lunedì 17 novembre 2014

"L'euro? Non ci è mai piaciuto". Novità dal ceto politico

Raffaele Fitto, ras delle preferenze in Puglia e nel mezzogiorno d'Italia, si appresta a diventare coordinatore di Forza Italia; non casualmente, organizza un seminario anti-euro (cui parteciperanno i soliti nomi: Savona, Rinaldi, Barra Caracciolo).
Tutto ciò non stupisce. In fin dei conti, a chiacchiere il partito di Berlusconi è sempre stato su posizioni variamente euroscettiche.
Stupisce di più (ma anche qui fino a un certo punto) il fatto che a posizioni timidamente anti-euro stiano approdando anche diversi esponenti della sinistra PD.
Già conosciamo le posizioni di Stefano Fassina. Qualcuno ha anche parlato di un pronunciamento anti-euro di Gianni Cuperlo, ma non è stato possibile verificare tale dato.
La novità vera è rappresentata da quanto viene pubblicato dal sito Idee Controluce.
Tale associazione è una specie di ripostiglio per nostalgie ex-PCI . Si ad esempio legga questo meraviglioso pezzo di Pierluigi Bersani, che traccia la linea da Togliatti ai giorni nostri.
L'associazione ha recentemente pubblicato la seguente monografia: A quali condizioni può sopravvivere l'euro? Autore e titolo del primo saggio non lascia molto spazio all'immaginazione: "Un'ipotesi da non esorcizzare", di Vladimiro Giacché. Chissà a cosa si riferisce.
E' molto chiaro anche il saggio di Claudio Sardo.  Una frase, tanto per capire dove si va a parare:
Forse discutere apertamente della crisi dell’euro è diventato per noi un tabù proprio perché non riusciamo neppure a immaginarci in uno scenario di fallimento. Eppure il tabù va infranto.
Per togliere ogni dubbio, Idee Controluce ha pubblicato un pezzo di Alberto Bagnai.
E come se non bastasse Alfredo D'Attorre, colonnello bersaniano e fiero oppositore di Renzi, ha concesso al Foglio la seguente intervista: Caro renzi, occhio, con questa Europa tornerà presto la Lira. Cogliamo fior da fiore:

Perché il problema dell’Italia, inutile prendersi in giro, è più complesso del gioco sui decimali, e coincide con la parola euro”. D’Attorre prosegue il suo ragionamento. “Mi stupisco che un presidente del Consiglio che ha fatto del coraggio la sua cifra politica non abbia messo a tema il vero problema dell’Italia e più in generale dell’Europa. L’euro così com’è oggi non è più sostenibile e sono convinto che non possa continuare a esistere una moneta unica senza che dietro questa ci siano un governo politico e uno economico capaci di gestire il bilancio dell’Eurozona”.
Chiediamo al deputato del Pd: uscire dall’euro è una sciocchezza o è diventata una possibilità?
“Non credo alla tesi dei due euro. Credo ci siano due alternative concrete: o avviare un percorso federale che consenta alla nostra moneta di restare in piedi oppure si torna indietro alle monete nazionali ripristinando quella sovranità politica che gli attuali meccanismi europei oggettivamente non ci consentono. La situazione oggi non è sostenibile. E questo deficit democratico è ovviamente alla base delle manifestazioni di dissenso che, in varie forme, stiamo osservando tutti in molti paesi della zona euro”.

Se vi sembra poco, considerate che da quelle parti si partiva dall'idea che si dovesse morire per Maastricht.
Beppe Grillo, il cui movimento ha ormai abbandondato qualsiasi precauzione sulla polemica contro l'euro, ha dimostrato un anno e mezzo fa che le posizioni euroscettiche potevano incontrare un consenso di massa. Matteo Renzi ha dimostrato che anche presso l'establishment le condizioni dei trattati europei possono essere sottoposte a ripensamento. In queste fessure del muro di gomma del sostegno ad euro e UE stanno passando tutti gli esponenti più rilevanti del ceto politico nazionale.  E' ormai finita l'era del Ce lo chiede l'Europa. E' iniziata la stagione del trasformismo neo-patriottico. (C.M.)


4 commenti:

  1. Si ormai il dibattito è aperto, probabilmente perchè i politici (o politicanti come diceva giustamente Badiale nell' articlo prima?) iniziano ad essere messi con le spalle al muro e le vecchie menzogne non funzionano più.
    Ora però vorrei fare una domanda, anche se forse è unpò off-topic:
    Visto l' imminente entrata in ballo del TTIP, non ho ben capito una cosa, è possibile un TTIP senza euro?Perchè sembra proprio che la cosa la vogliono fare , ma se l' euro è insostenibile e si torna alle valute nazionali come faranno?Oppure, alla luce di questo nuovo trattato, troveranno un modo di farlo sopravvivere?

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    1. Il TTIP è possibile anche senza euro.
      Purtoppo.

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    2. Ben venga il trasformismo (io lo auspicavo già due anni fa)

      D' altra parte, quello che noi chiamiamo vile trasformismo, in altre latitudini e longitudini è chiamato sano pragmatismo.

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  2. Mentre crescono i critici sull'euro, i giochi si fanno più confusi. A me pare di grande portata la crisi che ha colpito il presidente della Commissione Europea, Junker, che mi pare sia stato scaricato da quel mondo della finanza che ha sempre favorito come capo del Governo lussemburghese. Da quello che ne so, prima il Financial Times, poi Bloomberg, poi Wall Street Journal ne hanno chiesto più o meno apertamente le dimissioni. Perché proprio ora? Perchè questo scandalo gli scoppia addosso adesso che è appena diventato Presidente della Commissione Europea? I fatti di cui si parla sono noti e conosciuti praticamente da sempre. Perché proprio adesso non va più bene a quel mondo della finanza? A me questa pare una cosa rilevante. Forse per diventare Presidente della Commissione ha preso accordi non confacenti alle dinamiche di fondo programmate dai grandi gruppi finanziari, che hanno ritenuto di mandargli un chiarissimo avvertimento. O righi dritto, oppure possiamo tirare fuori tutto quello che serve per farti saltare.
    Mauro

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