La dignità umana non è
in vendita
I BENI PUBBLICI ED I
DIRITTI NON SONO IN VENDITA
E’ giunta l’ora di
rivendicare con forza e coerenza la nostra libertà di scelta. Noi
vogliamo recuperare in concreto il senso del bene
comune e la consapevolezza
collettiva per cui i beni pubblici ed i diritti non sono, né
dovranno mai più essere negoziabili o vendibili.
Dobbiamo ritrovare il
senso di comunità e di appartenenza, riappropriandoci con orgoglio
del nostro patrimonio collettivo affinché
alcun diritto possa mai
più essere violato.
In nome di interessi che
fanno leva sui dogmi neoliberisti dell’onorabilità del debito e
del “Ce lo chiede l’Europa” ci vengono imposte
misure di austerità
depressiva, con tagli alla spesa pubblica ed elevata pressione
fiscale su famiglie ed imprese.
Una tra le più gravi
forme di servitù politica è la sottomissione degli Stati alle
logiche di mercato, che negano la possibilità di garan-
tire i diritti e le tutele
sociali finalizzate al bene comune.
L’asservimento politico
ha adeguato tutte le azioni e decisioni, quali privatizzazioni,
liberalizzazioni e perdita del ruolo regolatore
dello Stato, all’esclusiva
tutela degli interessi dei grandi gruppi finanziari e delle lobbies
capitalistiche.
NESSUNO CI HA CHIESTO
NULLA
Le attuali oligarchie
politiche e finanziarie hanno utilizzato la retorica dell'Europa dei
Popoli, per creare un'Europa monetaria
funzionale alle esigenze
dell’aristocrazia finanziaria e del grande capitale europeo.
I cittadini non hanno
avuto la possibilità di esprimersi sul reale significato economico e
politico dei trattati firmati con l'Europa, e
quando hanno avuto la
possibilità di farlo, come in occasione del referendum francese del
2005, si sono opposti al progetto.
L’Europa attuale,
essendo stata costruita come un mercato di beni e capitali e come
un’unione monetaria, è un’Europa capital-
finanziaria dove i popoli
europei non contano più nulla né come soggetto politico, né come
soggetto sociale.
E oggi, quando il progetto
è vicino al fallimento, pur di non mettere in discussione i principi
assurdi stipulati dal trattato di
Maastricht in poi, gli
eurocrati di Bruxelles cercano di creare un "doppio euro"
per salvarsi e conservare il loro dominio economico
e politico.
RICONQUISTARE LA
SOVRANITÀ
In Italia e nei paesi che
hanno aderito all'eurozona si sta accentuando la disparità fra i
cittadini e la disoccupazione e la precarietà
sono diventate una vera
emergenza umanitaria.
Perché, per sopperire
alle nostre esigenze, dobbiamo chiedere in prestito denaro ai mercati
di capitali privati? La moneta moderna
non è legata ad una
corrispondenza in oro come avveniva in passato, e potrebbe essere lo
Stato a gestirne l'emissione e la spesa,
in quanto i limiti a cui è
sottoposta sono legati alle reali forze produttive disponibili.
La separazione tra le
banche commerciali e le banche d'affari, la sovranità monetaria e
fiscale, il ritorno all'unione tra Tesoro
e Banca D'Italia, e
l’istituzione di misure protezionistiche che impediscano le attuali
forme di delocalizzazione liberoscambista,
sono i primi passi
necessari per costruire uno Stato che protegga i cittadini
dall'aggressione dei grandi speculatori togliendo
loro il dominio
sull'economia. Per riconquistare la sovranità politica ed economica,
occorre combattere la logica dell'indipendenza
della Banca Centrale
nazionalizzandola, per poterne sottoporne l’operato a un controllo
democratico, che le conferisca una funzio-
ne sociale finalizzata non
all’accumulo di capitale, ma alla promozione dell’occupazione.
Disponendo degli strumenti
e delle risorse per finanziare una ripresa dell'economia, lo Stato
potrebbe quindi assumere il ruolo di
“creatore di
occupazione” sviluppando una finanza che sia davvero funzionale
agli interessi popolari, e che ridimensioni il ruolo
della finanza privata nei
processi produttivi legati all’occupazione.
LO STATO SIAMO NOI
Vogliamo che venga ridato
un futuro ai lavoratori, alle imprese e al ceto medio che, per via
della morsa della ristrettezza del credito
e grazie ad una tassazione
improponibile, sono massacrati dalla crisi e non riescono più a
trovare un lavoro dignitoso per il loro
sostentamento e per quello
della loro famiglia.
