Forse davvero anche chi comanda ha le idee poco chiare. Sul "Corriere" Danilo Taino canta la solita canzone delle "riforme strutturali", ma nello stesso giornale Lucrezia Reichlin lo smentisce e porta argomenti che puntano verso la necessità di manovre di espansione fiscale.
(M.B.)
Mi scuso per il ritardo, ma propongo una riflessione. Riprendendo il tema di uno dei post precedenti, perché la gente non si ribella e condividendo la bella analisi proposta ricordo che veramente la maggior parte della gente non capisce la portata di quello che sta succedendo, è completamente disinformata dai media asserviti alle logiche della finanza e dele teorie economiche liberiste ripetute all'infinito. Parlando con conoscenti ho veramente la percezione che si bevano ogni fandonia proposta quotidianamente dai giornali. Chi ha i soldi oggi come ieri si può comprare tutto, e si è comprato l'uniformità dei media, degli economisti, dei dipartimenti universitari e la costruzione ideologica. Bisogna veramente chiedersi perché al di fuori di internet non sia possibile un giornale di livello nazionale che abbia la capacità di porsi fuori dal coro. Forse la gente non si ribella perché non c'è nessuno che la sveglia. Internet è un ghetto, che esclude la maggior parte. Propongo anche di rovesciare i termini. Perché la gente si ribella? Ad esempio in America in questi giorni, in una piccola città di provincia. Cosa c'è di diverso? La questione razziale? forse chi scende in piazza si sente minacciato nel suo essere personale, per una questione di pelle? E in Gran Bretagna qualche anno fa, perché scendevano in piazza? Giovinastri, come diceva il premier Cameron, il ritorno alla jacquerie? rubare nei negozi, spaccare la testa a qualche cop, ma nessuna capacità di una rivendicazione sociale. Il ritorno al 1700, quando i contadini si ribellavano, spaccavano la casa del padrone e poi tutto tornava come prima, nessuna capacità di elaborazione e di formulazione di un programma di società diversa. Mauro S.
RispondiEliminaIo non vedo confusione: le riforme strutturali sono una cessione permanente di potere a favore dei potenti e a danno del ceto medio, le politiche espansive sono misure temporanee e discrezionali che servono a rendere più "smooth" il processo di conquista, sempre nell'ottica della rana bollita a fuoco lento.
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