di Fabrizio Tringali
In Grecia continuano gli scioperi contro il nuovo pacchetto di austerity imposto dalla troika. Iniziano i giornalisti e poi, via via, proseguono tutte le altre categorie. Finalmente possiamo vedere anche in Italia un po' di solidarietà europea, infatti i giornalisti nostrani devono aver aderito allo sciopero di quelli greci, visto che non ci raccontano nulla di quello che succede laggiù, né dei contenuti degli accordi tra governo e troika, e nemmeno del fatto che il nuovo disastroso intervento sulle pensioni, che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni e riduce del 5-10% i trattamenti pensionistici, è stato giudicato incostituzionale dalla Corte dei Conti greca.
Sono anni che si sciopera, almeno in Grecia, senza che questo smuova la troika dai propri sanguinari intendimenti. Evidentemente, ci sono logiche che trascendono i semplici concetti di giustizia, uguaglianza, solidarietà e fratellanza che sono alla base dell' indignazione impotente di chiunque sia in grado di interpretare gli attuali equilibri socio-economici europei (beh, diciamo capitalistici). Quindi, il teatrino procede senza scosse: qualche manifestazione, qua e là qualche "facinoroso" a frantumare sfortunate vetrine con, il giorno dopo, unanime condanna dell' "intero arco costituzionale". Sostanzialmente, coscienti o meno, si sta a guardare.
RispondiEliminaLa troika ... ... ... kamenev, stalin, zinoviev (in ordine alfabetico rigoroso).
RispondiEliminaSecondo Mark Mazower, professore della Columbia University specializzato nella storia delle vicende della Grecia moderna e dei Balcani «è una deriva pericolosa quella che sta emergendo in Europa. [...] Potremmo essere sempre più vicini ai limiti di tolleranza pubblica [...] Il punto di non ritorno sarà la completa delegittimazione della classe politica in Grecia».
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