Vogliamo una sovranità
politica e monetaria in cui i finanziamenti vengano finalizzati al
bene pubblico e a progetti socialmente utili.
Vogliamo che vengano
creati nuovi servizi al cittadino e vengano migliorati quelli
esistenti. Vogliamo che si crei occupazione.
Non vi può essere vera
libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera
giustizia sociale senza libertà. L'eredità
dei partigiani è
calpestata insieme alla Costituzione.
"Non aspettarti
nessuna risposta, oltre la tua" disse Berthold Brecht.
E' in gioco il futuro di
tutti noi, il futuro dei nostri figli.
Dobbiamo ribellarci adesso
per creare un nuovo paradigma politico e culturale fondato sulla
dignità umana.
Facciamolo. Facciamolo
insieme. Facciamolo adesso.
Noto che stanno nascendo numerose associazioni e iniziative di questo tipo il cui scopo è il riappropriamento della sovranità (monetaria) e quindi evitare la distruzione dei diritti e delle conquiste fatte in campo lavorativo e sociale in numerosi decenni. Tutto giusto e auspicabile.
RispondiEliminaQuello che mi lascia perplesso però è che poi ognuno di questi movimenti coltiva il proprio orticello (uscita da destra, da sinistra, dal centro e da sotto, euro a due/tre/quattro velocità, CCT etc) e quando ci rifletto su mi viene in mente il detto "dividi et impera", quindi tanti movimenti ma nessun risultato (e forse questo è quello che auspica "qualcuno" a cui l'UE fa comodo...).
Non sarebbe il caso che tutti questi movimenti confluissero in uno unico ponendosi intanto l'obiettivo di uscire dall'eurofollia?
Poi dei dettagli se ne discute in un secondo momento a conquista avvenuta. O no?
Concordo perfettamente con Gianluca.
EliminaSettanta anni fa i partigiani rossi e quelli bianchi si sono divisi DOPO che l'Italia era stata liberata; prima hanno fatto fronte comune contro il nemico.
anche io concordo. è necessario un nuovo Fronte di liberazione nazionale.
Eliminadelle differenze se ne parla poi, dopo avere anche ristabilito le regole condivise.
concordo anch'io! l'unione fa la forza su tutte le cose! viviamo un momento decisivo per il nostro futuro!uniamoci per combattere ed avremo delle possibilita altrimenti saremo destinati a fallire!
EliminaLeggendo oltre il manifesto, sul sito, l'idea di unirsi c'è ed è l'obiettivo di Bottega Partigiana. Fare rete e cooperare con i gruppi affini. Date un'occhiata.
EliminaSono molto d'accordo con il contenuto del post e condivido completamente i commenti che sono stati fatti.
RispondiEliminaIl problema è che manca un soggetto che si assuma questo compito.
Non vorrei che ci trovassimo alle prossime elezioni nelle stesse condizioni delle precedenti tornate elettorali, dove manca una concreta alternativa alle politiche del PUDE.
Gli autori di questo blog non se la sentirebbero di dar vita a questo processo di aggregazione? Spero di si, perchè al momento non vedo chi altrimenti lo possa fare.
Grazie comunque.
Valerio, Modena
Visto il fallimento della democrazia rappresentativa, e il tentativo di nascita di una democrazia individualista, credo che ogni cittadino abbia il dovere di mettersi in gioco al di fuori di movimenti idealistici ma sul confronto diretto idea per idea. Sono stanco di movimenti e partiti, preoccupiamoci di
RispondiEliminasostenere le idee che ci rappresentano invece di creare nuovi simboli farciti di ideali. Sono d'accordo in parte quindi con Gianluca. Concordo in pieno con l'usita dell'Italia dall'euro. Dobbiamo diventare padroni della nostra moneta, guardate Paolo Barnard e il MeMt o M.M.T (Modern Money Theory) che spiega in maniera semplice come e perche' uscire dall'euro. Buona vita a tutti
Questa iniziativa sembra essere caratterizzata da una collocazione "a sinistra" rispetto ad altre che si dicono non appartenere a nessuno schieramento. Riguardo a fare fronte comune siamo sempre in tempo, non è che si debba tutti appartenere per forza a qualche movimento già esistente. Usano un buon linguaggio ma non se ne può sapere di più perché il loro sito è ancora in costruzione. Vedremo.
