale a Ankara".

      2) se il Qatar è l'Arabia Saudita sostengono i ribelli lo fanno contro la volontà USA. Qualche mese fa, in una conferenza stampa congiunta, Hillary Clinton ha pubblicamente redarguito l'attuale ministro degli Esteri saudita che aveva definito "eccellente" l'idea di fornire armi ai ribelli. Mi sembra improbabile che si mettano (loro!) a sfidare gli USA, anche se astrattamente ne avrebbero l'interesse.

      3) se l'aiuto c'è stato, non sembra in grado di influire sul corso del conflitto. La quasi totalità dell'ESL è costituita da soldati disertori che combattono o con le armi in loro dotazione o co equipaggiamento trafugato. Il che spiega perché non siano in grado si sottende un confronto in campo aperto. Inoltre ci sono decine di testimonianze di esponenti dell'ESL che si lamentano perché nessuno fornisce loro armamenti adeguati. 

      In ultima analisi, sulla permanenza di Assad c'è l'accordo di tutti i soggetti con voce in capitolo sul tema: USA, Russia, Iran e Israele. In questo quadro i siriani possono contare solo sulle proprie forze.
      Che non sono poi così scarse, a quanto sembra.

      Ciao

      Elimina
    2. Non "sottende" ma "sostenere"

      Elimina
  8. Grazie ancora. Approfitterei di questa straordinaria disponibilità per porre un'altra questione. La vicenda siriana come va inserita nel contesto della Primavera Araba? Cioè, quanto accaduto in particolare in Egitto, Libia, Tunisia, come va interpretato secondo te? Anche in quel caso si è trattato di sollevazioni popolari spontanee contro lo status quo del potere internazionale? Momò

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In Egitto e Tunisia sì, in Libia no (almeno fuori dalla Cirenaica). Ma forse è meglio dedicare un post a questo argomento. Stay tuned

      Elimina
    2. Ancora un chiarimento, se possibile, così da farmi un quadro preciso: rispondendo al primo interrogativo, hai detto che la Turchia (o meglio Erdogan), per opportunismo, si vuole mostrare come difensore degli Arabi. In che senso? Quali vantaggi strategici (o tattici) ritiene di ottenere in questo modo? Potresti spiegare meglio questo aspetto? Grazie

      Elimina
    3. I vantaggi sono molteplici, dai possibili accordi commerciali fino all'influenza diplomatica. La Turchia è stata governata per sessant'anni come se non fosse appartenuta alal comunità musulmana mondiale. Questo stato di cose si è modificato in seguito alla crisi finanziaria turca di fine secolo, che ha provocato una fortissima perdita di di credibilità e consenso per i partiti tradizionali turchi. Ciò ha spianato la strada al Partito della Giustizia e dello Sviluppo, che è al governo dal 2002. Formazione di ispirazione islamica, vuole fare della Turchia un punto di riferimento per i musulmani di tutti i paesi. Coerentemente ha sostenuto i separatisti bosniaci e kosovari negli anni '90, la causa palestinese a partire dal 2009, e la rivolta libica del 2011. Ma è chiaro come, a parte il sostengo verbale ai palestinesi, l'intera operazione sia perfettamente funzionale ai disegni strategici della NATO (infatti la Turchia a tutt'oggi partecipa all'occupazione dell'Afghanistan). Con la Primavera Araba la Turchia è apparsa come un possibile modello a buona parte dei cittadini arabi (si ricordano ancora i bagni di folla di Erdogan al Cairo e a Tripoli).
      Con la Siria l'AKP si è trovato nella stessa situazione dell'Emiro del Qatar:c ome continuare ad apparire paladino della democrazia nel mondo arabo, e allo stesso tempo evitare di far inviperire gli USA?
      A parere di chi scrive gli arabi farebbero bene a non covare illusioni nei confronti della Turchia. La loro liberazione sarà opera di loro stessi, e non di qualche improbabile salvatore.

      Elimina
  9. http://www.voltairenet.org/La-battaglia-di-Damasco-e-iniziata

    Invado o non invado??

    RispondiElimina
  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  11. Grazie per tutte le risposte. Ora il quadro analitico da voi prospettato mi è sufficientemente chiaro. Non lo trovo per nulla convincente. Un cordiale arrivederci, Momò

    RispondiElimina