Fa davvero cadere le braccia vedere come politici, giornalisti e gente comune si entusiasmino all'idea di portare il tablet nelle scuole. Nessuno si pone la domanda del perché farlo, che senso abbia, a cosa serva. Perché porsi simili domande significa discutere di cos'è la scuola: perché farla, che senso abbia, a cosa serva. E nessuno ne ha ovviamente la minima idea. Difficile discuterne in un post. Ne ho parlato anni fa in un testo che ha un po' circolato in rete, lo trovate per esempio qui.
Anche senza fare discorsi particolarmente profondi, dovrebbe essere chiaro a chiunque abbia a che fare con bambini e ragazzi come uno dei veri problemi oggi sia quello di riuscire a farli concentrare nello studio. E chiunque lavori su un computer collegato in rete sa che la rete ha una immensa capacità di distrazione. Basta fare due più due per capire che portare la rete in classe significa distruggere la capacità di concentrazione e di studio autonomo, proprio nell'età in cui questa capacità deve essere formata ed educata. Ma il sapere non salta fuori dal computer o da internet. Nasce solo dalla capacità di studiare, dallo sforzo di concentrazione, dalla volontà di capire fino in fondo. Distruggendo tutto questo, il tablet a scuola ci prepara generazioni di uomini e donne che avranno visto tutto e non avranno capito nulla. Ma probabilmente è proprio quello che si vuole.
(M.B.)
Sono anch'io convinto che sia così. Forse bisognerebbe pensare ad istituire l'ora di informatica dalle media in su, ma proibirne l'uso per tutte le altre lezioni.
RispondiEliminasiamo nella fase in cui questo Paese, il paese all'incontrario, è percorso dall'omino di burro. Tanti balocchi per i nostri Lucignolo per trasformarli in asini buoni solo per tirare la carretta o, peggio ancora, per farne tamburi (di guerra?)
RispondiEliminaIl potere "distraente" del computer non e' esclusivo del mondo giovanile, esso e' affrontato anche nel mondo adulto sul luogo di lavoro, dove viene impedito l'accesso, tramite firewall, ai siti ritenuti non pertinenti alla attivita' lavorativa. Rimane la possibilita' dell'aiuto dato dal mezzo tecnologico e cioe' la liberazione dal peso e dall'ingombro dell' "apporto cartaceo" che implica l'ampliamento della libreria a disposizone dell'alunnno durante le lezioni.
RispondiEliminaNon dimentichiamo la durata del pc. Oggi è un usa e getta. Viene costruito con una durata precalcolata ed è difficilissima la riparazione. Gli scarti elettronici diventano un problema e il recupero delle parti nobili inquinante. La modularità estesa diventa la via perchè diventino veramente di uso comune, assieme alla possibilità di una riparazione/aggiornamento con mezzi accessibili. L'accordo diffuso su questi punti non mi sembra sia voluto.
RispondiEliminavorrei segnalare anche una contraddizione di fondo: si dice che il problema della nostra crisi è dato dal debito e il main-stream lo associa in automatico al debito pubblico, però oramai sta diventando sempre più di dominio pubblico che i paesi che sono in crisi hanno accumulato, e ciò ne è stata la causa, un forte debito con l'estero, soprattutto il settore privato. Siccome non mi risulta che i tablet vengano costruiti in Italia, con la decisione di adottarli nelle scuole si impone per legge ai cittadini che mandano i propri figli a scuola ad aumentare la domanda di beni prodotti interamente all'estero. Considerato il prezzo di un singolo tablet, moltiplicato per gli utenti delle scuole che ne sarebbero interessati, salta fuori una bella somma: al danno per la didattica si aggiunge il danno economico per il paese. Aggiungo poi che secondo me anche da un punto di vista giuridico ci sarebbe molto da ridire: per poter accedere alla cultura, divido i cittadini tra coloro che possono permettersi quel bene e coloro che non se lo possono permettere; i libri si possono prestare e per leggerli bastano, oltre agli occhi forniti da madre natura ad ognuno di noi, gli stessi strumenti che la scuola fornisce (imparare a leggere). Per prendere appunti basta una penna qualunque e un pezzo di carta qualunque, ora ci vorranno i tablet, i software, la connessione ad internet magari, i supporti informatici, tutti strumenti che arricchiscono le, poche, industrie che ne detengono i brevetti.
RispondiEliminaSE AGGIUNGI LA MIA CIFOSI E LE MIE PROTRUSIONI ERNIALI DOVUTE ALLE STRAMALEDETTISSIME CARTELLE PIENE DI LIBRI INUTILI(quelli comprati e mai usati) alla tua "equazione", allora FOOOORSE , ma fooooorse , riuscirai a comprendere il vero motivo del perchè sia necessario QUANTOMENO cambiare questo sistema DA MASOCHISTI...
RispondiEliminaGiusto per dirne una....O vuoi continuare a far fare soldi a chi , del mio dolore fisiologico , TRAE ANCHE GIOVAMENTO ?
Il ministro dell'istruzione INDIANO ha spinto il governo a produrre(IN INDIA) TABLETS DA 30 DOLLARI,solo per gli studenti.
Da noi con trenta dollari i politici (CORROTTI) tirano di naso piste di coca insieme a finanzieri(CORROTTI) e carabinieri(CORROTTI)...
P.s. : è "normale" che LE tablets si fanno all'estero , COSA NE VOGLIONO CAPIRE GLI ITALIANI DI INVESTIMENTI ? Forse non lo sapete ma abbiamo avuto la possibilità di poter lavorare nel campo dell'elettronica CON PRODOTTI INNOVATIVI , come produttori (e non importatori)...
Sapete che è successo invece ? Semplicemente , la maggior parte degli investitori/imprenditori ITALIANI , hanno ritenuto misero il guadagno ipotetico , o non hanno considerato taluni come investimenti , a prescindere ! Certe tecnologie,ora vanto di ALTRI paesi, noi le abbiamo definite "fuochi di paglia","inutili","non remunerative","una perdita di tempo"...E ora ci ritroviamo con una OLIVETTI importatrice di roba cinese(ma DI STAMPO AMERICANO)...Tutto questo perchè ???? Non sarà perchè l'America detiene la maggior parte dei brevetti DEL MONDO INTERO (oltre all'ignoranza di chi si trova invenzioni stupende sotto il naso delle quali non coglie l'essenza) ????? E non sarà per colpa di gente che,più che per piacere,è per inerzia che si muove ed apre bocca ?
"Nessuno si pone la domanda del perché farlo, che senso abbia, a cosa serva. Perché porsi simili domande significa discutere di cos'è la scuola: perché farla, che senso abbia, a cosa serva. E nessuno ne ha ovviamente la minima idea."
Eliminaerrata *protusioni*
RispondiEliminaSapevo di essere un idiota insicuro tanto quanto sapevo di aver scritto correttamente nella prima frase...Devo Ringraziare la scuola italiana per questo nonchè L'AMERICANISSIMO GOOGLE (che suona alquanto [G]U.G.L.E )...
EliminaErrore mio...