venerdì 6 settembre 2013

Il "piùeuropa" non esiste

Jurgen Habermas controbatte alle tesi di Wolfgang Streeck, di cui abbiamo già parlato (qui e qui) con un lungo articolo, nel quale tenta di rispondere gli argomento del sociologo, finendo però per ammettere gli eurocrati non hanno alcuna idea innovativa per fare uscire il loro progetto dalla crisi in cui si è cacciato.

Né la parte propositiva del testo (sostanzialmente: più poteri all'Europarlamento) nè quella che contiene la critica a Streeck rappresentano nulla di nuovo. Habermas attua il classico ribaltamento dell'onere dell'argomentazione, per cui non è lui a dover giustificare razionalmente la fondazione di una Europa unita, ma i critici della stessa a dover fornire motivi validi per negarla (ad esempio, a proposito della considerazione per cui il processo di integrazione è sempre stato voluto e gestito dalle élite capitalistiche, il filsofo risponde: " in ciò io non vedo motivi sufficienti per una rinuncia disfattista al progetto europeo"). Riprende inoltre il solito argomento secondo il quale la mancanza di un popolo europeo non sarebbe affatto un ostacolo all'unione politica, perché le identità nazionali sarebbero identità "fittizie" e "artificiali". Si resta sempre colpiti dall'inconsistenza di questi argomenti. Sotto gli aggettivi "fittizi" e "artificiali" si vorrebbe contrabbandare il concetto per cui le identità nazionali sono irrilevanti. Ma non tutto ciò che "artificiale" è per ciò solo poco importante. La musica e l'alfabeto, e in generale tutti i prodotti della cultura umana, sono assolutamente artificiali. Né si capisce cosa voglia dire affermare che quella di popolo è una nozione "fittizia". Che non sia "naturale" è ovvio, visto che è il risultato dello stratificarsi di dinamiche sociali di portata secolare. Le identità nazionali sono una realtà sociale di primaria importanza, nessun processo culturale negli ultimi anni le ha scalfite, e affermare migliaia di volte che sono "fittizie" e "artificiali" non sposta di un centimetro il problema.

Ma arriviamo al cuore del ragionamento. Habermas comprende le preoccupazioni di Streeck, specie quelle riferite al fatto che procedere con "piùeuropa" potrebbe rivelarsi un rimedio peggiore del male. E tenta di rassicurarlo così:

(...) il timore di Streeck di una centralizzazione repressiva si basa soprattutto sull’assunto sbagliato che l’approfondimento istituzionale dell’Unione europea debba condurre ad una sorta di repubblica federale europea. Lo Stato federale è il modello sbagliato. Infatti le condizioni di legittimazione democratica possono essere soddisfatte anche da una comunità democratica sovranazionale ma sovrastatale che consenta un governo comune. In essa tutte le decisioni politiche sarebbero legittimate dai cittadini nel loro doppio ruolo di cittadini europei e di cittadini dei vari Stati membri [10]. In una siffatta unione politica, chiaramente distinta da un “superstato”, gli Stati membri, in quanto garanti del livello da essi rappresentato di diritti e di libertà, conserverebbero un ruolo molto importante se paragonati alle articolazioni subnazionali di uno Stato federale.

 Chiaro? Quando si parla di unione politica, mica si intende un'unione politica: si tratta solo di un ulteriore rafforzamento delle attuali istituzioni europee, senza particolari cambiamenti di assetto. Ciò che è stato tolto dalle singole sovranità popolari (per esempio l'intervento pubblico in economia a scopi ridistributivi) non viene trasferito a livello continentale, ma viene semplicemente annullato. Non si tratta di costruire un mega-Stato, ma di cancellare l'idea stessa di Stato.

E qui faccio mea culpa. Gli Stati Uniti d'Europa sono una follia, ovviamente, ma io pensavo che Habermas li appoggiasse. Ma qualcuno aveva capito per tempo che gli USE, oltre che irrealizzabili, non sono affatto nell'agenda e negli interessi delle élite europee. Sono un mero specchietto per le allodole per illudere i dannati dell'euro che un giorno ci sarà redenzione. Il "piùeuropa" non esiste. Esiste il piùTroika. Esiste il progetto di rendere ancora più invasivo il controllo delle istituzioni UE, ma non quello di trasformarle: vanno benissimo come sono.

