mercoledì 19 giugno 2013

Fate la nanna coscine di SEL

Abbiamo già segnalato il fatto che alcune aree della sinistra radicale si stanno svegliando, spostandosi su posizioni anti-euro. Altri invece continuano nei loro sonni beati, cullati dalle nenie soporifere alla cui produzione si dedica gran parte degli intellettuali di sinistra. Un esempio è questo articolo di Sara Farolfi, dedicato all'Altersummit recentemente svoltosi ad Atene: una ninnananna il cui unico scopo è quello di mantenere i militanti nel loro beato stato di torpore.

Vi sono vari punti che meritano di essere sottolineati, nell'articolo di Sara Farolfi. Si può per esempio ammirare la perentoria asserzione che, sul tema dell'euro, non ci siano margini per “dubbi e perplessità”. Nel senso, intende l'autrice, che occorre restarci. Così è stato sentenziato ad Atene. Uno sarebbe curioso di conoscere gli argomenti, così decisivi, grazie ai quali ad Atene si sono fugati dubbi e perplessità sulla permanenza nella moneta unica. Argomenti che evidentemente sono ignoti a premi Nobel come Amartya Sen o Paul Krugman. Ma tali argomenti non ci è dato conoscerli. Con uno stile da comunicato del Comitato Centrale del PCUS, l'autrice ci aggiorna sulla linea ufficiale, e tant'è. Verrebbe da ribattere, parafrasando il noto detto latino, “qui è Atene, qui salta”.

L'unico passaggio che somigli ad una argomentazione razionale è il seguente: “l'ipotesi di una uscita dall'Ue non garantirebbe nessun cambiamento delle politiche neoliberiste e di austerità”. Se gli argomenti svolti ad Atene sono tutti di questo tipo, il minimo che si possa dire è che il radicalismo di sinistra che là si è riunito ha qualche problema con la logica di base. Infatti, come abbiamo più volte ripetuto (per esempio nel nostro libro), assieme agli altri critici anti-euro, il punto decisivo è che all'interno di quella gabbia che è l'euro non è possibile contrastare le politiche di austerità. Il fronte anti-euro sostiene cioè che l'uscita dall'euro è condizione necessaria per difendere i ceti popolari dall'attacco in corso. Ribattere che “l'uscita dall'euro non garantisce la fine dell'austerità” significa non capire la differenza fra condizione necessaria e condizione sufficiente. E' vero che l'uscita dall'euro non garantisce la fine dell'austerità, ma è altrettanto vero, ed è questo, ripetiamolo, il punto decisivo, che la permanenza nell'euro garantisce che non si possa uscire dall'austerità, garantisce la fine dello Stato sociale, la distruzione dei diritti dei lavoratori, la messa in mora della democrazia e delle Costituzioni antifasciste.

L'altro ingrediente tipico della ninnananna per militanti è, naturalmente, l'appello a “cambiare le istituzioni per cambiare l'Europa”. Lo abbiamo detto molte volte, ma ripetiamoci: il cambiamento delle istituzioni europee può solo essere l'azione di un soggetto sociale europeo. Ma non esiste un soggetto popolare europeo, perché i ceti subalterni europei sono divisi. Una unità popolare a livello europeo può ovviamente essere un obbiettivo auspicabile per il futuro, ma è un obbiettivo che non sappiamo se e quando sarà realizzabile. Affidarsi a un soggetto che adesso non esiste, e del quale non sappiamo se e quando esisterà in futuro, per difendersi da un attacco che è in corso adesso, è semplicemente un suicidio.

Sono questi gli elementi che rendono chiaro come le posizioni politiche contenute nell'articolo che abbiamo esaminato siano falsa coscienza allo stato puro.
(M.B.)

4 commenti:

  1. il fatto di alzarci dal letto stamattina non ci garantisce che sarà una buona giornata, quindi possiamo scartare l'idea di alzarci, senza "dubbi e perplessità"

    è incredibile vedere quante volte si incontra questo argomento, e a quali livelli intellettuali

    avanti così

    urs

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  2. Non sono ancora riuscito a superare l'effetto estraniante che mi fa il trovarmi in netto dissenso con le parti dalle quali, bene o male, dovrei sentirmi rappresentato, mentre mi trovo a condividere le argomentazioni di coloro che considero miei avversari ideologici. Surreale, ma tant'è...

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  3. Prima di tutto mi complimento per questo blog sul quale scrivo per la prima volta.
    Secondo me l'intero arco politico italiano ha partecipato alla marea di fiabe che sono state raccontate in questi 20 anni sull'euro e sull'Europa. In nome di questa moneta sono stati chiesti pesanti sacrifici agli italiani e sono stati promessi mirabili progressi. Se adesso emergesse che proprio la modalità scriteriata con la quale è stato costituito l'euro è la causa della crisi, tutti i partiti sarebbero screditati. Sarebbe come dire: vi abbiamo fatto pagare l'ICI e la conseguenza è che adesso dovete pagare l'IMU. Questo fenomeno non riguarda solo la politica, ma coinvolge anche i media, gli economisti e in parte anche i sindacati. Per questo deve essere tenuto un silenzio assoluto sull'euro e sul suo ruolo nella crisi.Ho visto Santoro ridicolizzare il prof. Becchi perché osava criticare l'euro; ho visto Luttwak e il prof. Fitoussi dire che se non si esce dall'euro non si esce dalla crisi e subito dopo Peter Gomez ritornare al solito ritornello "Berlusconi, i processi, Ruby ..." Secondo me la politica italiana non può permettersi di dire la verità e per questo aspetta che la soluzione venga dall'Unione Europea: che siano gli eurobond o che si prenda atto del fallimento e si decida uno scioglimento concordato, comunque non sarà un fallimento della politica italiana, come sarebbe un'uscita unilaterale.
    Mauro S.

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  4. Qui interessante (!?) intervento di d'alema ad un convegno europa tra recessione e contraddizioni dell'euro :' abbiamo avuto un egemonia culturale di 20 anni di neoliberismo (gulp!) 'salvaggio' '
    e l'europa si è consolidata sotto questa egemonia culturale neoliberista (gulp!!)
    il cittadino europeo per chi vota vota perchè comunque avra' tagli alla spesa sociale flessibilita' contenimento dei salari
    perchè questo è scritto nelle regole '
    il cittano europeo in un certo senso è deprivato dei diritti democratici '
    'cambiare i trattati (piu' europa )

    http://www.radioradicale.it/scheda/383755/leuropa-tra-recessione-e-contraddizioni-delleuro

    (consiglio anche di ascoltare anche gli interventi di masera e di brunetta , )

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