giovedì 13 dicembre 2012

Il ritorno di Berlusconi e dell'antiberlusconismo

L'ennesima discesa in campo di Berlusconi e l'annuncio delle dimissioni di Monti hanno agitato le acque in quel mondo delle apparenze che è la politica italiana. Il PDL si appresta a lanciare una campagna elettorale incentrata sulla difesa della sovranità nazionale e fortemente critica verso l'euro e
verso i principali partner europei, in primis la Germania. E' quindi possibile che anche in parte del mainstream cominci ad apparire qualche verità sull'euro e sulla follia dei vincoli europei, se non altro perché ciò, almeno per il momento, conviene a colui che detiene la proprietà di un bel po' di mezzi di informazione. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che razza di personaggio sia Berlusconi. Può essere considerato affidabile nel ruolo di difensore della sovranità nazionale? Risposta semplice: assolutamente no. E non solo per i suoi guai con la giustizia, le condanne evitate grazie alla prescrizione o alle leggi ad personam, o perché sia un un uomo ricattabile, come dimostra il caso Ruby. Ma per le scelte politiche dei suoi governi. Berlusconi ha partecipato, da premier, a numerosi vertici europei senza mai porre un veto sulle decisioni che venivano assunte. Il suo governo ha supinamente accettato di vincolare l'Italia alle varie misure che poi sono state tradotte in leggi dall'esecutivo guidato da Monti. Lo spiega Vladimiro Giacché nel suo ultimo libro, in riferimento soprattutto all'inasprimento della rigidità dei parametri di Maastricht.
Certo, si potrebbe obiettare che Berlusconi non è stato solerte nell'obbedire agli ordini contenuti nella famosa lettera della BCE, nell'estate del 2011. E che è anche per questa resistenza che è stato
“dimissionato” e poi sostituito da Monti. Ma è proprio questa vicenda a mostrare la pochezza del personaggio, il suo barcamenarsi di corto respiro fra la totale incapacità di opporsi alle imposizioni della UE e il tentativo di salvaguardare i propri interessi, compreso il consenso elettorale.
Possiamo considerare positivo il fatto che nei prossimi mesi potrebbe finalmente aprirsi qualche spazio per una discussione pubblica sull'euro e sulla UE. Occorre però anche tenere presente il rischio che le posizioni di critica verso i vincoli europei vengano squalificate dal fatto di essere associate ad un tale individuo, e che alla fine il dibattito politico-mediatico, oramai incentrato su messaggi brevi e superficiali, tenda alla rimozione del confronto sulle argomentazioni per limitarsi a contrapporre la sozzura di Berlusconi alla “credibilità” dei suoi avversari (Monti, Casini, Montezemolo, Bersani).
Ennesimo esempio del fatto che per riportare il Paese su una strada di civiltà e giustizia occorre liberarlo dall'intero ceto politico, di destra e di sinistra, e costruire un sistema di informazione e comunicazione pienamente libero dai condizionamenti della politica.

(M.B., F.T.)

7 commenti:

  1. Ma secondo voi che senso ha togliere la fiducia al governo e poi dire che "se si candida Monti faccio un passo indietro"? C'è una logica leggibile?

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    1. Certo è semplice: B. fa una proposta a M., che M. può solo rifiutare: unire i "moderati" compresa la Lega. Ma se M. rifiuta ci vuole un altro che si candidi a farlo.... indovina chi? inizia per B....

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  2. Vi voglio bene, perchè siete una rara oasi di lucidità nel caos della disinformazione.
    Ma mi sembrate troppo lucidi, per cui aggiungo una distopia fantascientifica molto più pessimistica delle vostre previsioni:
    un futuro in cui Silvio (o i neofascisti, o i cinquestellini...) convince gli italiani a uscire dall'Euro, ma gestisce malissimo l'uscita (senza seguire le corrette prescrizioni di un Claudio Borghi, per capirci) traumatizzando a vita gli italiani che verranno ricondotti dal Monti/Bersani di turno nell'Euro (con lacrime e sangue all'ennesima potenza) e non vorranno mai più uscirne, tantomento discuterne.
    Almeno oggi l'argomento "nel-92-la-svalutazione-non-ha-iperinflazionato" rimane un buon appiglio divulgativo (e ci da la speranza che la divulgazione economica migliori qualcosa) ma dopo uno scenario come quello che ho appena descritto ogni divulgazione sarebbe sormontata dal trauma dell'uscita negativa.
    E' fantascienza, ma neanche tanto: il socialismo reale è stato ucciso anche cosi, anche perchè è stato applicato male e in fretta.
    Ovviamente non è un rimprovero che faccio a voi: so che voi non siete frettolosi, lo dimostra il finale di questo vostro post, ma voi siete una rara oasi... secondo voi è possibile che il caos che vi circonda sfoci in questo disastro?
    Magari sarà la Grecia a farlo, chissà... il trauma sarebbe ancora peggiore, come spiega il sopracitato Borghi.

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    1. Lo scenario proposto sembra poco probabile, perché l'uscita di un paese dall'euro condurrebbe, con ogni probabilità, allo sfascio dell'intera costruzione. Resta il fatto che un'uscita gestita male porterebbe molti più problemi del necessario, con conseguenze politiche imprevedibili.

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    2. Grazie della risposta, è un piacere poter interagire con te!

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  3. Dunque, Bersani ha appena finito di dichiarare che l'agenda Monti non è in discussione, e si ritrova Monti come possibile avversario alle prossime politiche. Dell'Italia tutto si può dire, tranne che la politica è noiosa...

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  4. @Paolo
    La politica italiana è un posto fisso non noioso perché a configurazione variabile e saltellante, come si vede. Dunque, caro Mario (sic), la tua affermazione che il posto fisso è noioso non regge alla logica perché basta una solo caso contrario a negare tutta un'asserzione.

    @ Autori
    Ho trovato il pezzo su un blog che seguo da tempo. Non mi ero ancora iscritta qui, anche se avevo letto, pensate un po', il post inaugurale, per non diventare ancor più addicted, ma correrò il rischio..

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