mercoledì 29 gennaio 2014

I 5 Stelle e le banche

Una settimana fa Mario Draghi ha chiarito ciò che già Emiliano Brancaccio ci aveva spiegato: e cioè che l'Unione Bancaria porterà alla chiusura delle banche deboli, cioè quelle del Sud Europa. La centralizzazione in capo alla BCE dei poteri di vigilanza e controllo ora nelle mani delle BC nazionali favorirà un processo di centralizzazione dei capitali, portando così al completo predominio delle grandi banche del nord.
Dato che la classe dirigente italiana queste cose le sa, ed ha a disposizione "ingegneri contabili" di grande livello, a Roma hanno pensato immediatamente alla contromisura: la rivalutazione delle quote di partecipazione in Bankitalia.
Questa mossa dimostra come il ceto politico (e tecnocratico) italiano non abbia alcuna intenzione di "subire" il grande gioco europeo: esso anzi vede l'Unione Europea come un terreno di espansione del proprio dominio e del proprio prestigio. Non può dunque rinunciare alla prospettiva del "piùeuropa", compresa l'Unione Bancaria, ma non può nemmeno accettare di farsi espropriare del tutto dai capitali del nord. E quindi ricorre ai trucchi contabili, per il cui approfondimento sono caldamente consigliate queste letture.
Non sappiamo se questo disegno avrà successo; di sicuro rischia di non partire nemmeno, grazie alla feroce opposizione del Movimento 5 Stelle.
La linea del contrasto alla "regalia" alle banche non è sbagliata, ma rischia di risultare un po' miope. Andrebbe ricollegata ad un giudizio sulle strategie del capitale italiano per sopravvivere e ritagliarsi la leadership europea, nonché alla possibilità concreta che, impedendo che la rivalutazione abbia luogo, le banche italiane si ritrovino in una posizione di debolezza tale da favorire la loro fagocitazione da parte degli istituti del Nord Europa.
Non si tratta di rinunciare alla lotta, né tantomeno di cedere alle lusinghe di Matteo Renzi. Si tratta di porre in primo piano l'opzione della nazionalizzazione degli istituti di credito, l'unico modo che permetta di impedire la colonizzazione finanziaria del nostro paese senza regalare nulla a nessun banchiere. Anzi. (C.M.)

9 commenti:

  1. nazionalizzazione è un termine così desueto, sembra quasi fascista, leghista o "lepenista"!
    non si discute nemmeno di nazionalizzare MPS! piuttosto la svendita o fallimento a sentir Profumo!

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  2. la nazionalizzazione non solo di bankitalia ma del sistema finanziario (anche se non totale) è uno dei famosi 20 punti del programma del M5S. http://www.beppegrillo.it/2012/03/nazionalizziamo_le_banche.html

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    1. Le assicuro che non sono così "famosi". Comunque è un'ottima cosa. Sarebbe il caso di "sbandierarla" di più, presentandola come l'autentica alternativa al trucco contabile. Il cliché del regalo alle banche dopo un po' stanca, per nn parlare degli altri argomenti proposti a sostegno della manovra ostruzionistica (come quelli dell'ineffabile on. Carla Rocco, secondo la quale i 5 stelle starebbero combattendo per l'autonomia e l'indipenza della Banca d'Italia).

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    2. non ho visto l'intervento di Carla Ruocco ma ho sentito quello di Di Battista che rivendicava la nazionalizzazione di Bankitalia. Sicuramente la battaglia, e la comunicazione, possono migliorare, ma i contenuti ci sono.

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    3. Certo che sì. Mi scuso se ho dato l'idea che non ci fossero.

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    4. i contenuti ci sono ma vengono davvero sbandierati poco. e viene il sospetto che certe cose non siano una priorità.
      la nazionalizzazione degli istituti bancari se si vuole veramente essere una forza antisistema deve essere LA PRIORITA'.

      certo iniziare a presentarla come tale significa prendere posizione dove una volta era la sinistra....e questo a mio parere è un passo che i vertici 5S non vogliono fare.

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    5. nazionalizzando anche una sola grossa banca si avrebbe accesso a prestiti BCE a tasso 0,25% e si potrebbe comprare BOT italiani a tasso 0,30% o poco più, e finirebbe il giochino di carry trade delle banche speculatrici, e ci finanzieremmo a tassi reali negativi

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  3. La colonizzazione la possiamo respingere se cancelliamo l'euro e i vincoli relativi. Condizione non sufficiente ma necessaria per avviare un percorso diverso da quello attuale. Senza di questo possiamo fare i salti mortali ma non credo che riusciremo a combinare nulla.

    La legge in approvazione sulle quote di Banca d'Italia, come dice Galloni, serve anche ad evitare che l'Italia torni alla sovranità monetaria anche in caso di uscita dall'euro:
    http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=6753

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