Ho letto gli articoli segnalati nei due post. Qualche piccola considerazione si può fare sulle solite liti dei “poteri forti” italiani, quelli che una volta si accomodavano nei divani accoglienti di Mediobanca, che si spartivano banche e finanziamenti. Una vera e propria consorteria litigiosa che ha sempre avuto la sua manifestazione fenomenica nel Corriere della Sera. Sinceramente non mi appassionano gli scontri della famiglia Agnelli con la famiglia Della Valle, tanto per citare i due gruppi più attivi nella polemica. Nel viaggio in USA di Renzi, con la visita alla Chrysler, mi sembra che l’asse che tenta di costruire Renzi, con Marchionne, sia molto chiaro. La Fiat è già uscita dalla Confindustria, proprio per realizzare il “sogno” di ottenere un contratto differente da quello nazionale. L’abolizione dell’articolo 18 è strategico per Marchionne, perché riuscirebbe a sbarazzarsi definitivamente dei rompicoglioni della FIOM e dei “lacci e lacciuoli” che gli permetterebbero di realizzare contratti ancora più “avanzati”. Del resto, la strategia è chiarissima, si tratta di ridurre il costo del lavoro al minino possibile perché del mercato interno importa poco, importa essere “competitivi” rispetto ai mercati esteri, proponendo la produzione di lusso. Naturalmente, questa strategia può andare bene in alcuni settori ma può essere disastrosa per altri. Anzi, decisamente lo è.
Ho letto gli articoli segnalati nei due post. Qualche piccola considerazione si può fare sulle solite liti dei “poteri forti” italiani, quelli che una volta si accomodavano nei divani accoglienti di Mediobanca, che si spartivano banche e finanziamenti. Una vera e propria consorteria litigiosa che ha sempre avuto la sua manifestazione fenomenica nel Corriere della Sera. Sinceramente non mi appassionano gli scontri della famiglia Agnelli con la famiglia Della Valle, tanto per citare i due gruppi più attivi nella polemica. Nel viaggio in USA di Renzi, con la visita alla Chrysler, mi sembra che l’asse che tenta di costruire Renzi, con Marchionne, sia molto chiaro. La Fiat è già uscita dalla Confindustria, proprio per realizzare il “sogno” di ottenere un contratto differente da quello nazionale. L’abolizione dell’articolo 18 è strategico per Marchionne, perché riuscirebbe a sbarazzarsi definitivamente dei rompicoglioni della FIOM e dei “lacci e lacciuoli” che gli permetterebbero di realizzare contratti ancora più “avanzati”. Del resto, la strategia è chiarissima, si tratta di ridurre il costo del lavoro al minino possibile perché del mercato interno importa poco, importa essere “competitivi” rispetto ai mercati esteri, proponendo la produzione di lusso. Naturalmente, questa strategia può andare bene in alcuni settori ma può essere disastrosa per altri. Anzi, decisamente lo è.
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