Nel sito di Micromega, un articolo di Enrico Grazzini riassume in maniera chiara le principali tesi contro l'euro che molti, e noi fra quelli, stanno cercando di diffondere. A quanto pare, la forza delle nostre ragioni riesce a ottenere ascolto. Bene.
(M.B.)
Tutto vero eh, solo che Grazzini fino a poco fa era su posizioni euriste, ora cerca di rifarsi una verginita'.
RispondiEliminaBen vengano persone che ritornano sulle loro posizioni, non dobbiamo ne possiamo disperdere nessuna energia, nessuna intelligenza
Elimina@Daniele, riconosciamo i meriti, ma secondo me è completamente inutile la polemica del chi l'ha detto prima. Fondamentale invece è rompere il fronte ideologico del "main-stream" (.. o magari per evitare ambiguità con il nome di questo blog, della classe dominante)
RispondiEliminaConcordo. Anche perché se gli "antieuro" rimanessero sempre quelli dall'inizio, a cosa servirebbe fare informazione e divulgazione?
RispondiEliminaA me pare che proponga ancora di andare dalla Merkel a minacciarla col ditino. Chiedere alla Germania di reflazionare e lanciare un nuovo New Deal. Inutile e fuori tempo massimo. "La sinistra sembra essere a metà del guado" dice, ma lui non mi pare stia messo meglio.
RispondiEliminaHanno solamente paura e vorrebbero fuggire per tempo dalla nave che affonda. Troppo poco, troppo timido, poteva fare di meglio.
Capisco che sia un bene che questi temi buchino la cappa del mainstream ma costoro vanno messi impietosamente davanti alle loro responsabilità che sono molto gravi. Con loro, o senza di loro, l'insostenibile euro crollerà comunque.
Non so come fate a non incazzarvi. Sto qua ha scopiazzato a mani basse dal libro vostro, di Bagnai e da altri interi periodi per rifarsi una verginita' e voi lo promuovete pure? Non vi capisco, giuro. D'accordo che un'idea non e' proprietaria di nessuno quando e' vera, ma queste sono proprio le infiltrazioni che rendono inefficace il messaggio.
RispondiEliminaNo, il messaggio rimane efficace, così come il comportamento di Grazzini rimane scorretto e sleale.
EliminaParlo a titolo personale...
EliminaSi in effetti Bagnai è saccheggiato a piene mani senza citazione. Da voi prende addirittura il titolo. Mah questo signore ha lo stesso nome dell'autorevole critico cinematografico ("Corriere della sera") che nel 1972 stroncò "La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini.
RispondiEliminaIl cambio di opinione di Grazzini mi interessa poco, m'interessa molto di più capire se esista un ambito, o anche soltanto una collettività che abbia le idee chiare su quale sia l'alternativa alle scelte economiche di ispirazione tedesca che finora hanno trionfato in Europa.
RispondiEliminaLa mia impressione è che rischiamo di essere d'accordo soltanto sul fatto di dissentire dal pensiero mainstream (tanto per citare il nome del blog che ci ospita), ma poi abbiamo Bagnai del blog "Goofynomics" che vede l'abbandono dell'euro come la panacea di ogni male, c'è D'Andrea del blog "Appello al popolo" che da' per scontato il crollo prossimo venturo dell'euro, e vuole che si chiuda l'esperienza dell'unione europea, tanto per citare due delle tesi in gioco.
La mia personale opinione è che la svolta di cui ha bisogno l'Italia sia molto più drastica, che riassumo qui per punti:
- uscita dall'euro (preferibilmente concordata)
- dichiarazione di default dello stato italiano
- assunzione di misure protezionistiche per garantire non la crescita, ma la piena occupazione, che sono due obiettivi alternativi se non addirittura opposti.
Il punto su cui dissento da altri che pure sono contro la politica europea, è che è vano guardare alla crisi e quindi anche alla sua risoluzione soltanto rimanendo in ambito europeo. La crisi è nat nei paesi anglosasssoni ed in europa è stata importata, è il frutto dell'esigenza degli USA di esercitare un'egemonia anche di carattere economico e della crescente difficoltà a riuscirci, e quindi del tentativo di scaricare sul mondo intero la propria crisi interna. La colpa della politica europea è di non essersi efficacemente opposti a tale tentativo, ma la soluzione non può essere quella di scimmiottare gli USA, riversare liquidità nel sistema non è palesemente una soluzione, è solo un modo di rinviare l'effetto della crisi nel contempo aggravandola.
Per opporsi a questa politica USA, bisogna opporsi alla stessa globalizzazione, da qui non s'esce. Ciò permetterebbe di porre le premesse di una società sostenibile (o decrescente a seconda delle preferenze).
Buongiorno,
Eliminam permetto una domanda:
"- assunzione di misure protezionistiche per garantire non la crescita, ma la piena occupazione, che sono due obiettivi alternativi se non addirittura opposti. "
come possono essere l'occupazione e la crescita obiettivi contrapposti? esiste occupazione senza crescita?