In sostanza, quindi, con l’articolo 7 del fiscal compact, le parti contraenti la cui moneta è l’euro hanno sottoscritto una sorta di patto di sindacato (di voto) che le obbligherà - prima di deliberare e votare («nel pieno rispetto dei requisiti procedurali dei trattati su cui si fonda l’Unione europea») nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi con riferimento al criterio del deficit - a verificare che tra esse non risulti una maggioranza qualificata («calcolata per analogia con le
pertinenti disposizioni dei trattati su cui si fonda l’Unione europea») contraria alle proposte o alle raccomandazioni della Commissione. Qualora tale maggioranza non sussista, “tutte” le parti contraenti la cui moneta è l’euro dovranno votare a sostegno delle proposte e raccomandazioni della Commissione, pena la violazione dell’obbligo “internazionale” di cui all’articolo 7 in questione.
In sostanza, in mancanza della
maggioranza qualificata sopra descritta, Parlamenti e Governi
nazionali non potranno più decidere, rispetto ai temi in
discussione, nulla di discordante dalle decisioni della Commissione.
Consigliamo inoltre la lettura del
testo della riforma costituzionale in discussione (approvato, per
ora, dalla commissione competente al senato). Anche qui si scoprono passaggi inquietanti. Per esempio, se le Camere votano una sfiducia costruttiva
indicando un nuovo premier, il suo governo (ancora da nominare) gode
automaticamente della fiducia, senza doversi ripresentare alle
Camere. Più in generale, la collegialità del governo viene meno, e
il vero potere viene concentrato nelle mani del premier: infatti il
rapporto fiduciario sarà tra lui (o lei: una singola persona,
comunque) e le Camere, e non più fra governo e Camere.
Si tratta, con ogni evidenza, di
mutamenti radicali dell'involucro costituzionale del nostro paese, il
cui fine palese è quello di ridurre il più possibile gli spazi di
democrazia per impedire alla maggioranza del popolo di opporsi al
massacro sociale già iniziato.
Date infine un'occhiata a questo breve articolo, in particolare al seguente passaggio:
Nel rapporto Gauzes è stato invece inserito il regime di
«assoggettamento di uno stato membro a tutela giuridica» in caso di
fallimento, sulla falsariga di quanto previsto dal "Chapter 11"
americano. Partirebbe dal 2017 e prevedono tra l'altro che i tassi di
interesse sui prestiti restano invariati, che i creditori si
presentino entro due mesi alla Commissione »in caso contrario il
loro debito è estinto» ed i governi di fatto commissariati.
L'italiano è un po' approssimativo, ma purtroppo non è questo il problema, quando si parla di "assoggettamento di uno stato membro a tutela giuridica" e di "governi commissariati". Fossimo più giovani, definiremmo l'insieme di queste norme, che sono solo una parte di quelle in discussione, un autentico golpe. Ma giovani non lo siamo più. Invece di gridare al golpe, ci limitiamo allora ad osservare che l'UE ha certo molti difetti, ma nessuno può dire che manchi di chiarezza. Sono anni che ci spiegano, con tutti i dettagli tecnici, in tutti i documenti ufficiali, che ci massacreranno senza nessuna pietà. Dovrebbe essere allora chiaro, anche ai più duri di comprendonio, che chi crede, ancora oggi (giugno 2012), di “cambiare l'Europa”, di “lottare per un'altra Europa”, di “democratizzare l'UE”, sta solo “schernendo sé o gli altri”, per citare Leopardi. Non sappiamo se costoro siano “astuti” o “folli”, per continuare la citazione. Non è neppure molto importante saperlo. Si tratta, in ogni caso, di posizioni politiche da combattere con la massima intransigenza.
(M.B.)
..
Amico mio, ami gli eufemismi.
RispondiElimina"Inquietanti"? E' dire poco.
Le nostre élite politiche sono ormai una gabbia di matti. Rivogliono la Bastiglia.
E noi diamogliela!