Abbiamo la conferma, per bocca di uno dei più autorevoli intellettuali europei ancora in attività, che l'alternativa "o si va avanti nell'integrazione europea, o si torna indietro" non ha ragione d'essere. Non c'è alcun "avanti" che ci attende. C'è solo un eterno presente fatto di austerità di negazione della democrazia. L'UE è un vicolo cieco, e la sua rottura non rappresenta un ritorno indietro, ma l'unica modo per "muoversi". Per cambiare le cose. (C.M.)

5 commenti:

  1. "Non c'è alcun "avanti" che ci attende. C'è solo un eterno presente fatto di austerità di negazione della democrazia. L'UE è un vicolo cieco, e la sua rottura non rappresenta un ritorno indietro, ma l'unica modo per "muoversi". Per cambiare le cose. (C.M.) "

    concordo in pieno.

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  2. Segnalo sul Sole24ore questo articolo di Massimo Dalema (non D'Alema, come si firma lui, ma Dalema, come si firmava il padre):
    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-09-04/come-rilanciare-europa-ideale-064351.shtml
    Si parla di "Europa federale". Ma Dalema è politico troppo accorto per non sapere che un'idea del genere è politicamente impraticabile (tralascio altre considerazioni probabilmente estranee all'ottica Dalemiana).
    Secondo me, questa è la preparazione della "via d'uscita" di quella classe dirigente: poter dire, un giorno, "noi ce l'abbiamo messa tutta, le nostre idee non sono smentite, sono LORO (Francia, Germania ...) che non ci sono stati, mica è colpa nostra! Ci hanno costretti ad uscire!"
    E così, salva la capra assieme al cavolo.

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  3. Avevo letto l'articolo di Habermas su Micromega, sono contento di una vostra analisi critica che fa emergere le "grandi doti" del signor H.
    Devo dire che dopo questo articolo c'è da chiedersi che razza di persone siano queste, visto quello che è successo in Portogallo, Grecia ecc.
    Ritengo, dopo un bel po' di anni spesi ad informarmi sui vari siti di "controinformazione economica", che la visione psicologica di certi personaggi fatta da Paolo Barnard (spero che qui il suo nome possa essere fatto)sia esatta e ne abbiamo avuto conferma recentemente anche da un articolo intervista a Riccardi su Libero a proposito se signor Monti (a dire il vero cera anche un articolo di Padoa Schioppa sul corriere che faceva raggelare il sangue).
    E se questi sono comunque sempre al ponte di comando il futuro prossimo è veramente nero, questa gente è senza alcuna pietà per il prossimo soprattutto se sfortunato o povero, bisogna tenerne conto secondo me.

    Riccardo.

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  4. sarebbe interessante analizzare le ragioni che portano un filosofo del calibro di Habermas ad affermare con tanta forza il" più europa" , considerando che un filosofo della scienza ha una capacità analitica della realtà non comune, oppure il suo potrebbe essere l'esempio che affinchè si affermino nuovi paradigmi, non soltanto scientifici, è necessario superare le vecchie resistenze e la conservazione che ormai permea anche le menti più brillanti ma ormai incapaci di cogliere nuovi modelli matematici , fisici e sociali; in definitiva ogni uomo è prigioniero degli schemi del suo tempo, a cui si aggrappa erroneamente, impedendo l'emergere del nuovo

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  5. Un presente statico è molto più rassicurante di qualsiasi movivento.Parlo molto con le persone,con la gente,e quello che ho notato,a tutti i livelli dall'intellettuale all'operaio,dal commerciante al militare,è che c'è una sorta di resistenza,fatta di paura ed angoscia,che non permette di vedere a quali sofferenze siamo giunti, ora e non domani.A volte ho l'impressione che sia la gioia di vivere che manca,decenni di malainformazione,stili di vita stereotipati hanno intaccato ,sembra,il tessuto cellulare della società.Ritengo che questa crisi oltre che economica,politica,istituzionale sia una profonda crisi esistenziale.Questo potrebbe essere un bene,per me,in quanto se la consapevolezza riuscisse a penetrare un pò la mente sociale ci sarebbe una vera e propria rivoluzione con la definitiva dipartita di coloro che hanno creato tutto questo orrore.Gli strumenti per fare questa operazione non li conosco(se non fare corretta informazione).Tra un pò tenteremo di fare un piccolo spettacolo divulgativo,continuiamo a lottare ma sarà difficile. Claudio.

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