RispondiEliminaMassimo
Chiedo a Quinto come intende "sostenere le idee che ci rappresentano" se dei movimenti e dei partiti è stanco. Quelli che ci sono non ci soddisfano? proviamo a dar vita a movimenti che corrispondono di più alle nostre idee. Ma di forze organizzate, comunque si chiamino, è necessario per affermare alternative politiche.Perchè occorre tenere sempre presente, a mio avviso, che occorre ribaltare i rapporti di 'forza' culturali e politici. E non lo puoi fare semplicememente con un blog, seppure importante. Occorre comunque radicarsi sul territorio.
RispondiEliminaAltrimenti c'è il rischio di accontentarsi di esercizi intellettuali fine a se stessi.
Riguardo all'anonimo che afferma che 'a fare fronte comune siamo sempre in tempo, non è che si debba tutti appartenere per forza a qualche movimento già esistente' rispondo che sicuramente non è necessario appartenere per forza a qualche movimento già esistente, ma che 'a far fronte comune siamo sempre in tempo' ho molti dubbi in proposito.
Mi sarebbe piaciuto sapere il parere dei curatori del blog relativamente a quanto ho espresso nel mio precedente commento. Ovviamente se ne hanno voglia.
Grazie.
Valerio
Non per issare bandierine, o rivendicare paternità, ma noi di Mpl, per quel che contiamo, ci siamo costituiiti appunto per dare vita ad un fronte ampio, per impedire la catastrofe.
RispondiEliminaUN FRONTE AMPIO PER LA SOVRANITA'.
Tutti i nostri tentativi sono stati più o meno vani.
Con alcune forze non si può fare alcuna unità, alcun "CLN". Non lo si può fare fronte con liberisti e fascisti ad esempio. Accanto a sovranità occorre porre come non negoziabili principi come democrazia e difesa della Costituzione repubblicana.
Quindi: inutile farsi illusioni su fronti che non avranno mai vita.
Uniamo piuttosto le forze sovraniste democratiche e socialiste.
da questo punto di vista l'appello di cui sopra è ottima cosa.
Potete darci il link della fonte?
L'appello merita di essere fatto circolare.
Ps
Temiamo che oramai sarà troppo tardi, che la catastrofe verrà e nessuna diga sarà stata costituita.
Per dirla in breve: un fronte ampio si costituirà, ma sulle macerie di questo paese.
Il manifesto proviene dagli amministratori della pagina Facebook omonima. Se cercate bottega partigiana trovate tutto
EliminaIo non credo che la visione con cui si guarda a un'uscita dall'euro sia un qualcosa da fare dopo. Un fronte di liberazione nazionale (come vorrebbe esserlo Bottega Partigiana dal punto di vista culturale) ha il dovere di pensare a un'uscita che limiti i danni sociali e protegga le fasce deboli. L'unico mezzo possibile che abbiamo per capire quale possa essere la soluzione migliore e come cittadini fare una proposta politica è quello di valutare e discuterne assieme in maniera semplice e civile. Abbiamo progettato uno spazio nel sito dove svolgeremo proprio questo e se riusciremo a cooperare potremo trasformare tutto ciò in una grossa campagna mediatica con cui affrontare pubblicamente le questioni avvalendoci del supporto di intellettuali e tecnici dei vari settori. Il metodo con cui vorremmo procedere è indicato nei nostri principi d'azione che al momento sono qui:
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=376330335803178&set=pb.356953567740855.-2207520000.1378668626.&type=3&theater
Non sappiamo cosa nascerà da Bottega Partigiana. Noi ci prefiggiamo di fare "cultura politica". Non vogliamo diventare un partito. Può essere che dal lavoro fatto insieme nasca qualcosa che porterà alla nascita di una forza politica, oppure può essere che le forze politiche già esistenti comprendano e si attivino, o può essere che chi vuole diventare partito lo diventi o possono tutte le tre cose assieme. Ma questo non è importante ora. Ora l'importante è riuscire a mettersi d'accordo e con una mano sul cuore discutere per capire cosa è meglio fare. Ciò che verrà dopo non dipenderà da Bottega Partigiana, che non volendo diventare né partito, né think thank, assumerebbe un ruolo super partes sulla questione politica. Svolgerebbe la funzione di unire con uno scopo preciso che è quello enunciato dal manifesto qui sopra.
Almeno io la vedo così. Al limite parliamone.
Non per fare il pignolo, ma io nel sopratitolo avrei scritto "La dignità umana non può essere ridotta a una merce".
RispondiEliminaE riguardo alla tassazione non "improponibile" ma "insostenibile".
A parte questo sono d'accordo su tutto il resto.
cari della Bottega Partigiana,
RispondiEliminapotremmo avere un vostro indirizzo mail?
Grazie
Mpl
bottegapartigiana@gmail.com
Elimina