Una
grande vittima del regime dell'austerity e, in Italia, dell'impunità
garantita all'abusivismo edilizio è la cura del territorio. In Liguria,
nel 2014, quando piove forte succede di tutto. Marino Badiale doveva
essere a Torino alle 21 di sabato 15 novembre (vedi post precedente) ma non ci è potuto andare. Ecco il messaggio che Marino ha inviato ai responsabili
dell'incontro, che è stato letto ai partecipanti.
Un saluto a tutti i presenti.
L'interruzione della linea ferroviaria Genova-Torino, causa maltempo,
mi impedisce di essere presente all'iniziativa, e me ne scuso con
tutti. Per fortuna ho già avuto modo, in altre occasioni, di vedere
“Il più grande successo dell'euro”, e credo sia un'ottima base
per un dibattito. Non era mia intenzione partecipare all'iniziativa
discutendo dei problemi tecnici dell'euro, sui quali esiste ormai una
abbondante documentazione. La mia intenzione era quella di porre il
solito antico problema “che fare?”. Per tentare, tutti assieme,
di rispondere a questa domanda, occorre capire quale sia realmente la
nostra situazione. In estrema sintesi, la direzione fondamentale
degli ultimi decenni di storia nei paesi avanzati deriva dalla
decisione dei ceti dirigenti di imboccare una strada che porta
inevitabilmente alla distruzione di tutto ciò che i ceti subalterni
avevano conquistato nei trent'anni seguiti alla fine della Seconda
Guerra Mondiale. Questa strada, che normalmente è indicata con
termini, forse non del tutto precisi, come “neoliberismo” e
“globalizzazione”, è stata seguita in modi diversi nei diversi
paesi e nei diversi momenti storici. Per i paesi dell'Europa
continentale, la forma che essa ha assunto è quella dell'Unione
Europea e dell'euro. UE ed euro sono cioè strumenti dell'aggressione
alla civiltà sociale dei nostri paesi, e sono, qui ed ora, i
meccanismi che occorre distruggere per poter sperare di uscire dal
marasma in cui i ceti dirigenti ci stanno precipitando. Ma poiché la
lotta contro UE e euro è una lotta politica, da ciò discende la
necessità di costruire una forza politica che abbia come fine la
riconquista della sovranità nazionale e popolare e la difesa dei
principi della Costituzione del 48. Il percorso di tale costruzione
può però essere lungo. Nell'immediato, occorre a mio parere cercare
di favorire la diffusione di queste idee in tutti i modi e in tutti
gli ambiti possibili. Le recenti prese di posizione del Movimento 5
Stelle evidenziano come questa diffusione sia possibile.
Spero che queste rapide osservazioni
possano essere di stimolo al vostro dibattito, e vi rinnovo i miei
saluti “sovranisti e costituzionali”.
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