Alessandro Guerani, che senz'altro i lettori del blog Goofynomics conosceranno, è inventore di un modo efficace per illustrare la differenza tra gli economisti che guardano solo al lato dell'offerta (i supply-siders) e quelli che considerano centrale il ruolo della domanda (genericamente, i keynesiani). L'"offertista" considera economicamente efficiente il barista che, nello spazio di un mattino, è in grado di preparare 100 caffè. Il "domandista" considera bravo il barista che, nello stesso periodo, vende 100 caffè. Tra questi due punti di vista c'è tutta la differenza tra una teoria economica che si preoccupa solo delle condizioni di efficienza in cui l'impresa opera (e che quindi è a favore di bassi salari, se ciò serve per la competitività) ed un approccio che invece cerca di capire se e in che misura i prodotti saranno venduti (e che perciò non si oppone all'innalzamento dei salari, così da creare maggiore domanda).
Enrico Letta dimostra, con il suo striminzito "piano per il lavoro", di essere un rigoroso supply-sider. Il piano prevede sconti fiscali per le imprese che assumono giovani disoccupati con un basso titolo di studio. Che non sia granché lo dimostrano le reazioni negative, del tutto bipartisan: ecco due critiche di sinistra, qui e qui, e una di "destra", o quantomeno liberista. Senza contare la gragnuola di critiche che il piano ha raccolto sul web: si potevano aiutare i lavoratori cinquantenni, è un meccanismo che disincentiva a studiare*, si continuano a dare soldi alle imprese...
Ma è tutto il senso dell'operazione che non sembra adeguato alla bisogna. Letta si preoccupa di rendere più economica la produzione, ma non dà segni di immaginare dove quella produzione potrà essere assorbita. Il piano incoraggia le nuove assunzioni. Ma gli imprenditori aumentano l'organico delle proprie imprese con lo stesso criterio con cui fanno investimenti in capitale fisso: quando e se c'è prospettiva di vendere di più. In un quadro di recessione come l'attuale, quale prospettiva "espansiva" c'è per gli imprenditori?
E' facilissimo prevedere che il piano, pur nella sua limitatezza, andrà incontro a un fallimento. Il che dimostra l'inadeguatezza innanzitutto scientifica e culturale di chi ci governa. Non sono solo cattivi. Sono anche mediocri. (C.M.)
* Immaginate un giovane studente di un istituto tecnico o alberghiero alle prese con l'esame di maturità. Egli sa (o potrebbe venire a sapere) che il suo contratto di lavoro costerà tot all'imprenditore se riuscirà a diplomarsi, e costerà meno se invece fallirà nell'impresa. Geniale.
Su vari blog e quotidiani è comparsa la notizia di un padre che chiede a una professoressa di bocciare il figlio alla maturità
RispondiEliminahttp://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/decreto-letta-lettera-prof-bocciare-figlio-1605055/
Grazie della segnalazione. Devo chiederti di firmarti, però. È una regola del blog.
EliminaNon riesco a comprendere per quali arcani motivi le agevolazioni sono rivolte ai giovani privi di diploma, pur sapendo che la disoccupazione è molto alta anche tra i giovani diplomati.
RispondiEliminaComunque è evidente a tutti che si tratta di un palliativo, un contentino utile solo a tenere calma l'opinione pubblica, così il governo potrà tranquillamente dedicarsi a realizzare il vero programma per il quale è nato.
Mi fanno anche ridere i vari appellativi usati dalla propaganda: il decreto del fare, le misure per la crescita, ecc...come se bastasse la parola per identificare una realtà che è invece l'esatto contrario, come uno slogan pubblicitario