martedì 23 luglio 2013

Il rischio connesso ad avere Cècile Kyenge come ministro


 Manifesto elettorale del Fronte Nazionale. Questo partito salda in maniera efficace la polemica contro l'austerità economica e la difesa dei ceti operai con l'affermazione di valori razzisti e omofobi.

La scelta di nominare Cecile Kyenge come ministro all'integrazione non dovrebbe essere giudicata, di per sé sola, negativamente*.

A parere di chi scrive, nemmeno l'idea di introdurre anche in Italia una forma di Ius Soli, pur temperata, sarebbe da rigettare, se il contesto dell'Unione europea ce lo permettesse**.

Il sottoscritto è d'altronde convinto che l'immigrazione non sia un fenomeno negativo, da contrastare, e che di solito chi vi polemizza contro è animato da sentimenti genuinamente razzisti (prova ne sia la classica excusatio non petita che, immancabilmente, apre simili discorsi: "io non sono razzista, MA...").

Detto ciò, affermo che la presenza di Cecile Kyenge nella compagine governativa può rappresentare un gravissimo pericolo proprio per i valori che si vorrebbero affermare con quella presenza.



Negli ultimi anni abbiamo assistito alla tendenza di diversi governi
europei di accompagnare misure iper-progressiste (come il matrimonio omosessuale) a politiche economiche iper-reazionarie. Prototipo di questa tendenza è stato il governo Zapatero, idolo della sinistra europea per le sue grandi aperture nel campo dei diritti civili, e affossatore dell'economia spagnola data la sua totale dedizione alle riforme neoliberiste dettate dal vincolo esterno europeo. Ma anche il governo Hollande, impopolarissimo tra i francesi per la sua incapacità strutturale di opporsi allo strapotere della Merkel, ha trovato il tempo di concedere le nozze omosessuali- guadagnando anche qualche scontro di piazza.

Questo atteggiamento è frutto di una malintesa concezione del progressismo. Questi governi sono convinti che sia incluso nel loro mandato migliorare i popoli che governano- sia sotto il profilo della produttività economica, sia sotto quello dei diritti civili o dei diritti dei migranti e delle minoranze.

Ora, è evidente che allargare i diritti (e quindi concedere ius soli e nozze omosessuali) rappresenti un miglioramento della società; e che l'opposizione a simili provvedimenti è dovuta il più delle volte a pregiudizi, ignoranza, superstizioni, conservatorismi abbastanza beceri.
Ma è altrettanto evidente che se ad adottare quei provvedimenti sono governi intenti a portare avanti politiche economiche di segno anti-popolare, l'effetto è proprio quello di conferire dignità politica a conservatorismi e pregiudizi.

Il cittadino medio, che spesso è influenzato da detti pregiudizi, si vede colpito al cuore della sua vita economica -lavoro, risparmi, tempo libero, prospettive- dagli stessi governi che, sull'altro versante, espandono i diritti delle minoranza, o allargano il novero dei diritti civili. L'associazione è naturale e inevitabile. E alle destre xenofobe e reazionarie non resta che sollevare il vessillo della difesa dei ceti subalterni, ovviamente addobbandolo con i drappi della tradizione, della chiusura nei confronti del diverso, della negazione dei diritti. Stiamo preparando il terreno per una grande revanche di destra, che farà piazza pulita delle conquiste civili di questi anni.

Tutto ciò rappresenta una miscela esplosiva, che presto o tardi causerà disastri in tutta Europa. Naturalmente la soluzione ideale non sarebbero le dimissioni di Kyenge, oppure la sospensione di tutti i provvedimenti progressisti in agenda. La soluzione ideale è che i governi europei interrompano il suicidio economico rappresentato dalla permanenza nell'euro e nella UE. È ammesso il pessimismo. (C.M.)


*anche se non la si può definire una mossa compiutamente anti-razzista; tale sarebbe stata invece la nomina della italo-congolese a ministro della sanità, dato che lei è un medico, a quanto pare piuttosto affermato. Così si sarebbe trasmesso il messaggio anti-razzista per eccellenza, per il quale le persone vanno giudicate per la loro competenza, qualità ecc, ma di sicuro non per il colore della pelle. Invece il ministero è stato affidato ad una assoluta incompetente, Beatrice Lorenzin.

**ah, non lo sapevate? L'introduzione dell'istituto della cittadinanza europea e soprattutto la giurisprudenza "estensiva" della corte di giustizia europea hanno spinto molti paesi che tradizionalmente avevano lo ius soli (su tutti Francia, Belgio, Irlanda, paesi scandinavi) ad abbandonarlo. A pensarci è logico: se uno stato dell'Unione concede la cittadinanza in maniera molto generosa, non fa altro che creare molti cittadini europei che dovranno essere riconosciuti come tali anche dagli altri stati. E così diversi paesi, dal 2003 al 2006, temendo il serio rischio di perdere sostanzialmente il controllo sui meccanismi di acquisizione della propria cittadinanza, hanno adottato misure restrittive- e varianti dello ius sanguinis. Se oggi introducessimo di colpo lo ius soli provocheremmo le ire della maggior parte dei membri della UE. Un ulteriore dimostrazione che in genere gli euroentusiasti (e pro ius soli) non sanno nemmeno di cosa parlano.

1 commento:

  1. Segnalo che diverse forme di concessione della cittadinanza italiana in base al criterio dello "ius soli" ci sono già nella legge in vigore.
    Qui : http://www.leparoleelecose.it/?p=11028#comments
    c'è una lunga e interessante discussione sul tema, occasionata dalla lettera di una ragazza di origine marocchina.

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